Benevento, 29-01-2025 10:10 |
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Il cittadino affetto da polmonite pratica, qui da noi, la terapia sulla barella nelle condizioni piu' disagiate e disumane
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Nostro servizio |
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La notizia, diffusa dallo stesso interessato attraverso una rete nazionale, che Clemente Mastella, qualche settimana fa, sia stato ricoverato per otto giorni al Policlinico "Gemelli" per curare una polmonite, attraverso i social, ha incontrato vasta eco con pareri, i più disparati, permettendo, oggi, a Peppino De Lorenzo di esprimere un suo commento.
"Anche io, come tanti, ho appreso che il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, per curare una polmonite, sia stato ricoverato a Roma (nella foto di archivio, in apertura, Clemente Mastella, Fausto Pepe e Peppino De Lorenzo).
Ritengo, da subito, augurare all'interessato una definitiva guarigione. Da medico e da uomo non posso che fargli un augurio, schietto e disinteressato.
La salute è l'unico e solo bene supremo e giammai è auspicabile augurare la sofferenza a chicchessia anche a chi tanta sofferenza l'ha fatta subire a me, volutamente, a piene mani.
Ciò precisato, mi sia consentita una valutazione sull'accaduto.
Nel momento in cui la sanità, anche qui da noi, sia ridotta in uno stato comatoso, Mastella, non è la prima volta, quando si imbatte in problemi di salute, scappa spedito da Benevento.
Proprio lui che, da primo cittadino, dovrebbe, invece, dare l'esempio.
Tale comportamento appare vieppiù grave e non condivisibile considerando che, allo stato, il malcapitato cittadino, per praticare una indagine, anche quelle, come Tac e Risonanza Magnetica, spesso rivelatrici di gravi patologie, debba aspettare mesi e mesi.
L'arrivo, poi, al Pronto Soccorso del "Rummo", il più delle volte, costituisce il preludio di una lunga e disagiata permanenza su di una barella (nella prima foto in basso, uno dei tanti appelli lanciati dagli utenti su "Gazzetta").
Dinanzi ad un quadro sì deplorevole, Mastella, per curarsi una polmonite, è scappato a Roma.
Come tutti i comuni cittadini, che lui rappresenta, dovrebbe essere, sempre ed in ogni occasione, il primo a scegliere il nostro Ospedale.
Lo scorso anno, in questi stessi giorni, anch'io fui colpito da una severa forma di polmonite.
Non sono scappato, ma ho ritenuto giusto affidarmi alle cure di un noto e bravo pneumologo del "Rummo", Gaetano Beatrice (nella seconda foto in basso).
Venerdì scorso, ho dovuto praticare una Tac. Anche in questo caso, non sono andato altrove, ma, ancora una volta, sono rimasto qui e, fiducioso, seguirò le indicazioni terapeutiche dei colleghi beneventani, partendo dal radiologo Luigi De Minico (nella terza foto in basso) che non mi ha abbandonato un solo attimo.
Mastella non è nuovo a queste fughe fuori sede nei momenti di bisogno. Lo ha fatto, scappando, seduta stante, all'Ospedale Complesso Integrato Columbus di Roma (nella quarta foto in basso) anche nel marzo 2018, a seguito dei danni riportati dopo un incidente stradale mentre transitava, accompagnato dal presidente del Consiglio comunale, Renato Parente (nella quinta foto in basso), lungo la statale "Telesina".
Come se a Benevento non ci siano ortopedici, anche specialisti nella chirurgia della mano, che sarebbero stati nelle condizioni ottimali ad intervenire.
Questo comportamento costituisce un'offesa ai tanti medici, bravi e preparati, del nostro territorio.
Sì, un'offesa grave ed ingiustificabile, che, questi ultimi, di certo, non meritano.
Ed ancora, chiese ed ottenne, anni fa, il rientro d'urgenza in Ospedale del chirurgo Angelo Raffaele Crafa (nella sesta foto in basso), collega a me caro, all'epoca già in quiescenza, al fine che un congiunto fosse sottoposto ad una banale appendicectomia.
Io ero lì. I colleghi rimasero basiti e commissero il grave errore di non alzare la voce. Assistettero increduli, ma in silenzio.
In definitiva, per Clemente Mastella i sanitari di Benevento sono degli impreparati ed inetti che possono curare solo la povera gente. Il che appare senza scusanti.
Giorni fa, seguendo la consuetudine che, da sempre, spinge tutto il parentado a rivolgersi a me onde seguire le esumazioni delle persone care, mi sono imbattuto in una esperienza che mi ha sconvolto, anche se nella vita non mi siano mancate esperienze, appunto, di ogni tipo.
Nel ringraziare, ancora, tutti gli addetti alla delicata operazione, per la disponibilità e correttezza dimostrate, questa volta, diversamente dalle altre, mi sono imbattuto in una visione che, forse, non dimenticherò più.
Questa è la triste realtà della vita cui, in molti, segnatamente i politici, non pensano, o meglio, evitano di pensare. Di quella visione a qualcuno avrei preferito mostrare una foto per convincerli, forse, a comprendere cosa siamo.
Nei casi delicati, ed oggi ve ne sono tanti, più del passato, anche la corsa al "Gemelli", in ultimo, può risultare vana. E la considerazione ovviamente è generica e non lo riguarda.
Per concludere, risibile, inoltre, è l'appello che, oggi, Mastella ha rivolto ai beneventani: "...invito tutti a stare più attenti perchè l'attuale è una brutta epidemia..."
Sì, è vero, bisogna fare attenzione. Nulla di più esatto e condivisibile.
Con l'aggravante, però, che il cittadino affetto da polmonite debba praticare, qui da noi, la terapia sulla barella nelle condizioni più disagiate e disumane, mentre lui, invece, si sia curato, comodamente, in un letto del "Gemelli", in una stanza a "cinque stelle".
Poveri noi!"
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