Benevento, 16-09-2025 13:41 |
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Assistere la mamma ed il bambino dal concepimento, al parto, alla nascita ed accompagnare poi il neonato nei suoi primi 1000 giorni di vita
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Nostro servizio |
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Il progetto è quello di assistere la mamma ed il bambino dal concepimento, al parto, alla nascita ed accompagnare poi il neonato nei suoi primi 1000 giorni di vita garantendo salute, benessere ed assistenza.
Il proponimento, che divenuto un progetto oramai definito, è dell'Azienda Ospedaliera "San Pio" che lo ha presentato stamane alla Stampa e quindi all'opinione pubblica, nell'ambito della Giornata Mondiale della Sicurezza dei Pazienti, che si celebrerà domani, mercoledì 17 settembre, con stand informativi disposti sotto il portico del padiglione "San Pio", ed avrà come tema nazionale: "Cure sicure per ogni neonato e ogni bambino".
Ad aprire i lavori di un affollato parterre, il direttore generale dell'Azienda, Maria Morgante, che ha illustrato questa VI edizione dedicata al neonato.
E' un modo questo di presentarsi all'utenza, un modo che è divenuto una missione per l'Azienda.
Sono più che soddisfatta, ha proseguito Morgante, di questo gruppo di professionisti che lavora integrandosi lungo il percorso della natalità.
La nostra, quella delle nostre famiglie, è una vita ordinaria, che diventa d'un tratto straordinaria con la nascita di un bimbo.
Il direttore generale ha nuovamente sottolineato l'importanza di svolgere un lavoro di equipe che porti risultato e che accompagni il neonato nei suoi primi mille giorni di vita.
L'obiettivo è garantire salute, benessere sia per la mamma che per il bimbo.
Il nostro è un modello di servizio che può essere seguito e copiato anche da altre strutture sanitarie, magari migliorandolo.
Intendiamo farci accettare dall'utenza e di farci apprezare ma anche criticare quando lo meritiamo.
A seguire ha preso la parola Francesca Iannaccone, referente del progetto Agenas "Call for Good Practice-2025", che ha parlato del rischio clinico in una giornata che va ricordata per la sicurezza delle cure di cui non dobbiamo mai dimenticarci, una sicurezza che dobbiamo garantire e perseguire fin dalla nascita del neonato.
Con questo progetto, ha proseguito Iannaccone, integriamo un percorso già esistente e virtuoso inserendo al suo interno altre professionalità.
Francesco Cocca, direttore dell'Unità Operativa Complessa (Uoc) Neonatologia con Terapia Intensiva Neonatale (Tin), ha illustrato il cammino sin qui fatto.
La politica aziendale al riguardo è stata approntata con l'obiettivo non solo di aumentare la percentuale delle mamme che allattano al seno i loro piccoli, ma anche raggiungeere una fase che contempli l'intera vita del nascituro.
Non è un progetto facile il nostro, ha proseguito Cocca, ne siamo consapevoli, ma non sono poche le persone che hanno il merito di questo risultato raggiunto.
La formazione ha riguardato anche tutto il personale impiegato, un personale che deve adottare lo stesso linguaggio nei colloqui con i genitori dei piccoli.
Il Bando di Agenas, l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, ha dato il via libera al nostro progetto.
Lo presentiamo oggi perché vogliamo che, grazie alla Stampa, esso sia conosciuto sul territorio, ha concluso Cocca.
A seguire è intervenuto il direttore dell'Unità Operativa Complessa Ginecologia e Ostetricia, Luciano Pino, che ha voluto subito sottolineare che si tratta di una grande occasione relativamente ad un progetto che viene da lontano.
Il direttore Morgante ha creato questo risultato assieme a noi tutti ed avviato un percorso che deve renderci tutti orgogliosi della presentazione che andiamo a dare.
Noi siamo dei privilegiati, ha proseguito Pino, perché abbiamo l'occasione di stancarci appresso alle nostre partorienti condividendo le preoccupazioni di una donna e di una futura mamma.
L'unità ci deve guidare ad avere anche qualche dubbio in più e di confidarlo agli altri senza interporre gelosie ed individualismi.
Pensiamo in questa ottica anche ai pazienti stranieri senza alcun discrimine, ha concluso Pino.
Il direttore dell'Uoc, Anestesia e Rianimazione, Vincenzo Colella ha essenzialmente effettuato una analisid dei dati per significare dove siamo giunti e dove aspiriamo ad arrivare.
La morte materna, ha detto Colella, è un evento drammatico che si esprime anche come sentinella del percorso.
Di queste morti quasi il 50% sono evitabili. In Italia rappresentiamo l'1% di questa situazione drammatica mentre il resto si manifesta nei Paesi in via di sviluppo.
L'obiettivo è ovviamente azzerare questo dato negativo.
Nel sud della nostra Italia ancora si arranca rispetto alla media nazionale e così è anche in Campania che non è in ultima posizione ma è certamente fanalino di coda.
La mancata assistemza o quella inappropriata è la causa dei queste morti evitabili.
Colella ha quindi parlato della impoprtanza del partoanalgesia che prevede lo screening delle nostre donne con il monitoraggio delle malattie che magari non sarebbero diversamente evidenziate.
Siamo anche pronti anche alle emergenze che dovessero emergere proprio da questi screening.
Dal momento della constatazione di un allarme, il parto avverrà in sala operatoria nel giro di 5 minuti.
Da sottolineare che il 70% delle donne riceve oramai una epidurale contro il dolore elevando così la qualità delle cure.
A tale proposito Colella ha informato che il prossimo 22 dicembre ci sarà un corso proprio per la gestione delle emergenze dovute al parto.
A questo punto la parola è passata al responsabile dell'Unità Operativa Semplice Dipartimentale (Uosd) Fisiopatologia della Riproduzione Umana e Diagnosi Prenatale Integrata, Alfredo Nazzaro, il quale ha tenuto a sottolineare che potrebbe sembrare scollegata dal contesto la sua unità, ma non è così.
Non potrei peraltro fare ciò che utilmente faccio senza le altre Unità.
Marciamo tutti verso la stessa direzione.
Abbiamo nel nostro dna il tema della sicurezza ed è stato addirittura inividuato un responsabile di essa con l'intento di ridurre il rischio clinico e biologico.
Nella iperstimolazione ovarica, i rischi sono quasi del tutto azzerati, ha ancora detto Nazzaro.
Abbiamo poi un alto tasso di possibilità di controllo anche grazie ai sistemi di videosorveglianza.
La popolazione femminile che si rivolge a noi comprende anche pazienti che hanno 50 anni.
All'esterno trasmettiamo un clima di sicurezza per questo si rivolgono a noi.
Molte pazienti scelgono l'Azienda "San Pio" come punto nascita proprio per la sicurezza che diamo alla gestante.
Noi, i senior, quale io sono, avremmo tanto voluto averli quando eravamo noi junior. Ma ve bene così.
A concluidere è stata Cristina Pizza, dell'Unità Operativa Complessa Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale che ha sintetizzato tutto il percorso effettuato per giungere al report di questa importante giornata.
Al termine dell'incontro con la Stampa, il direttore Cocca ha diffuso la lettera, letta da Morante, con la quale viene riconosciuta l'Azienda "San Pio" quale "Punto Nascita per l'Allattamento" 2025.
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