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Benevento, 13-02-2025 15:38 ____
La maggioranza alla Rocca si e' sciolta come neve al sole e la minoranza l'ha anche provocata e mortificata consentendole il confronto
Neanche con l'aiutino dei mastelliani la seduta del Consiglio provinciale si e' pero' potuta tenere per l'assenza di Mauriello di "Fratelli d'Italia". Lombardi ed i suoi possono continuare a dormire sonni tranquilli. Risibili le giustificazioni dei protagonisti. Un risultato che autorizza a pensare che ci possa essere di piu' sotto questa apparente differenziazione concettuale. Sembra paradossale ma Ruggiero funge da stampella di Mastella. Sospetta il loro ritirarsi sull'Aventino, ha dichiarato Agostinelli
Nostro servizio
  

Alla Rocca dei Rettori stamane si è celebrata un'altra brutta pagina di politica che non è andata nel senso della chiarezza e della trasparenza.
Lì, tra gli interlocutori istituzionali, qualcosa non va e siamo portati a pensare che ci possano essere anche delle intese trasversali e quindi non dichiarate che alimentano solo interessi personali e che provocano poi incomprensibili situazioni che non sono capite dagli elettori.
La maggioranza di oggi, quella compostasi, senza il conforto del voto, ancorché di secondo livello, dopo il passaggio del mastelliano Carmine Agostinelli nelle fila di "Fratelli d'Italia" dando così la possibilità alla minoranza di diventare maggioranza con 6 consiglieri provinciali: 2 ciascuno al Pd, a Forza Italia ed a Fratelli d'Italia mentre dall'altra parte rimaneva la coalizione dei mastelliani, con "Essere Democratici", composta da 5 elementi, la maggioranza di oggi, dicevamo si è sciolta come neve al sole e la minoranza l'ha anche provocata e mortificata.
All'ordine del giorno dei lavori un solo argomento: "Interpellanza Urgente ai sensi dell'articolo 28 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio provinciale di Benevento. Nota protocollo 2155 del 27 gennaio 2025", interpellanza sottoscritta solo dai quattro consiglieri di Centrodestra.
I due del Partito Democratico si sono defilati accampando la giustificazione, risibile ovviamente, di attendersi, prima di prendere in considerazione la presenza in Aula, le revoche di tutte le deleghe assegnate dal presidente Lombardi, a cominciare da quella della vice presidenza assegnata ad Alfonso Ciervo di "Essere Democratici", il movimento politico che fa riferimento a Francesco De Pierro e Raffaele Del Vecchio e che conta anche due consiglieri comunali a Palazzo Mosti.
Cosa questa, quella del governo istituzionale, che Lombardi ha già detto apertamente e senza infingimenti di non voler porre in essere.
E dunque occorrerebbe una diversa strategia politica, ma non ci pare che essa ci sia.
Il Pd non partecipa e basta.
E così è stato oggi.
I due suoi consiglieri provinciali, Giuseppe Ruggiero e Raffaele De Longis, non si sono presentati in Aula e questo ha comportato la impossibilità, per la nuova maggioranza, di far aprire la seduta e discutere la sua interpellanza.
Ma c'è un ma, perché la ex maggioranza ha lanciato il guanto di sfida chiamando a partecipare alla seduta il suo vice presidente, Ciervo (assenti i tre mastelliani, Capuano, Panunzio e Iannace).
Questo avrebbe significato che la seduta, nonostante la defezione del Pd, avrebbe potuto tenersi perché i due voti mancanti alla nuova maggioranza, quelli degli assenti del Pd, sarebbero stati colmati dal presidente Lombardi e dal suo vice Ciervo.
Ma nonostante questo la seduta non si è tenuta lo stesso ed è stata dichiarata deserta perché tra le fila della maggioranza c'era una ulteriore assenza rappresentata da un consigliere di Fratelli d'Italia, Gaetano Mauriello che, si è detto, non fosse stato avvertito in tempo della riunione e che quindi non aveva potuto districarsi con gli impegni di lavoro.
Insomma la vera sfida, secondo la nostra lettura dei fatti, l'ha fatta la coalizione mastelliana alla presunta nuova maggioranza proponendo una provocazione (la presenza di Ciervo) che ha dimostrato tutta la inconsistenza dei nuovi arrivati nati come minoranza e che forse lì dovevano rimanere come giustamente fece notare in una precedente seduta Umberto Panunzio. Avete creato solo confusione con questo cambio di casacca. Stavamo così bene prima...
E così alle 12.00 in punto (nella foto di apertura il presidente Lombardi controlla l'orologio per la verifica dell'orario esatto per la chiama), un'ora dopo l'orario fissato per l'avvio della seduta così come prevede il Regolamento, il segretario Maria Antonietta Iacobellis (nella seconda foto in basso), su invito del presidente Lombardi, ha chiamato l'appello a cui hanno risposto in 5: Lombardi, Ciervo, Fuschini, Iachetta ed Agostinelli.
Seduta deserta non essendoci il numero legale fissato a 6 consiglieri.
A questo punto la figura, per niente edificante, era fatta.
La nuova maggioranza non c'è e Lombardi ed i suoi possono continuare a dormire sonni tranquilli.
Il primo commento raccolto su questa questione è stato proprio da Lombardi il quale, soddisfatto per come erano andate le cose, ha detto ai giornalisti che questa commedia dell'assurdo si sta recitando oramai da tempo.
Ho richiamato sempre al senso delle Istituzioni perché le Province sono la conseguenza di una riforma con tante storture e rapine in termini di competenze e per quelle che stanno ancora in vita bisogna trovare la voce corale affinché da qui alla prossima elezione possano essere gestite.
Quella di oggi è una interpellanza firmata dai quattro consiglieri provinciali di Centrodestra. Per senso di responsabilità potevo venire anche da solo in Aula perché interpellano il presidente e non la componente politica, ma ho chiesto che fosse presente anche il vice presidente Ciervo proprio per garantire, in assenza del Pd, il numero legale e rispondere a quella che è la posizione del presidente. Abbiamo però riscontrato che tra i quattro interpellanti c'era anche una ulteriore assenza, quella di Mauriello, e quindi niente da fare.
Rinnovo l'invito da qui al prossimo Bilancio, ad un nuovo incontro, un invito a tutti i consiglieri per parlare sulle nostre competenze che sono scuola e viabilità oltre al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (Ptcp) ed al Documento Unico della Programmazione.
Non parliamo più di stallo o di crisi anche se mi sembra che essa porti quasi bene.
Da quando si parla di crisi abbiamo consegnato le aree per l'invaso di Campolattaro, la Fondovalle Vitulanese, la Fortorina. In "crisi" stiamo realizzando, dunque le cose migliori.
Il Bilancio ed il Dup per quanto mi riguarda l'ho già approvato. Chi non ottempera è il Consiglio. Lo riproporrò e se non c'è proroga lo faremo entro il 28 di febbraio.
Questa non sarà né l'ultima chiama e né l'ultima cena. Io non smetterò mai di chiamare, ha concluso Lombardi.
Di diverso avviso, ovviamente, la dichiarazione di Carmine Agostinelli, unico rappresentante di Fratelli d'Italia in aula, il quale ha cercato di ribaltare la colpa di quanto accaduto esclusivamente sull'assenza dei due colleghi del Pd, oltre che degli altri.
Nell'interpellanza all'esame del parlamentino sannita, ha detto Agostinelli, si analizzava la fase politica che stiamo vivendo, sollecitando una riflessione collettiva, per convergere verso una soluzione che fosse utile all’intera provincia di Benevento.
Ma mastelliani e Pd, ha dichiarato ancora, hanno scelto di non presentarsi in aula, sottraendosi così al confronto e facendo venire meno la possibilità di discutere temi cruciali per il nostro territorio.
Questo è il segnale preoccupante di una politica che preferisce evitare il confronto piuttosto che affrontare con metodo condiviso e magari risolvere i problemi.
Riteniamo l'assenza del Pd, seppur annunciata, ancor più grave di quella dei consiglieri di "Noi di Centro". Questo atteggiamento del Pd è un palese aiuto, neanche tanto celato, al presidente ed alla sua maggioranza.
Sembra paradossale ma Ruggiero funge da stampella di Mastella.
Tutti abbiamo chiesto l’azzeramento delle deleghe. Ma questa è una prerogativa del presidente e, quindi, non avendo strumenti diversi per costringere a farlo, dobbiamo utilizzare quelli che la politica ed il Regolamento ci forniscono.
E' incomprensibile e desta sospetto la posizione del Pd che si ritira sull’Aventino e pretende che gli altri gruppi di opposizione seguano il loro pensiero tortuoso, senza concordarlo.
Noi continueremo a lavorare con determinazione, per portare avanti le nostre battaglie, senza paura di confrontarci apertamente.
Siamo pronti e disponibili ad una maggioranza istituzionale che comprenda tutti i gruppi; in caso di chiusura da parte del presidente che non intende azzerare le deleghe, siamo disponibili a concordare con i consiglieri di opposizione, quindi anche quelli del Pd, le iniziative da intraprendere determinando così le scelte programmatorie più importanti.
Diversamente continueremo anche con gli amici di Forza Italia e/o con chi ci voglia stare a fare proposte e richieste di interesse generale.
Attenderemo un altro Consiglio per affrontare la questione di questa interpellanza e di altre che da qui a breve presenteremo, ha concluso Agostinelli parlando anche a nome di Gaetano Mauriello.
Riguardo l'assenza di quest'ultimo, ha detto Agostinelli, è arrivata la convocazione del Consiglio ieri l'altro e per la prima volta, senza alcun garbo istituzionale relativamente a concordare una data e sempre per la prima volta l'ordine del giorno non è passato nemmeno per la conferenza dei capigruppo. Tutto legittimo ma per chi ha impegni fuori città già stabiliti è difficile poi poter adempiere all'invito.
Vincenzo Fuschini, per Forza Italia, ha dichiarato che la questione è nei fatti, nei numeri e nelle presenze.
A parte l'assenza di Mauriello per motivi di lavoro, ci spiace l'assenza di tutti gli altri consiglieri. Quale migliore luogo istituzionale il Consiglio provinciale dove chiedere al presidente che cosa intenda fare nei prossimi giorni e settimane?
Ritengo che questo interesse fosse di Forza Italia, di Fratelli d'Italia ma anche di tutte le altre forze politiche presenti in Consiglio.
Non possiamo capire le intenzioni del presidente e degli altri gruppi consiliari dalle dichiarazioni rese ai giornali altrimenti evitiamo le sedute consiliari e parliamoci dai giornali svilendo così il ruolo della politica e dei consiglieri provinciali.
E' gravissimo che stamane sia mancato il numero legale su una discussione che era a vantaggio di tutti e soprattutto dei cittadini sanniti che hanno il diritto di sapere il presidente della Provincia, rispetto a questo stallo che si è creato, come intenda muoversi.
Poi ovviamente siamo ancora in attesa di atti formali che ci facciano capire cosa voglia fare il Pd e Giuseppe Ruggiero, il capogruppo, e capire anche se leggono allo stesso libro, ha concluso Fuschini.
Il Partito Democratico si è fatto sentire con una nota inviata alla Stampa in replica ai due rappresentati di Fratelli d'Italia alla Rocca dei Rettori, Gaetano Mauriello, anch'egli assente stamane, e Carmine Agostinelli, fino a qualche settimana fa segretario provinciale del partito di casa Mastella, recentemente approdato presso la "quarta sponda" meloniana.
Giova anzitutto ricordare, prosegue la nota del Pd, come l'aritmetica sia una scienza semplice ma rigorosa. Laddove ai 3 componenti della "Destra Centro" si fossero aggiunti i 2 del Pd, il numero legale sarebbe comunque venuto meno: "3+2=5, la maggioranza è 6 (la dichiarazione non considera la presenza di Ciervo ndr).
Essenziale altresì richiamare alle mente dei "meloncini" che il Partito Democratico del Sannio, da sempre coerente avversario del mastellismo, sia l’unico tra i partiti locali ad aver opposto un candidato presidente in occasione dell’elezione di Nino Lombardi. A quel tempo - correva l’estate del 2022 - gli odierni censori delle vicende politiche della Rocca sostenevano a spada tratta l’attuale presidente pontificando sulle magnifiche sorti e progressive del mastellismo sannita che, peraltro, non disdegnava di “valorizzarne” i profili con incarichi e prebende.
Utile anche precisare che l’attuale crisi della maggioranza del Consiglio provinciale sia stata determinata proprio dal "salto della quaglia" dello statista di San Bartolomeo in Galdo che, eletto tra le fila mastelliane, ha cambiato casacca a partita in corso.
Rispetto a tutto questo avvilente spettacolo, il Pd ha assunto una posizione chiara e netta sin dall'inizio: A) Indisponibilità a partecipare a qualsiasi maggioranza politica; B) Azzeramento delle deleghe partitiche per effetto dell’implosione della maggioranza politica preesistente; C) Disponibilità a valutare nel merito le proposte in consiglio provinciale nella trasparenza delle reciproche posizioni.
Nulla è purtroppo cambiato sino ad oggi né, come è noto, la norma consente la sfiducia del presidente della Provincia. 
L'unica soluzione sensata resta il "governo istituzionale" da noi proposto nella conferenza stampa di fine dicembre. Altro non v'è né potrà esserci per il Partito Democratico la cui posizione è sempre testardamente la stessa.
Avversari di Mastella ed alternativi alla Destra post fascista fintamente e furbescamente annacquata dalla underdog della Garbatella.
In ogni caso, discuteremo ed approfondiremo anche la "Crisi della Provincia" nell'Assemblea che il segretario provinciale, Giovanni Cacciano, ha inteso convocare per la prossima settimana.
Noi del Partito Democratico usiamo fare così, conclude la nota del Pd.

 

 

    

comunicato n.169016



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