Benevento, 19-01-2025 09:15 |
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Mentre ero intento a leggere l'annuncio murale in cui Aida era indicata quale " 'a dottoressa", mi sono trovato davanti alla sua bara
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Nostro servizio |
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Domenica scorsa, Peppino De Lorenzo ha ricordato Felice Mazza, che fu cardiologo e docente alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Napoli. Sannita, da tanti, ancora oggi, ricordato con affetto mai sopito.
Ora, restando nello stesso nucleo familiare, sofferma l'attenzione su di un altro medico, Aida De Lucia (nelle varie foto), scomparsa lo scorso ottobre nel pieno vigore della maturità intellettuale, sorella di Ele e di Danila, già senatrice della Repubblica.
"Ritengo opportuno, non ritornare, avendo avuto occasione di farlo più volte, a descrivere il legame che, fin da ragazzo, ininterrottamente, mi ha legato alla famiglia De Lucia.
In questa circostanza, invece, è mia intenzione rinverdire la memoria di Aida, nata qui da noi e, poi, divenuta medico di base, svolgendo, per molti anni, la sua professione a San Felice a Cancello.
Aida era figlia dell'indimenticato direttore di "Messaggio d'Oggi", Giuseppe De Lucia, e di Elvira Mazza, sorella, quest'ultima, del cardiologo Felice, di cui ho scritto la scorsa settimana.
Diversamente dal rapporto, rimasto vivo e presente, con i suoi germani Ele e Danila, con Aida, nel corso del tempo, le frequentazioni sono state più diradate.
Unica motivazione è stata che lei, conseguita la maturità, iscrivendosi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia all'Università di Napoli, si allontanò dalla nostra città stabilendosi, per essere più vicina alla città partenopea onde seguire gli studi, nella casa di famiglia a Santa Maria a Vico.
Raggiunta la laurea, poi, è stata medico di base a San Felice a Cancello ove sposò il collega radiologo, Antonio Basilicata, che, qui da noi, di sicuro, saranno in tanti a ricordare per avere svolto per anni la sua attività all'Ospedale "Fatebenefratelli".
Aida, giorno dopo giorno, aumentò il numero dei suoi assistiti cui, sempre ed in ogni occasione, ha saputo, egregiamente, offrire tanta professionalità non disgiunta, quest'ultima, da una incarnata umanità.
Non è venuta mai meno al suo compito di medico anche quando una indomabile malattia la incominciò ad inseguire ancora in giovane età, contro la quale ha, con forza, combattuto, fino all'epilogo drammatico dello scorso autunno.
Nella nostra città, comunque, malgrado i quotiani impegni, non mancava di venire, quando era possibile, a casa dei familiari, rimasti qui.
Ho avuto modo di verificare di persona, proprio il giorno dei funerali, l'affetto che i pazienti nutrivano per lei.
Non dimenticherò mai l'impatto, singolare e suggestivo, malgrado la triste circostanza, che ebbi con la sua gente, domenica 27 ottobre scorso, nel momento in cui giunsi a San Felice a Cancello per partecipare al rito funebre.
Mentre ero intento a leggere l'annuncio murale in cui Aida era indicata quale 'a dottoressa, così come in paese era conosciuta, d'improvviso, sono stato circondato da tante persone che, con tono familiare, pur non conoscendomi, rivolgendosi a me, dissero: "Siente un medico, vero? Da dove venite? Vi accompagniamo noi a casa della nostra dottoressa".
Sì dicendo, senza offrirmi la possibilità di profferire parola alcuna, incominciarono a camminare invitandomi a seguirli.
Lungo il percorso, i personali ricordi di ognuno che evidenziavano, a chiare lettere, il legame di tanti anni.
Mi sono così trovato, quasi frastornato, innanzi alla bara che raccoglieva i resti mortali di Aida.
In quel momento, il ricordo di tutti i componenti la famiglia De Lucia ed il tempo in cui, segnatamente nel periodo estivo, giovanissimo, mi recavo a Santa Maria a Vico in visita al preside De Lucia ed alla signora Elvira, che trascorrevano le ferie nella casa di famiglia che fu del nonno di Aida, Samuele, avvocato del territorio.
Oggi, Aida riposa in pace. Da parte mia, proseguirà l'affetto con Danila e suo marito Nazzareno, nonché con Ele, finché la mia vita duri".
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