Benevento, 17-07-2025 20:26 |
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Mario Lavezzi racconta la sua lunghissima carriera cominciata nel 1963 con "I Camaleonti" ma quell'autostrada apertasi davanti a lui si interruppe
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Nostro servizio |
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La sensazione è stata che se ci fossero state ancora altre ore a nostra disposizione per parlare con lui, le avremmo utilmente e piacevolmente utilizzate tutte.
Mario Lavezzi, un giovanotto di 77 anni, che ha speso la sua vita quasi interamente nel mondo della musica leggera di quella che, almeno per chi come noi ha vissuto parimenti intesamente quegli anni, era seguita dai giovani, che era fatta di poesia e musica, e che dava la possibilità poi alle case discografiche, che in quegli anni e fino agli anni Novanta hanno vissuto momenti magici, di svettare nella vendita dei dischi.
Lavezzi, assieme a Mogol, rappresenta la storia di anni irripetibili e che si sono poi magicamente inseriti in quelli che per il nostro Paese furono definiti come gli anni del boom economico.
Lavezzi, assieme a Roberto Pambianchi ed a Caterina Di Pietro, cantante e pianista, saranno protagonisti di "Battisti legend" che Accademia delle Opere proporrà domani sera al Teatro Romano.
Mario Lavezzi ha cominciato il suo racconto, sollecitato continuamente dai giornalisti, dal 1966, quando entrò a far parte de "I Camaleonti, un gruppo ed una strada apertasi inaspettatamente e magicamente, ma interrotta dalla obbligatorietà del servizio militare.
Non siamo riusciti a farci dare una riposta netta sulla differenza tra quel mondo della musica leggera e quella di oggi, ma in quegli anni di successo, esplodeva la creatività in maniera straordinaria, ci ha detto Lavezzi.
Erano gli anni in cui con i nostri gruppi, con "I Camaleonti" facevamo anche 200-220 spettacoli l'anno.
Era una autostrada e mi disperai fortemente quando questa dovette essere interrotta per il servizio militare.
Nella nostra scaletta di ogni serata c'erano non meno di 250-260 canzoni che potevamo eseguire.
Non solo esse servivano a portare avanti la lunga esibizione che durava ore ed ore ma dovevamo anche essere pronti alle richieste della gente altrimenti rischiavamo di essere mandati via dagli impresari.
Lavezzi ha parlato e raccontato molto anche del suo rapporto con Mogol oltre che con Battisti.
Poi siamo stati giustamente censurati quando parlando de "Il volo" pensavamo fosse il gruppo composto dai giovani tenori dei nostri giorni ed invece no.
"Il Volo" nacque proprio con Lavezzi e con Mogol.
Lunga discussione anche con Roberto Pambianchi, interprete praticamente esclusivo del vasto repertorio di Lucio Battisti il cui unico rammarico è stato quello di non averlo mai incontrato.
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