Benevento, 11-02-2025 20:47 |
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Calcio: Una lunga conferenza stampa per spiegare gli ultimi accadimenti legati al Benevento. Snocciolati tutti i punti oggetto di discussione
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Nostro servizio |
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E' stata una lunga conferenza, durata più due ore, quella che è andata in scena questo pomeriggio nella Sala Stampa dello Stadio "Ciro Vigorito".
Ufficialmente convocata per presentare alla città il nuovo tecnico del Benevento Calcio, Michele Pazienza, l'appuntamento, a cui hanno partecipato il presidente, Oreste Vigorito, e il direttore tecnico giallorosso, Marcello Carli, è stato utile: per fornire delle risposte alle tante domande che si sono venute a creare visti gli ultimi accadimenti che hanno interessato la squadra cittadina che è sempre più in caduta libera, dopo un inizio di stagione spumeggiante che l'ha vista in vetta alla classifica per diverse settimane; per spiegare il mancato arrivo di calciatori nell'ultimo mercato di riparazione che è terminato lo scorso 3 febbraio; per illustrare i motivi che hanno portato all'esonero di Gaetano Auteri.
Riportiamo immediatamente, prima di addentrarci nel racconto, alcuni concetti essenziali.
Il primo è quello espresso da Vigorito il quale ha detto che, nonostante le voci che sono circolate in merito, non ha alcuna intenzione di lasciare la squadra, che non è ancora giunto il momento dell'addio e che, quando succederà, lo dirà a chiare lettere senza troppi giri di parole e che, quindi, non è assolutamente vero, come qualcuno ha potuto ipotizzare, che il non essere intervenuti sul mercato potesse essere l'inizio di un disimpegno; il secondo da Carli il quale ha spiegato che i mancati arrivi dal mercato sono il frutto di una profonda riflessione che ha portato, alla fine, a dare piena fiducia al gruppo, togliendo in questo modo tutti gli alibi possibili; il terzo da Pazienza che ha parlato di una situazione difficile ma non disperata, di un'aria pesante che si respira con la necessità di rasserenare gli animi magari con una vittoria, anche sporca, e che in questo momento ai calciatori cercherà di fornire loro quante più certezze possibili perché dovranno svolgere ciò che riesce loro meglio, senza pensare ad altro.
Riavvolgendo il nastro, iniziamo con le dichiarazioni del patron Oreste Vigorito.
"La presentazione del tecnico non è avvenuta la scorsa settimana per ragioni organizzative, come scritto anche nel comunicato.
Voglio anche rassicurare anche chi dice che probabilmente Vigorito vuole andare via che se decidessi di farlo non mi sentirei moralmente colpevole di lasciare una società.
Sentirei, però, una ferita per l'amore che ho per questo ambiente.
Sarei molto felice se intorno a me nascesse la stessa sensibilità e volontà che ho per l'amore verso questi colori.
Il Benevento negli ultimi sette-otto anni con quel presidente che si dice essere in uno stato confusionale ha fatto la Serie A e la Serie B.
Non ho detto che voglio vincere il campionato ma che una società come la nostra, alla luce anche dei mutamenti che sta subendo il calcio con l'arrivo di tanti fondi internazionali miliardari, non può competere ma deve attrezzarsi dando valore a quello che è il suo fiore all'occhiello, ovvero il suo settore giovanile.
La memoria è corta, ci dimentichiamo i Castaldo, i Cejas, i Sandro e i Sagna. E' quello il livello dove ambiamo stare ma abbiamo anche l'umiltà di stare in Serie C.
Ho sempre detto che il calcio di Serie C mi appassiona ma ho anche detto che non è mio interesse restare in quella categoria poiché sono comunque ambizioso.
Sul piano finanziario, il Benevento è la terza squadra che spende di più e che è stata per quattro mesi in testa.
Ad Auteri sarò sempre grato, ci siamo salutati con una telefonata molto civile.
Dire che voglio portare avanti un progetto giovane non significa raccattare ragazzi nelle scuole calcio (chiaro il riferimento ad uno striscione polemico esposto dalla Curva Sud ndr) ma individuare alcuni ragazzi per farli valutare da tecnici qualificati che li hanno ritenuti idonei per disputare questo campionato.
Questo lavoro la scorsa estate lo ha compiuto Auteri che, al termine del ritiro di Roma, ha fornito una relazione da cui è emersa la convinzione che alcuni di loro potessero essere impiegati in C.
Ricordo che il nostro è un progetto triennale condizionato da quanto accaduto lo scorso anno che ci portato ad avere dei rallentamenti.
Quest'anno, però, siamo riusciti a creare una squadra profondamente rinnovata intervenendo sul mercato subito prendendo calciatori come Lamesta e Manconi per primi.
Tutto questo ci ha consentito di creare un ambiente sereno che ci ha fatto tornare a quella passione del calcio genuino.
Un progetto sano che, però, per motivi che non riusciamo a capire, si è inceppato proprio sul più bello.
Non si può esaltare o denigrare ma soprattutto non si può rompere il giocattolo.
Il mio impegno c'è sempre stato, sia quando stavamo in Serie A ed intervenni con quel poderoso mercato che costò circa 50 milioni di euro pur essendo ultimi per evitare la retrocessione ed allo stesso modo non è vero che non ho voglia di spendere perché voglio restare in Serie C.
Sono stato tradito da tesserati che si trovavano in questa società (il riferimento è al caso scommesse ndr) tanto da farmi venire il vomito di restare nel calcio.
In quel momento potevo decidere di andare via ma non l'ho fatto per l'amore che provo verso questa città e questa squadra con la fiducia della gente che vedeva in me una persona che potessere risollevare il calcio.
Così ho deciso di ricomincare daccapo, creando un nuovo ciclo su basi diverse dove si cercherà di fare quello che tutti vogliono, cioè essere protagonisti.
Chi pensa di spingermi a lasciare il Benevento con questa protesta sappia che è tempo sprecato: finché ci sarà un solo tifoso allo Stadio ci sarò anch'io.
Sul mercato dico che dallo scorso 15 gennaio abbiamo effettuato una serie di riunioni per decidere cosa fare ma ho sempre dato carta bianca per effettuare gli acquisti e per prendere ciò di cui la squadra aveva bisogno.
Poi, come è giusto che sia, ogni valutazione tecnica spetta al direttore sportivo e al tecnico.
Rispetto al passato non abbiamo avuto segnali anche perché abbiamo ragazzi che si impegnano ma che hanno avuto degli scivoloni ed a cui, invece di aiutarli come lo si farebbe con una persona in difficoltà, rispondiamo con dei calci nel sedere.
Siamo attenti e vigili, la società farà ciò che ritiene ciò che sia giusto fare, abbiamo un direttore sportivo competente e un allenatore che era stato scelto già due anni fa e che abbiamo continuato a seguire fino ad oggi.
Se poi qualcuno ha qualche remora per il suo passato (il riferimento al fatto che Pazienza abbia allenato l'Avellino ndr) si ricordi di De Zerbi che abbiamo attaccato al suo arrivo e poi pianto quando è andato via.
Porteremo avanti il discorso dei ragazzi non perché costano poco e non vogliamo spendere ma perché speriamo che restino quello che sono, un po' acerbi ma puliti, che matureranno, sperando che qualcuno gli abbia insegnato ad amare la maglia.
Abbiamo fiducia nel futuro e anche nella tifoseria, capace di scrivere striscioni di passione ma anche di critica. D'altronde, è il loro compito.
Auteri era il primo sostenitore di questa squadra e di questo gruppo che, secondo lui, andava integrato e migliorato solo se si fosse trovato qualcuno forte che avesse potuto fare la differenza.
Sappiamo tutti che fare mercato a gennaio è difficile, chi ha buoni calciatori difficilmente li concede, poi ci sono quelli infortunati e quelli che non giocano.
Auteri era d'accordo, se dovevamo prendere qualcuno doveva essere superiore a quelli presenti in una squadra che stava al primo posto.
Il giorno dell'esonero gli ho scritto un biglietto perché ritenevo che fosse provato per quello che stava vivendo, mi ha richiamato dopo appena cinque minuti.
Questo per spiegare il bel rapporto che mi lega e la sofferenza avuta nel mandarlo via.
Con lui non c'è stato un vero e proprio contrasto, dopo la gara con il Monopoli siamo rimasti a parlare allo Stadio fino alle 2.00 del mattino per cercare di capire quali fossero i problemi.
Tornando alla parole dette davanti alle telecamere della Rai, in quel frangente dissi che il progetto, indipendentemente dal risultato sportivo, sta andando avanti.
A Carli dissi che ero esaurito e che il dover andare in Procura a parlare di scommesse mi aveva devastato.
Così gli chiesi se gli andasse di costruire un gruppo che avesse prima di tutto deli importanti valori morali. Ottenuto da lui il consenso, abbiamo deciso di andare avanti.
Chiamato Andreoletti, il suo inizio fu ottimo poiché porto a casa quattordici risultati utili consecutivi ed oggi è primo in classifica a Padova.
Però per lui ci fu l'esonero poiché ci rendemmo conto che, per gestire una squadra come la nostra, c'era bisogno di un tecnico che avesse una maggiore esperienza e, per questo, chiamammo Auteri che poi abbiamo riconfermato la scorsa estate.
Auteri non è andato via perché ha pareggiato con il Monopoli ma perché il redimento complessivo da diverse giornate stava scendendo.
Ad inizio anno ho detto che avevamo due obiettivi: vincere il campionato e proseguire con il progetto giovani. Farli entrambi voleva dire aver fatto bingo.
Con 8 punti in 10 partite, però, si va in quarta serie. Non abbiamo avuto risposte soddisfacenti e abbiamo scelto di cambiare.
Sul mercato, non abbiamo ritenuto che ci fossero elementi capaci di far fare alla "rosa" un salto di qualità.
Aspettiamo giugno e i risultati. Il motivo è questo, non ce n'è un altro.
Non mi pare che stiamo lavorando per farvi disinnamorare del Benevento: siamo la quarta società per abbonamenti ma la prima per abbonati che non vengono a vedere la partita.
Questo però non condizionerà mai la società a fare una cosa invece di un'altra.
Rispetto tutti ma non mi dite che sono io che faccio disinnamorare i tifosi.
Abbiamo realizzato tante iniziative, anche in provincia, abbiamo invitato altre società a venire allo Stadio, il nostro impegno lo stiamo mettendo.
Perché dovevamo prendere un centravanti se avevamo il miglior attacco della Serie C fino a poche settimane fa?
Nunziante ha avuto richieste da club di Serie A che lo avrebbero mandato a giocare, di nuovo, in C.
I nostri giovani non li abbiamo mandati in prestito perché riteniamo che quelli bravi debbamo maturare con noi.
In passato ne abbiamo mandati qualcuno a Latina (Sorrentino ndr) ma non hanno mai giocato.
Prisco la stavamo mandando via poi Auteri lo ha visto e, dopo una settimana di lavoro con lui, ha deciso di tenerselo dicendo che era forte.
Alla parola "Insieme" ci credo davvero e non è per prendere per in giro qualcuno (nuovo riferimento ad un altro striscione polemico della Curva Sud ndr).
Ci sono squadre che hanno fatto grandi campagne acquisti e sono ancora dietro di noi.
Sulla scelta di Pazienza hanno inciso alcuni concetti generali, la sua concretezza e la sua voglia di compiere una bella carriera da allenatore.
L'entusiasmo con cui ha accettato e il suo pragmatismo sono le cose che mancavano a questo Benevento.
Sulla mancanza di un difensore dico che in organico ne abbiamo sei e quanto accaduto a Biella è stata una ecatombe.
Non credo che per questo motivo dobbiamo avere quaranta calciatori in organico".
Quindi passiamo al tecnico Michele Pazienza
"L'aria che si respira è pesante, ci sarebbe bisogno di una barzelletta ma, purtroppo, non le so raccontare.
A parte le battute, sono qui per presentarmi alla città attraverso le domande che mi verrano fatte.
Dopo la partita ho detto che non mi è piaciuto l'atteggiamento dove per atteggiamento intendo il modo di reagire alle scelte degli avversari.
Ci abbiamo lavorato poco prima dell'incontro e gli imput dati non sono stati sufficienti, ci vorrà del tempo ma siamo qui per questo.
Stiamo vivendo un periodo particolare in cui paghiamo ogni piccolo errore, questa situazione deve cambiare e se in futuro subiremo delle reti lo sarà perché gli avversari sono stati bravi.
Sarà importante agire sulla testa di ogni singolo calciatore, anche su chi non gioca.
La sconfitta di domenica non deriva da un aspetto fisico, ho trovato una squadra ben allenata, predisposta, disponibile, con giocatori che hanno voglia di seguire la propria guida tecnica.
Su questo sono sereno e fiducioso.
I gol sbagliati? Non riguarda solo noi.
Ciò che è importante è arrivarci più volte poiché se lo facciamo abbiamo la possibilità di realizzare più reti.
Quello che non farò è mostrare i numeri alla squadra poiché, in questo modo, certificheremo il momento difficile che stiamo vivendo.
In questo momento ciò che mi preme è dare quante più certezze possibili, mettendo i calciatori nelle condizioni di svolgere quello che sanno fare, cioè giocare al calcio.
Darò loro dei compiti specifici per il ruolo che svolgono, senza chiedere qualcosa di diverso o qualcosa in più. La fiducia si riacquisisce con il risultato.
Ognuno di loro deve fare le cose semplici, solo così possiamo uscirne.
Ho cercato di non stravolgere nulla a livello tattico per farli lavorare dove si sentono a proprio agio.
Questa squadra ha bisogno di giocare sempre ad un ritmo alto.
La vera forza di questa squadra è la velocità, l'intensità e non possiamo lavorare a un'intensità bassa.
Non possiamo prescindere dall’alta velocità, se ci affidiamo alle giocate individuali andiamo in difficoltà e si fa fatica.
Il mio obiettivo è quello di conquistare, con il lavoro quotidiano, la riconferma, non quella del contratto, perché a me interessa che la riconferma arrivi attraverso la stima e la fiducia.
Qualora dovessimo raggiungere la promozione mi sentirei un allenatore che ha raggiunto il suo obiettivo.
Questo lavoro non si può fare venendo al campo e timbrando il cartellino, serve metterci cuore e passione.
Da calciatore con il cuore e la passione sono riuscito a fare cose che non immaginavo di poter fare, e lo stesso spero di fare da allenatore.
Ho la necessità di entrare nella testa dei ragazzi e far sì che riescano a seguirmi, a crescere ed a creare un gruppo sano e forte.
E' vero qualche centimetro manca ma la caratteristica che non deve mancare è l'intensità.
Bisogna tenere l’intensità alta, accettare i duelli corpo a corpo con agonismo e ferocia.
I centimetri sono importanti, fondamentali ma ci sono anche altre situazioni sulle quali poter lavorare.
L'allenatore ha il compito di trovare le soluzioni più comode ed efficaci.
C'è bisogno di sporcarsi, di essere più spigolosi, di capire che la Serie C ci impone fame nei duelli.
Vorrei ridare alla squadra l'efficacia nell’ottenere dei risultati importanti, poi il resto viene da sé.
Finora la squadra ha espresso un calcio bello venendo meno però nelle caratteristiche della categoria.
Ad inizio stagione quando si riuscivano ad ottenere importanti risultati i giovani erano leggeri, spensierati, freschi dal punto di vista fisico.
In questo momento la squadra ha bisogno di maggiore equilibrio.
La prima scelta è stata il passaggio al centrocampo a tre, perché si prendevano troppe ripartenze.
Dai giocatori più esperti ho trovato la massima disponibilità e la voglia di aiutare i giovani.
I giovani, a loro volta, devono assumersi delle responsabilità anche se hanno vent'anni.
Starita nasce come attaccante esterno, è un giocatore che è stato adoperato più o meno in quella zona, ha reso molto di più accentrandolo e facendolo lavorare vicino alla punta.
Lo vedo come attaccante centrale, seconda punta, può essere utile nella zona centrale del campo. Si avvicina molto alle caratteristiche di Lanini e Manconi.
Perlingieri, invece, è più un centravanti di manovra, gli piace venire a fare gioco in modo che gli esterni possano riempire gli spazi che crea.
In attacco abbiamo la possibilità di compiere più scelte. Il mio compito è quello d'individuare il meglio per la squadra".
Infine, il direttore tecnico Marcello Carli.
"La consuetudine vuole che gli allenatori vengano presentati a giugno e non nel mese di febbraio.
Prima d'ingaggiarlo, abbiamo chiesto a Pazienza se gli piacesse la squadra, alla sua risposta affermativa è seguita la decisione di prenderlo.
La nostra volontà fino all'ultimo era quella di non procedere all'esonero ma alla fine abbiamo dovuto cambiare idea.
Questa squadra nelle prime quindici giornate si è classificata al primo posto, nelle ultime dieci al tredicesimo.
Purtroppo questi sono i numeri che fotografano al meglio la realtà dei fatti per una situazione che, ad essere sinceri, non ci aspettavamo.
Sul mercato è stata una mia decisione non predere nessuno, se avessi dovuto prendere un giocatore per sporcare la squadra non lo avrei fatto, credo che questo gruppo abbia le caratteristiche per uscire da questo difficile momento.
Non so se per vincere il campionato, di sicuro sin dall'inizio ho detto che se questa squadra non avesse fatto lo step non sarebbe arrivata fino in fondo.
Pensavo che questa squadra partisse con qualche difficoltà e poi venisse fuori, mentre ha fatto l'esatto opposto.
Per questo abbiamo deciso di compiere questa scelta in merito all'allenatore.
La responsabilità sul mercato è solo mia.
Con Auteri ho un rapporto personale come non mai avuto con un altro allenatore, è una ferita aperta e lo dovrò sentire, quando sono più sereno.
In estate abbiamo preso subito Lamesta e Manconi, poi Oukhadda e Borello oltre ad aver reintregrato Viviani e Acampora che ora sono giocatori a tutti gli effetti; in più abbiamo Tosca.
Abbiamo altri cinque-sei giocatori che hanno un impatto, vogliamo vedere anche chi a giugno si sarà meritato la conferma.
L'esonero di Auteri è stata una scelta dolorosa ma siamo in un momento negativo e dobbiamo venirne fuori.
Auteri ha dato qualcosa d'importante al Benevento, come il Benevento ha dato qualcosa d'importante a lui poiché il presidente lo ha chiamato in un momento difficile della sua carriera.
Sulla scelta ha influito anche il fatto che era disponibile un tecnico come Pazienza che stavamo seguendo da un po'.
Lo scorso anno avevo proposto al presidente Andreoletti, lui voleva Pazienza e ogni volta che l'Avellino vinceva mi mandava un messaggio scrivendo: "Pazienza ha vinto anche oggi".
Era un nome, si pensava a una persona giovane e fresca e con ambizione, quello che serve al Benevento quest'anno.
Sul mercato, a fine anno passerò da stupido per non aver operato, come è giusto che sia, ma questa è una responsabilità in più anche per i ragazzi: né io né loro abbiamo alibi, o si reagisce o abbiamo fallito.
So quanto ho sofferto per l'esonero di Auteri, pensavamo si fosse appiattita la cosa.
Si è fatto un incontro con Pazienza e abbiamo avuto l'impressione che ci potesse dare una mano.
Siamo andati a cercare un difensore, poi non c'era il tipo di giocatore che potesse alzare il livello e abbiamo pensato di tenere i nostri.
Sui nostri giovani dico che Carfora è un ragazzo forte, c'è stata qualche difficoltà nella gestione ma secondo noi è anche cresciuto.
Sena era voluto fortemente da diverse squadre ma per noi è un giocatore forte e di prospettiva e, per questo, lo abbiamo tenuto.
L'anno scorso Viscardi aveva lo stesso problema, poi ha giocato i play-off e da lì ha avuto più spazio.
Pensiamo che Pazienza ci possa far trovare quella strada che la squadra aveva perso, perché crediamo che le qualità dei ragazzi siano superiori a quelle dimostrate in quest'ultimo periodo".
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