Benevento, 02-10-2025 16:06 |
____ |
|
Un tratto di penna, una croce su una scheda, una manciata di secondi. Ma cio' che accade in quel gesto dice molto di noi e molto del futuro
|
|
|
Redazione |
|
Una riflessione sull'importanza del voto ci giunge da Pasquale Zagarese (foto), medico e diacono.
"Gentile direttore - scrive - c'è un gesto apparentemente piccolo, che molti compiono con distrazione, altri con rassegnazione, altri ancora con rabbia o disillusione.
E' il voto.
Un tratto di penna, una croce su una scheda, una manciata di secondi. Ma ciò che accade in quel gesto dice molto di noi, e molto del futuro che stiamo contribuendo a costruire.
Votare non è solo un atto politico: E' un atto etico, un'espressione concreta di responsabilità verso il bene comune.
Per questo non possiamo più permetterci la superficialità. E nemmeno il cinismo, che è solo una forma elegante della resa.
In questo clima, in cui la politica rischia di diventare una vetrina in cui si affacciano personaggi più interessati al consenso che alla comunità, dobbiamo recuperare la forza della coscienza.
La Dottrina Sociale della Chiesa ci ricorda con chiarezza che la politica è, nella sua accezione più alta, una forma di carità: La carità sociale, quella che si preoccupa non solo dell'individuo ma della giustizia tra le persone, delle condizioni di vita, delle possibilità di crescita per tutti. Ma quando la politica smette di essere servizio e si riduce a strategia, allora non è più carità, è solo mestiere.
Ed è proprio in questo vuoto che prosperano figure camaleontiche, che cambiano pelle ma non visione, che mutano linguaggi e appartenenze con l'unico obiettivo di esserci, di galleggiare nel potere senza affondare.
Sono gli specialisti della promessa facile, della battuta pronta, della frase che suona bene ma che, sotto, è vuota.
Saltano da uno schieramento all'altro, senza pudore, senza memoria, senza responsabilità.
Eppure riescono a farsi votare.
Perché ci conoscono: Conoscono la nostra stanchezza, il nostro disincanto, la nostra voglia di non pensarci più, il nostro silenzio.
Ma siamo noi a poter fare ancora la differenza, recuperando la consapevolezza che il nostro voto è innanzitutto un atto di fiducia in noi stessi, nella nostra voce, nel futuro che vogliamo.
E' qui che il discernimento diventa non solo importante, ma necessario. Dobbiamo imparare a valutare con attenzione chi merita fiducia.
Non tutti i candidati sono uguali.
Alcuni si sono spesi nella comunità, hanno ascoltato, studiato, cercato soluzioni. Altri si sono limitati a esserci.
Sempre presenti nelle foto, mai nelle decisioni scomode. Sempre pronti a saltare sul carro più vantaggioso. Ma la coerenza è una virtù politica, non solo morale.
E senza coerenza, la rappresentanza diventa illusione.
Per questo, quando ci troviamo di fronte alla scelta del voto, dobbiamo chiederci: Chi ha visione, e chi ha solo strategia? Chi ha servito, e chi si è servito? Chi ha il coraggio di dire la verità, anche quando non conviene?
Non possiamo continuare a premiare la furbizia, il trasformismo, il pressappochismo.
Non possiamo legittimare, con il nostro voto, l'idea che la politica sia solo un mestiere tra gli altri, buono per chi non sa fare altro. Votare non è una formalità: è una dichiarazione pubblica di ciò in cui crediamo.
E' scegliere chi parlerà anche a nome nostro. E', in fondo, un gesto spirituale, se compiuto nella verità e nella responsabilità. Ecco perché la nostra è una chiamata alla vigilanza.
A non farci incantare dagli slogan, ma a riconoscere la sostanza.
A non cercare il candidato più simpatico, ma il più serio. A non seguire chi urla, ma chi costruisce.
La politica non ha bisogno di saltimbanchi, ma di servitori.
Di donne e uomini che, pur tra mille limiti, abbiano uno sguardo largo, un pensiero profondo, e il coraggio di decidere non per compiacere, ma per servire davvero.
La scelta che faremo nel segreto dell’urna non sarà indifferente.
Sarà, al contrario, il riflesso di ciò che siamo disposti a tollerare e di ciò che desideriamo cambiare.
Non possiamo dire "tanto sono tutti uguali". Non lo sono. E se lo diciamo, contribuiamo noi stessi ad abbassare l'asticella della credibilità politica.
Allora, con rispetto e con fermezza, dico: Attenti ai camaleonti.
Attenti a chi cambia colore ma non intenzioni.
Attenti a chi promette tutto a tutti: perché chi promette tutto, in realtà, non crede in niente.
Votare con coscienza è resistere all'omologazione.
E' scegliere di sperare, anche quando è difficile. E' affermare che la verità, pur silenziosa, ha ancora diritto di parola nella vita pubblica.
Non tutto è uguale. Nemmeno noi. Sta a noi dimostrarlo".
|
|