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Benevento, 08-03-2025 13:51 ____
Guardiamo agli altri solo per criticarli, anche ferocemente, in maniera mordace e con pettegolezzi. Non restiamo ripiegati su noi stessi, amiamo
L'arcivescovo Felice Accrocca alla festa di San Giovanni di Dio, fondatore dei Fatebenefratelli, chiede di sostenere chi sta in ospedale ma non solo quale medico o paramedico ma anche negli uffici, nell'amministrazione. Chi sta allo sportello sopporti con pazienza anche le intemperanze. Ha ammonito poi tutti ad essere pazienti. Mastella ha chiesto amorevolezza per gli anziani che non vanno lasciati soli sulle barelle dei Pronto Soccorso
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Nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli è stata celebrata la Festa di San Giovanni di Dio, fondatore dell'Ordine ospedaliero, co-patrono di Benevento e protettore degli ospedali, dei malati e degli operatori sanitari.
La concelebrazione è stata presieduta dall'arcivescovo monsignor Felice Accrocca con, tra gli altri, il parroco monsignor Pompilio Cristino e padre Antonio Tremigliozzi, ministro dei Frati Minori della provincia Sannio Irpinia.
Le fasi salienti della celebrazione sono state magnificamente sottolineate dal Coro Polifonico "Madonna della Libera" di Melizzano diretto da Marco Rosiello che con la sua bella voce ha condotto i coristi nella interpretazione dei brani legati alla liturgia.
L'arcivescovo Felice Accrocca, all'inizio della Messa, ha detto che, riferendosi ovviamente a San Giovanni di Dio, nel nome c'è l'appartenenza, San Giovanni di Dio, appunto, è di Lui e non di altri. Noi invece siamo del mondo, così diciamo, e meno di Dio.
Parole, quelle dell'appartenenza, riprese poi dal vescovo all'Omelia dove ha esordito dicendo che è questo il nono anno che celebra questa festa e che quindi, non scrivendo le sue Omelie ma citandiole a braccia, non è in grado di ricordare ciò che ha detto lo scorso anno ma certamente stavolta non c'è possibilità di duplicare i concetti perché quest'anno la Festa cade l'8 marzo, subito dopo il Mercoledì delle Ceneri, e non è un caso, nulla è un caso nel piano di Dio.
Qui c'è il Signore che per bocca del profeta ammonisce sul senso vero del digiuno.
Il Padreterno dice: Ma veramente pensate che a me possa interessare il digiuno quale pratica che mortifica l'uomo?
Digiuno significa dividere il pane con gli affamati, vestire gli ignudi, accogliere nella propria casa i senza tetto.
Il digiuno vero, ha ammonito l'arcivescovo, è la carità, è l'amore.
La Fede si traduce nell'amore al fratello che diventa la prova dell'amore per Dio e poiché abbiamo i fratelli siamo passati dalla morte alla vita.
Leggiamo tutto ciò nella festa di un Signore che si è fatto tutto per gli altri.
Noi molto spesso guardiamo invece agli altri solo per criticarli, anche ferocemente, in maniera mordace e con pettegolezzi.
Guardiamo, invece, ai bisogni degli altri e non restiamo ripiegati su noi stessi. Facciamo che i problemi del nostro prossimo, siano anche i nostri.
A quanti uomini, nel tempo, il Signore si è affidato perché sapevano vedere con gli occhi di Dio.
Penso a San Camillo, a San Giovanni di Dio, a madre Teresa di Calcutta e lo farà ancora suscitando il suo spirito su qualche uomo o donna capaci di donare la loro vita agli altri.
Noi vorremmo tante di quelle cose, ma dagli altri.
Guardiamo però a quelle tante persone che in silenzio, in forma anonima, hanno dato la loro vita per il prossimo. Davanti a Dio tutto ciò che viene fatto e viene dato con amore, non si perde ed il Signore non dimentica.
Ed allora chiediamo oggi, all'inizio del tempo della Quaresima, di aiutarci, di sostenere chi sta in ospedale ma non solo quale medico o paramedico ma anche negli uffici, nell'amministrazione, con chi sta allo sportello e che sopporta con pazienza anche le intemperanze.
E questo avviene, tutti i giorni solo che il bene fa meno rumore ma non per questo non c'è mentre se succede qualcosa che non ci aggrada siamo capaci di far scoppiare il finimondo, ha concluso l'arcivescovo Accrocca ammonendo tutti ad essere pazienti ed amorevoli.
Al termine dell'Omelia c'è stato il rito del dono dei "Ceri al Santo" da parte del sindaco del capoluogo sannita, Clemente Mastella, a testimonianza del consolidato legame tra i "Fatebenefratelli" e la città di Benevento e di fra' Lorenzo.
La parola al termine della Messa è passata proprio al superiore del "Fatebenefratelli", fra' Lorenzo Antonio Gamos che ha esordito ringraziando la costante vicinanza dell'arcivescovo alla comunità ospedaliera.
Al presule ha donato un quadro con la immagine di San Giovanni di Dio. Poi ha lodato l'azione del sindaco Mastella per la istituzione a Benevento della Facoltà di Medicina, un progetto ambizioso ma di grande prospettiva. L'auspicio è che il sogno diventi realtà.
Fra' Lorenzo ha quindi voluto rivolgere un grande e commosso applauso a tutto il personale del "Fatebenefratelli". Senza il vostro impegno silenzioso ma fondamentale, ha detto, nulla sarebbe possibile. 
Poi ha ricordato che la festa di oggi celebra anche il 475° Anniversario del transito di San Giovanni di Dio (1550-2025). L'ordine ospedaliero da lui fondato non ha mai abbandonato i più deboli.
In questo ospedale nell'anno abbiamo avuto 25mila accessi al Pronto Soccorso mentre 16mila sno stati i ricoveri.
L'impegno è la guida verso il bene comune.
La parola è infine passata al sindaco Clemente Mastella il quale ha detto che ci fu un uomo di Dio di nome Giovanni il cui ricordo fu quello di un precursore di come vivere la santità in maniera diversa.
Reinventiamo le relazioni con gli altri, ha proseguito il sindaco, ma l'umanità si salva solo perché almeno 10 persone riescono ad operare per l'umanità.
In questo periodo bisogna vivere la compassione, una dimensione che è da recuperare.
Mastella ha quindi parlato del dislivello incredibile che c'è nella sanità con le drammatiche e continue vicende degli anziani lasciati molto spesso sulle barelle dei pronto soccorso.
Bisogna fare qualcosa di più.
L'anziano deve essere trattato in modo sempre dignitoso e garbato.
Io ringrazio per quello che fate e ve ne sono grato.
Poi riguardo alla Facoltà di Medicina ricordata da fra' Lorenzo, ha detto di credere che la istituzione ci sarà e dovrà porsi in relazione anche con gli Ospedali di Benevento e di Avellino e quindi anche con il "Fatebenefratelli".
Sin qui Mastella.
Al termine della Santa Messa la reliquia di San Giodanni di Dio è stata portata in processione fino all'Ospedale "Fatebenefratelli" (nella undicesima e dodicesima foto in basso).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.169464



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