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Benevento, 18-05-2025 14:44 ____
Paura e incapacita' psicologica ad intervenire con manovre salvavita magari su amici, parenti o genitori o figli che stanno rischiando di morire
L'ansia che certamente puo' insorgere in questi momenti drammatici puo' essere contenuta se si possiede una discreta tecnica di manovre di rianimazione polmonare e anti soffocamento. Le esercitazioni si sono svolte per iniziativa ancora una volta di Luca De Lipsis con l'ausilio di esperti della Croce Rossa tra cui Francesco Albanese
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A piazza Castello si è svolta la giornata Mass Training, manovre salvavita di rianimazione polmonare e anti soffocamento, il tutto grazie alla sensibilità del consigliere comunale delegato alla Sanità, Luca De Lipsis, che segue oramai da tempo questo coinvolgimento della cittadinanza sia nella formazione che nella disponibilità a sottoporsi a screening sanitari.
Nonostante la bella giornata di sole, non sono stati tantissime le persone, una sessantina ci ha detto De Lipsis, che si sono fermate ad osservare gli esercizi pratici, ma l'importante e che la partecipazione, anche se non numerosa, ci sia e che si perpetui anche negli altri appuntamenti che pure saranno fatti.
A noi, come giornalista e direttore di giornale, evidentemente considerato volto noto, magari sbagliando, è stato chiesto di proporci come testimonial partecipando ad un momento formativo.
Non ci siamo negati, ci mancherebbe, anche se l'emozione c'è stata pur sapendo di essere circondato da esperti e che si trattava di agire su un manichino.
Prima che il tutto avvenisse, abbiamo parlato con Luca De Lipsis affinché ci spiegasse meglio questa iniziativa che mira a rendere autonomi e pronti all'intervento anche i semplici cittadini la cui tempestiva operatività è in grado di allontanare la morte.
Non si finisce mai di imparare, ci ha detto De Lipsis e speriamo di farlo ogni giorno questo mass training, eventi di formazione di massa, per istruire quanti più cittadini è possibile a queste manovre salvavita unite a tecniche come la rianimazione cardio-polmonare ed antisoffocamento e sul corretto uso dei defibrillatori comunali che abbiamo già installato in tante zone della città e che servono alla popolazione per farsi coraggio in caso di emergenza.
Questo, ha proseguito De Lipsis, rientra nel progetto "Benevento nella salute" che ha avuto inizio lo scorso anno con i seminari scolastici sulla educazione alla salute, sulla prevenzione delle malattie oncologiche o sessualmente trasmissibili, ed è poi continuato nei mesi passati con l'attivazione di ambulatori gratuiti per la prevenzione con medici che si sono messi gratuitamente a disposizione per visite cardiovascolari ed urologiche.
Speriamo ora di farne altre di queste visite, anche cardiologiche e neurologiche mentre concludiamo oggi con le manovre di pratiche cardiorespiratorie sperando che questo progetto vada avanti, anche negli anni a venire, a prescindere dall'Amministrazione comunale che governerà questa città.
Noi abbiamo interrogato De Lipsis anche su un altro elemento che riteniamo essere molto importante e che pensiamo sia presente in questi frangenti e cioè la paura, l'ansia, la incapacità psicologica ad intervenire con manovre salvavita magari su amici, parenti o addirittura genitori o figli che stanno rischiando di morire.
Non sempre basta la tecnica, abbiamo detto, occorre anche la capacità ad essere presenti in questi momenti difficili.
Assolutamente è così, ci ha detto De Lipsis.
La sua preoccupazione coglie il segno perché anche questa mattina molte persone hanno avuto paura ad intervenire nella esercitazione e non solo ad assistervi nonostante stessero operando su dei manichini.
E' dunque vero che interviene la paura ma essa deve essere superata dalla volotntà di soccorrere e di cercare di salvare una vita umana.
E' chiaro che se hai gli strumenti ed anche una buona pratica, questa paura viene meno.
Anche io, ha proseguito De LIpsis, quando iniziai a fare il medico ed ancora oggi, ho di questi timori ma bisogna intervenire ed allora ti fai coraggio.
in caso di emergenza non c'è nessuna legge, peraltro, che possa non tutelarti se le cose dovessero andare male.
La paura va dunque superata quando si è consapevoli di essere di fronte ad una vita umana in pericolo e dove tu può fare molto per evitare la tragedia.
Sin qui De Lipsis.
La stessa preoccupazione l'abbiamo trasmessa al sanitario della Croce Rossa (presente assieme ai volontari della Misericordia Benevento), Francesco Albanese, esperto di queste manovre e conduttore delle esercitazioni di stamane, il quale ci ha detto che la nostra perplessità è pertinente ed è assolutamente presente ma bisogna considerare che se ti sparano in una gamba, sappi che tu continui a correre per allontanarti dal pericolo.
Insomma noi la paura la gestiamo ma non la allontaniamo come fanno invece gli americani, sbagliando.
Il convincimento è che tu hai fatto un corso di conoscenza e non di abilità ed ora sai che facendo alcune cose sbagliate peggiori la situazione.
Quando hai paura devi prendere qualcosa dalla tua mente ed agire ma se non sai niente prenderai quello che ti dice la televisione, o la nonna, o gli amici e farai delle cose, anche sbagliate, perché ti rendi conto che qualcosa pure devi fare. Ma sbagli.
Se invece oggi lavoriamo su alcuni concetti, come ad esempio che prima di fare ogni azione bisogna avvicinarsi alla persona in pericolo e scuoterla e chiedergli se è cosciente.
Se non lo è prosegui.
Un pezzo alla volta e magari fermi chi viene e gli dà da bere perché se è incosciente quell'acqua va nei polmoni e si fa peggio.
Se tu sei in grado di capire che quell'acqua può essere pericolosa in quel momento e ne fermi la somministrazione, hai fatto già la metà del lavoro.
Francesco Albanese, estremamente preparato, ci ha anche detto, peraltro, che quando si chiede ad un'altra persona di chiamare i soccorsi, non bisogna mai dire di chiamare il 118 ma l'uno, uno, otto.
Può sembrare la stessa cosa, ma non è così perché se magari ci rivolgiamo ad uno straniero, ad una badante, è difficile che capisca il 118 mentre l'uno, uno, otto lo capisce certamente.
Ovviamente questa esercitazione della conoscenza fatta stamane va ripetuta nel tempo per modo che si prenda sempre più padronanza delle tecnica cosa questa che contribuirà a far scomparire ovvero a limitare grandemente anche la paura ad agire.
A questo punto è toccato anche a noi intervenire e lo abbiamo fatto insieme al collega Peppino De Lorenzo ed a Stefano Barone che assisteva tra il pubblico.
A noi è stato fatto usare anche il defibrillatore.
Speriamo non occorra mai ma questa prima infarinatura non è stato un male averla acquisita e speriamo che la nostra esibizione, assieme a quella degli altri, sia servita a dare sicurezza ed a spingere tanti altri a sottoporsi alla conoscenza della tecnica in una delle prossime sedute.

Le foto sono di Antonio Caporaso

 

 

 

 

  

 

 

 

comunicato n.170883



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