Benevento, 26-09-2025 14:57 |
____ |
|
Ciro, un dinosauro italiano di squisita bellezza, una superstar a livello mondiale che oggi e' conservato proprio qui a Benevento
|
|
|
Nostro servizio |
|
"Ciro in diretta dal Big Bang: Salviamo il pianeta!" ha chiuso questa settima edizione del Forum Aree Interne 2025 "La sfida della bellezza & il futuro creativo".
Ci permettiamo di dire che è stato un crescendo tra la partecipata presenza di Mogol, mitico paroliere della canzone italiana, dagli anni Sessanta ad oggi, al racconto affascinante e di grande presa fatto da Barbara Gallavotti, giornalista, scrittrice e divulgatrice scientifica.
Per intenderci Gallavotti, viene dalla grande scuola di Piero Angela del quale è stata stretta collaboratrice per oltre venti anni ed autrice di note trasmissioni televisive quali "SuperQuark" ed "Ulisse".
E' inoltre co-ideatrice, autrice e conduttrice di "Quinta Dimensione", un programma di approfondimento scientifico di prima serata in onda, dal 2022, su Rai 3.
Su Gallavotti i venti anni di collaborazione con Piero Angela hanno lasciato il segno, in positivo s'intende.
Ed infatti è stato di grande presa il racconto che ha fatto semplicemente relativamente ad una "cosettina": La storia della Terra e la comparsa dell'uomo nei milioni di anni che precedono la nostra esistenza.
Nella sala della sede della Soprintendenza a viale degli Atlantici, poco acustica in verità e con impianto audio forse non all'altezza, non è stato facile all'inizio cogliere l'attenzione dei tanti studenti dell'Istituto "De la Salle" che hanno occupato tutti i posti a sedere disponibili (e meno male che c'è sempre l'espediente della presenza delle scuole per colmare le assenze evidenti delle cosiddette "intelligenze" indigene impegnate forse a commentare il mondo dalla tastiera del computer) e per molti di loro l'alternativa è stata solo quella di rimanere in piedi in fondo alla sala, non è stato facile, dicevamo, con questi presupposti, far giungere nettamente a tutti la voce di chi stava introducendo i lavori.
Poi però con il racconto di Gallavotti il silenzio è stato conquistato quasi subito e nemmeno il brusio ha disturbato più l'ascolto.
E' sembrato, ma questa è una nostra impressione, il racconto di una favola avvincente, quella della vita sul pianeta, che per l'uomo è stata meno drammaticamente impossibile con la scomparsa dei dinosauri, familiari di quel "Ciro" di cui si è parlato in questa due giorni e che di cui si parlerà a lungo per il futuro essendo divenuto il testimonial di una battaglia a farsi, quella delle aree interne. Il nostro Ciro è l'appartenente ad una famiglia di animali che non disdegnavamo magari di pasteggiare anche con qualche omino dell'epoca.
Ad aprire i lavori è stato Jean Pierre el-Kozeh (nella prima foto in basso è con Barbara Gallavotti), general manager di MediArt, produttore televisivo ed operatore culturale, che ha evidenziato come 100mila anni fa la razza umana abbia rischiato addirittura di scomparire a causa del forte calo demografico che aveva ridotto la presenza dell'uomo a 1.180 persone in tutto il pianeta.
Non avrebbe dovuto sopravvivere in queste condizioni, ma evidentemente abbiamo sfidato le leggi della fisia ed oggi siamo qui, ha proseguito el-Kozeh.
Anche per le Aree Interne ci sarebbe la stessa premonizione, la scomparsa, ma non abbiamo voluto e non vogliamo che ciò accada e dunque non spariremo nella notte.
E quindi lavoriamo ad idee di progetto e di concretezza.
In Ciro, il cucciolo di dinosauro, c'è proprio l'idea del riscatto che è fatta di ricerca, competenza ed opportunità.
Insomma vogliamo andare lontano e farlo insieme anche a chi non è del nostro territorio e tu, ha concluso el-Kozeh rivolto a Gallavotti, sei uno di questi.
A questo punto ha preso la parola la giornalista che è partita dal ritrovamento di Ciro a Pietraroja da parte di Giovanni Todesco, un appassionato che si trovò tra le mani questo reperto all'indomani del terremoto del 1980.
Rimase praticamente nell'ombra fino al 1993 quando il mondo impazzì per i dinosauri grazie al film "Jurassic Park".
Il reperto a questo punto Todesco lo fece esaminare a Milano e lì il primo nome che gli fu imposto fu "Ambrogio" poi, anche in ragione del luogo dove era stato ritrovato, gli fu assegnato definitivamente il nome di "Ciro".
Sempre nello stesso anno ci fu la sua consacrazione grazie alla rivista "Nature", una delle più antiche e importanti riviste scientifiche esistenti, forse in assoluto quella considerata di maggior prestigio nell'ambito della comunità scienficia internazionale, che definì Ciro un dinosauro italiano di squisita bellezza e gli fu dato il nome di "Scipionyx samniticus" divenendo così una superstar a livello mondiale che oggi è conservata proprio qui a Benevento, nella sede della Soprintendenza.
Questo animaletto, ha proseguito Gallavotti, è un animaletto di 46 centimetri e non si sa a quale famiglia di dinosauri appartenga.
Si ritiene che da adulto avrebbe raggiunto i due metri.
La peculiarità di questo reperto, sta nella eccezionale sua conservazione.
Manca, certo, la coda e parte delle zampe posteriori ma per il resto è ben conservato.
Non sappiamo inoltre se avesse le squame o le penne. Se avesse avuto le piume magari da adulto sarebbe stato molto colorato.
I denti che sono giunti a noi, sono già di tutto rispetto anche se, certamente, non sono quelli di un esemplare adulto.
Nell'apparato digerente sono stati ritrovati parti di cibo tra cui dei pesci ed un pezzo di lucertola lungo 40 centimetri.
Ed allora qui la domanda: Come ha fatto a mangiare, a masticare, una lucertola così grande?
Evidentemente lo hanno aiutato i genitori che hanno avviato la masticazione.
I rettili non hanno, in generale, cure parentali ma Ciro è la tessera di un puzzle che ci aiuta a far apparire un disegno completo quando lo mettiamo a terra.
I dinosauri, ha detto ancora Gallavotti nel silenzio della sala gremita di adolescenti, ci affascinano anche perché raccontano la fragilità della loro vita che si è estinta 65 milioni di anni fa.
All'epoca fece la sua comparsa un essere chiamato Abilis, una prima specie di umano, che inizò ad avere un linguaggio e questo cambiò tutto.
Per concludere la giornalista ha ricordato che Piero Angela un giorno le disse: Sei un sottoprodotto del petrolio perché non avresti potuto studiare senza la industrializzazione, ma questo è un altro discorso.
A prendere la parola a questo punto è stato Nico De Vincentiis, coordinatore del Forum delle Aree Interne, giornalista di lungo corso anch'egli, il quale ha tenuto ad evidenziare che ora, assieme a Ciro, bisognerà indicare una pista percorribile per la società italiana, una pista che passa per la dorsale delle aree interne e che non sarebbe possibile realizzare altrove.
A conclusione del convegno e della due giorni del Forum, ci sono stati i saluti dei funzionari della Soprintendenza, Simone Foresta, Angela D'Anna, Giulia Nanfa e Dario Michele Salvadeo (tutti nella foto di apertura assieme a Barbara Gallavotti).
|









|
|