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Benevento, 11-05-2025 21:44 ____
Un mondo che permette ad un bambino di chiedere all'Intelligenza Artificiale se esista Babbo Natale, e' un mondo che ha perso e smarrito il sogno
Ascoltiamoli e crediamo insieme a loro in un mondo migliore, ci ha detto Paolo Ruffini, voce narrante al concerto "Histoire de Babar" dell'Orchestra Filarmonica di Benevento diretta da Roberta Peroni. Papa Francesco, lo scorso anno, prima di andarsene ci ha indicato nel suo appello il buonumore. Egli ha detto Signore, dammi la grazia di capire gli scherzi ci ha dichiarato l'attore
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L'ultimo appuntamento con la rassegna musicale dell'Orchestra Filarmonica di Benevento è stato con "Histoire de Babar", un concerto per la famiglia.
Ed infatti sono stati tanti i bimbi che sono giunti al Teatro Comunale "Vittorio Emmanuele" dove peraltro si sono avvicendati nell'area "trucco" dove due giovani pazienti e capaci estetiste li hanno dipinti in volto anche con personaggi a richiesta.
Il concerto è stato diretto da Roberta Peroni mentre la voce recitante è stata quella di Paolo Ruffini, attore, conduttore televisivo, regista, sceneggiatore, produttore teatrale e comico italiano, con il quale, poco prima che lo spettacolo avesse inizio, abbiamo scambiato qualche battuta.
Ruffini, per quel poco che abbiamo potuto conoscerlo, ci è parso una persona socievole, scherzosa e piena di battute e qui è uscito fuori il comico.
Ma con noi ha saputo esprimere concetti molto elevati e che hanno scoperto forse il lato nascosto di chi si esprime con comicità ma che ovviamente ha profonde convinzioni che non nasconde e sopratutto non maschera.
Abbiamo esordito dicendo che è quello di stasera un concerto dell'Orchestra Filarmonica di Benevento, una formazione orchestrale cui la città tiene molto, un concerto dedicato alla famiglia nel giorno delle Festa della mamma ed in cui lui è la voce narrante.
Come possiamo rapportare a noi, al momento non facile che stiamo vivendo, il protagonista della narrazione, questo elefantino frutto della fantasia?
Questa è una favola, ci ha risposto Ruffini, una novella, che riporta all'infanzia e che restituisce il senso della fanciullezza a tanti bambini che oggi hanno anche necessità di essere accompagnati in un mondo di fiaba, solo di fantasia, senza telefonini, senza Tik Tok, senza social penetrando in un mondo più gentile e più buono.
I bambini credono alle favole, credono a babbo Natale, credono in Dio ed alle cose belle e questo credo debba essere da esempio per noi adulti che molto spesso, invece, non abbiamo più fede ed a volte nemmeno nella realtà.
Quella che si rappresenta, abbiamo proseguito noi, non è solo una favola perché in essa ci sono concetti cui siamo invitati anche a credere e sopratutto in questo periodo...
Sì, siamo invitati a credere alle favole ma anche ad avere più fede in generale magari nel prossimo, in chi ci sta accanto, in chi ci vuole bene e che ci ama.
Porto avanti un programma che si chiama "Baby sitter" ed in esso intervisto bambini. Una volta, uno di essi, mi ha detto di aver chiesto all'Intelligenza Artificiale se esiste Babbo Natale.
Io penso che un mondo che permette ad un bambino di chiedere all'Intelligenza Artificiale se esista Babbo Natale, è un mondo che ha perso e che ha smarrito proprio il senso della fantasia e del sogno e quindi sono favorevole, e sempre più felice di contribuire ad un mondo un po' più leggero e fantasioso.
Come possiamo, gli abbiamo detto infine, lavorare nei confronti di questi nostri giovani che con ogni probabilità non attraversano un momento felice... e fare in modo che anche loro possano credere alle favole ed a Babbo Natale?
Ascoltandoli, ci ha risposto Ruffini, e credendoci noi per primi alleggerendoci il cuore e facendo quello che il nostro papa Francesco, lo scorso anno, prima di andarsene ci ha indicato nel suo appello al buonumore. Egli ha detto Signore, dammi la grazia di capire gli scherzi.
Al riguardo c'è una bellissima preghiera di San Tommaso Moro che ha letto.
Io credo che questo bisognerà fare e cioè non voler insegnare ai bambini, come diceva Gaber, ma ascoltarli perché a volte i bambini sanno già tutto ciò che noi vorremmo loro insegnare.
Andando anche nelle scuole mi accorgo che un bambino di 6 anni se ha accanto una persona di colore diverso dal suo, o che sia un disabile, non gli interessa assolutamente nulla. Ci gioca è basta.
A volte le cose che vogliamo insegnare ai bambini dovremmo insegnarle a noi stessi.
E dunque ascoltiamoli e crediamo insieme a loro in un mondo migliore, ha concluso Ruffini.

  

 

 

comunicato n.170743



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