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Benevento, 30-12-2025 14:06 ____
Non facciamo che scenda buio sul territorio che di ombre gia' ne vede parecchie. L'arcivescovo Accrocca si fa carico delle problematiche dell'Hanon
Le famiglie dei 60 lavoratori dell'azienda temono fortemente per il futuro. Mi auguro che i nuovi acquirenti o potenziali tali sposino un territorio e non lo utilizzino con atti predatori, una tecnica che cambia pelo ma non il vizio ha detto il prelato portado la sua solidarieta' a chi e' in difficolta'
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La vicenda che vede coinvolte 60 famiglie di dipendenti dell'Azienda Hanon Systems di contrada Olivola, che produce componenti per le auto, ha ricevuto stamane una visita d'eccezione, quella dell'arcivescovo monsignor Felice Accrocca.
Il vescovo, è cosa nota, non è un sindacalista, né un politico ma ha una forza morale indiscutibile che forse in pochi possono vantare e lui quella è venuta a mostrare ai dipendenti dell'Azienda i quali rischiano seriamente il posto di lavoro.
E' venuto a solidarizzare con loro ed a dimostrare ad essi la vicinanza della Chiesa e della comunità e sopratutto ad invocare unità e comunanza.
Ad accompagnare l'arcivescovo è stato don Maurizio Sperandeo, parroco della zona.
Ad aprire la breve interlocuzione con il gruppetto di lavoratori riunitosi attorno alla figura del vescovo, è stato Giancarlo Stefanucci, della Fim-Cisl, il quale ha riferito di una trattativa in atto che dovrebbe portare, si spera in tempi brevi, all'acquisizione dell'Azienda da parte di un nuovo soggetto imprenditoriale che potrebbe assicurare l'attività occupazionale ai 60 e passa lavoratori ma dall'altra parte si assite anche delle lentezze molto preoccupanti su questo versante.
Le lentezze non ci aiutano, ha proseguito Stefanucci, perché non ci sono più ammortizzatori sociali da poter utilizzare.
E dunque il coinvolgimento dll'arcivesovo, ha ancora detto Stefanucci, alla luce della sua sensibilità sul tema delle fasce deboli di questo territorio, nasce proprio dalla esigenza della solidarietà, che serve tanto, ma sopratutto una forte sollecitazione ai protagonisti in gioco, Confindustria e questo nuovo acquirente, affinché finalmente si definisca con certezza e con speranze positive il futuro dei lavoatori di questa nostra azienda.
A seguire ha preso la parola Massimiliano Guglielmi, Fiom-Cgil, il quale ha ricordato che dieci mesi fa, a febbraio scorso, monsignor Accrocca è stato qui non appena la vertenza era esplosa.
Siamo a fine anno e siamo ancora qui con la sua presenza a testimoniare che c'è un intero territorio che è vicino a questi lavoratori perché in quella fabbrica in particolare, ancor prima di produrre pezzi per le auto, si produce dignità e legalità.
Pensiamo che questo anno, ha detto ancora Guglielmi, si debba chiudere così come si è aperto e cioè con la presenza dell'intero territorio dinanzi a questi cancelli.
Sappiamo che il lavoro è dignitità e che attraverso il lavoro medesimo le persone si realizzano e mettono cuore, testa, braccia e garantiscono anche all'economia del territorio una gestione sana perché quando parliamo di fabbriche metalmeccaniche, parliamo di economia sana.
Il percorso lo abbiamo costruito grazie alla lotta di questi mesi da parte dei lavoratori.
Oggi si profila questa opportunità, tutta da verificare, da monitorare.
Il prossimo 8 gennaio saremo di nuovo al Tavolo di Confindustria e forse potremo conoscere anche il nuovo impreditore che è interessato a questo stabilimento.
Ci sarà, pensiamo anche un cambio di produzione e questi lavoratori non si occuperanno più di produrre pezzi di ricambio per le nostre auto, cambieranno casacca, può darsi, ma l'importante è che questo percorso vada avanti, si concretizzi e che vengano garantiti a questi lavoratori quei diritti che sono fondamentali e previsti sia dalla Costituzione che dall'essere lavoratori ed umani e cioè salario, diritti normativi, condizioni minime di ripartenza.
Noi siamo qui e la presenza dell'arcivescovo è stamane un simbolo di alternativa ad un territorio che impoverisce oramai quotidianamente e che non dà più attenzione all'industria ed al lavoro sano che porta avanti le famiglie, ha concluso il sindacaliosta.
A chiudere è stato l'arcivescovo Accrocca.
Mi auguro intanto che i nuovi acquirenti o potenziali tali e chi dovrebbe subentrare, sposino un territorio e non lo utilizzi con atti predatori.
Intendo dire che spesso imprenditori arrivano, prendono tutti i benefici fiscali di cui possono godere nei primi anni e poi passano da altre parti dove la manodopera è a più basso costo in quanto le norme di sicurezza sono quelle che sono.
Io provengo dal territorio pontino che cambiò forse la propria vocazione, che sarebbe stata altra, con la Cassa per il Mezzogiorno. Poi però le fabbriche hanno chiuso e vedo che la tecnica predatoria cambia pelo ma non il vizio.
E dunque mi auguro che vengano qui per fare naturalmente impresa, questo è chiaro, non sono benefattori, ma con un amore al territorio, con il vero spirito d'impresa che è quello di creare la prosperità dell'impresa medesima per poter garantire sicurezza ai lavoratori magari implementando i posti di lavoro.
Questo è il mio auspicio.
Credo altresì che noi dobbiamo, come territorio, prendere coscienza della nostra situazione e nel contempo ritrovare la vocazione a volerci salvare mettendoci insieme.
Non crediamo al mito di chi arriva a salvarci.
L'uomo della provvidenza e delle varie stagioni non c'è. Dobbiamo farlo da noi mettendo un po' insieme i pezzi.
Questo puzzle è meglio farlo col poco di molti che è sempre meglio del molto di pochi ed uniti insieme in una solidarietà umana che poi diventa anche capitale d'impresa.e dei migliori.
Il primo auspicio è che si salvi questa fabbrica, questo nucleo con 60 famiglie.
Questo è l'immediato.
Ma poi un discorso più lungo va fatto perché o si cambia la visione o si evita oggi ciò che tra qualche anno si sta di nuovo qui e le famiglie devono vivere sempre sul filo di una tensione e di una precarietà e di una insicurezza che è come una spada di Damocle che uno ha sul collo.
Questo credo possa cambiare solo grazie ad una presa di coscienza collettiva, ha concluso l'arcivescovo e da una assunzione di responsabilità comune.
Non facciamo che scenda buio sul territorio che di ombre già ne vede parecchie.

  

  

  

  

comunicato n.175227



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