Benevento, 11-07-2025 18:04 |
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Gallerie: Concordo pienamente con l'analisi che ha fatto sul punto Giovanni Zarro e l'analisi storica di Giulio Cesare Pedicini
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Redazione |
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Sulla questione delle gallerie dell'Asse Interquartiere Rione Libertà-Rione Mellusi, ritorna Vincenzo Carbone, architetto.
"Egregio direttore - ci scrive - il consigliere regionale Gino Abbate, su "Gazzetta", mi ha chiamato direttamente in causa.
Gli rispondo con una lettera aperta.
Caro Gino Abbate, è la prima volta che devo rispondere ad un attore politico, che fa una mozione per tentare di non far finanziare un'opera, invece di partire dalla considerazione più importante: Se l'opera sia o non utile per la città, se apporta o non apporta benefici alla stessa.
Quindi, ho necessità di consegnarti riflessioni, finalizzate, a dare un profilo istituzionale alle argomentazioni.
Caro Gino, sulla questione dell'Asse Interquartiere di Benevento, ho espresso insieme a Giovanni Zarro considerazioni finalizzate a rappresentare la positività del sistema infrastrutturale che deve essere completato.
Ciò anche rispetto al disegno del sistema urbano che è lo schema della città policentrica, di cui si parla.
Concordo pienamente con l'analisi che ha fatto sul punto Giovanni Zarro e l'analisi storica (e non solo) di Giulio Cesare Pedicini.
Rispetto al descritto scenario, mi corre l'obbligo svolgere altre considerazioni.
Ogni previsione progettuale necessita di adeguamento, soprattutto quelle immaginate molto tempo fa.
Il completamento dell'Asse è sicuramente l'occasione per affrontare, per la città, l'assetto della parte alta, in termini di razionalizzazione di funzioni e traffico, dotando i viali di maggiore verde, pedonalizzazione, parcheggi e collegamenti verticali.
Possiamo pacificamente affermare, che il completamento dell'Asse è una sorta di scintilla nell'ambito del rinnovamento urbano, pur partendo da una opera incompiuta.
Caro Gino, stiamo parlando di una opera non completata e, quindi, inizierei a segnalarti un caso analogo di Roma.
E' il caso di un'opera incompiuta da circa 25 anni che da qualche giorno è stata completata e inaugurata: La Vela nell'area di Tor Vergata. Il cantiere era fermo da 25 anni, forse dall'altro Giubileo.
L'opera è stata completata, non perché portava la firma di Santiago Calatrava, ma perché il sindaco di Roma, la Giunta e i consiglieri, la città, con grande cultura di governo, hanno considerato che l'opera, nonostante fossero passati ben 25 anni era utile per la città.
Ovviamente, a te non sfugge, che la considerazione sull'utilità dell'opera, è a prescindere dall'adeguare l'intorno (sono comunque passati 25 anni) e adeguare ogni cosa è necessario.
Possiamo, quindi, pacificamente affermare che l’opera è stata completata perché il sindaco ha considerato l'opera utile, nonostante l'immenso lavoro che c'era da fare.
Caro Gino, questo è il dato reale.
Un'opera se è utile, ancorché necessita di ammodernamenti e quant'altro, non si sottrae al programma di finanziamento.
La prassi è questa: Si riconosce l'utilità e si lavora coralmente per tutto quanto è necessario.
Quando ho intrapreso l'iniziativa insieme a Giovanni Zarro, ho immaginato, prima di concorrere a scrivere, come poteva essere modificata la previsione, vecchia di oltre 25 anni, ma preludio di una rinascita.
Così riflettendo, ho immaginato la possibilità di accoppiare ai percorsi interrati, soluzioni in superficie relativi a giardini (magari su via Martiri d'Ungheria) e collegamenti verticali con ascensori e parcheggi interrati e modifiche al piano del traffico.
Pertanto, se pensiamo alla bontà di queste opere aggiuntive si può ritenere che queste concorrono a rafforzare il ruolo strategico dell'opera.
Tuttavia, ci possiamo rendere conto che forse i collegamenti verticali non sono previsti né nel piano di adesso né in quello di prima.
Ovvero i giardini non sono previsti né nel piano di adesso né in quello di prima, e così via fino al piano del traffico, il verde, la mobilità sostenibile dell'area.
Ciò vuol dire, seguendo il tuo ragionamento, che si deve rinunciare a priori al finanziamento perché magari non è disegnato un ascensore?
O perché non sono disegnati i giardini, o non sono disegnate le passeggiate?
Il normale comportamento che esprime la cultura di governo è fare, ciò che ha fatto il sindaco di Roma e ciò che fanno tutti i sindaci impegnati nel governo del territorio.
Accettare il finanziamento, modificare tutto ciò che va modificato secondo le norme e le procedure, realizzare l'opera tenendo conto di ogni possibile ristoro.
Da ciò si evince che il tuo ragionamento è contraddittorio, ciò è palese anche dalle domande che Giovanni Zarro ti ha fatto.
In realtà, il tuo ragionamento assomiglia, se mi consenti, più ad un esercizio dialettico di retroguardia.
Caro Gino, qualcuno ha anche scritto che l'opera è inutile perché la città è in decrescita demografica. Altro argomento dal sapore non corale.
Sembra che ciò si connette con la recente analisi delle tendenze demografiche delle "aree interne d'Italia".
E' come si evidenziasse che in una città che perde abitanti, ogni investimento è inutile in quanto svantaggia nel contempo i territori più ricchi privandoli di risorse.
Un’altra diseguaglianza che avanza.
Forse, il nuovo modo di guardare è che gli esiti degli investimenti (pubblici e privati) non possono essere visti sulla base di mere analisi costi-benefici, perché il rinnovamento e la bellezza non sono associabili alla redditività.
Caro Gino, veniamo alla questione urbanistica.
Ti consiglierei di parlare con Bruno Discepolo, assessore regionale.
L'assessore, potrebbe coinvolgerti nel lavoro in relazione alla necessità di spostare il baricentro della pianificazione in direzione del principio della coerenza.
Potrebbe darti spunti di riflessione sulle difficoltà che sta avendo, evidenziandoti che alcuni "semi" di questa riforma sono già inseriti nella legge del 2024 e nel Regolamento che approvato in giunta regionale.
Questo "seme" vale in tutte le analisi delle compatibilità, opere, programmazione e pianificazione.
L'assessore può evidenziarti, come le associazioni sono impegnate a declinare il principio della coerenza nei diversi aspetti dello sviluppo degli Enti locali. Altrettanto gli Enti locali, che sono chiamati a dare risposte dinamiche a necessità specifiche e di grande portata.
L'assessore ti può informare sul piano riformato del recente congresso dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu). Le leggi e i regolamenti regionali sono ispirate a questa impostazione.
Un caro saluto e abbraccio".
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