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Benevento, 06-04-2025 09:24 ____
Personaggi come Giovanni Pedicini mi permettono di considerare di avere avuto la fortuna di essere vissuto in un periodo ricco di bellezze senza tempo
Pellegrino Iannella fu invece primario del laboratorio analisi. Trascorreva qui intere giornate e, solo a sera tardi, faceva ritorno nella sua casa a Napoli. Nicola Pedicini, infine, padre di Giovanni, tra i presidi del dopoguerra occupo' un posto di rilievo, ricorda Peppino De Lorenzo
Nostro servizio
  

Dopo avere ricordato la scorsa settimana Onorato Goglia, oggi, Peppino De Lorenzo rinverdisce le figure di altre due indimenticabili figure che, nel tempo, hanno esercitato la propria attività al laboratorio di analisi del "Rummo".
Si tratta di Pellegrino Iannella e Giovanni Pedicini.

Pellegrino Iannella
A distanza di tanti anni da quando lasciò il servizio e considerando che non fosse beneventano, saranno in pochi a ricordare Pellegrino Iannella.
Fu primario del laboratorio analisi. Trascorreva qui intere giornate e, solo a sera tardi, faceva ritorno nella sua casa a Napoli.
Era disponibile con tutti e bastava chiederglielo che, nel caso di necessità, non facesse attendere e dava disposizioni al fine che l'esame delle analisi, che, in quei casi, faceva lui stesso di persona, fosse consegnato all'utente in poche ore.
Un'altra specialità. Pellegrino Iannella curava con professionalità, coprendo, in questo modo, una lacuna, in quel tempo, esistente nel nostro territorio. Intendo riferirmi alla pratica delle allergie, campo, quest'ultimo, come si sa, molto spinoso.
Lui invitava gli interessati di pomeriggio e procedeva all'indagine con zelo e preparazione.
Puntualmente ogni giorno, passando innanzi al padiglione che ospitava il laboratorio, si scorgeva una fila lunghissima di persone.
A conclusione dell'esame, indicava al paziente il vaccino da praticare, anche in diverse sedute, nell'ambulatorio del medico di famiglia.
Generalmente, il preparato da iniettare si ordinava fuori sede. Poi, l'arrivo del vaccino in singolari scatolette che io ricordo nitidamente.

Giovanni Pedicini (nella foto di apertura).
Analista al "Rummo" per una vita intera, in ultimo, concluse la sua attività, con il pensionamento, quale primario.
Nel soffermarmi su di lui la mia memoria è corsa da sola a fatti, sì lontani nel tempo, ma, tuttavia, incancellabili.
Ricordo lo sguardo persuasivo e franco di Giovanni che era fatto per piacere.
Personaggi che mi permettono di considerare di avere avuto la fortuna di essere vissuto in un periodo ricco di bellezze senza tempo.
Giovanni Pedicini, con la tenacia e la forza del suo animo gentile, con la fermezza dell'educazione e con una sconfinata mitezza, seppe sfondare muri di gomma per tanti impenetrabili.
Infatti, era capace di scorgere la pienezza dove gli altri scorgevano solo il vuoto. Per tale motivo, era sempre un passo più avanti, arrivando a cogliere l'essenza delle cose e la consapevolezza del valore della vita.
L'esempio del suo garbo non passa mai di moda e, malgrado i tempi, la serietà, la correttezza e l'ambizione, in ogni caso, rimangono i motivi insostituibili che muovono il mondo.
Ricordo che, oggi, appaiono confusi dalla commozione ed appare anche difficile riferirli.
Giovanni Pedicini rappresentava l'indole di una personalità libera e pervasa da una infinita saggezza che a tutti insegnava qualcosa e che tanto avrebbe saputo ancora insegnare se la morte non ci avesse privato della sua presenza.
Per noi colleghi, comunque, rimarrà sempre l'uomo libero e saggio.
Rivolgendo, in questo momento, il pensiero a lui, quasi istintivamente, si è aperto un altro cassettino della mia memoria dal quale è emerso un episodio molto significativo di cui, tempo fa, già ho avuto modo di scrivere.
Tra i presidi del dopoguerra un posto di rilievo era occupato dal padre di Giovanni, Nicola Pedicini (nella prima foto in basso).
Una famiglia normale, direi tradizionale, con una impronta all'educazione ed al rispetto.
Il preside Nicola Pedicini aveva cinque figli, tutti maschi: Gennaro, Geppino, Giovanni, Roberto ed Arturo.
Giovanni, appunto, era allievo di mio padre al Liceo Scientifico "Gaetano Rummo", la cui sede storica era ubicata in via Orbilio Pupillo, nei pressi di piazza Roma, nota ai più quale 'a scesa du Gesu'.
Giovanni, malgrado studente preparato e diligente, un periodo decise, all'insaputa dei genitori, di marinare la scuola. I classici filoni, per intenderci.
Quando il padre, senza volerlo, ne venne a conoscenza, non si turbò più di tanto.
Di buon mattino, si presentò al Liceo mentre mio padre Giovanni teneva lezione.
Dopo avere bussato alla porta dell'aula, chiese al mio genitore, suo collega, di permettergli una divagazione. In questo modo la definì.
In presenza di tutti gli alunni, invitò il figlio al centro dell'aula e lo umiliò senza remore. Non mancò qualche ceffone bene assestato.
Mio padre rimase immobile senza profferire parola.
Questi erano i genitori di un tempo. Così, diversamente da oggi, educavano i figli (nella seconda foto in basso, Nicola Pedicini con i suoi allievi).
Rivolgo, in questo momento, un pensiero affettuoso al collega ed amico Giovanni Pedicini, ripeto, divenuto, poi, stimato primario del laboratorio analisi del "Rummo".
I suoi due figli hanno lasciato Benevento. Roberto, medico come il padre, lavora al nord, mentre Fabrizio non ha seguito le orme paterne.

  

comunicato n.170052



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