Benevento, 29-12-2024 09:19 |
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Onofrio Catalano inizio' la sua professione al "Rummo" distinguendosi, fin dal primo momento, per le sue indiscutibili capacita' professionali
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Nostro servizio |
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Questa domenica, in occasione della consegna, avvenuta venerdì scorso, ad Onofrio Catalano, illustre radiologo, da parte del Lions Club Benevento Host, del prestigioso riconoscimento "Le eccellenze del territorio nelle arti e nelle professioni", di cui "Gazzetta" ha dato notizia, Peppino De Lorenzo, che, come pochi, ben conosce la storia del nostro territorio, non si astiene dall'aprire un altro cassettino della sua memoria approfondendo la circostanza di particolari.
Una esperienza singolare quella di Catalano che molto si accomuna ad un'altra che, all'epoca, interessò Antonio Iavarone.
"Ritengo giusto e doveroso, in qualità di medico e figlio di questa terra, rivolgere, da subito, un plauso ai dirigenti del Lions Club Benevento Host per la nobile e lodevole iniziativa assunta, solo qualche giorno fa, di conferire ad Onofrio Catalano (foto di apertura) il prestigioso riconoscimento "Le eccellenze del territorio nelle arti e nelle professioni".
Catalano che, da medico, partendo da Ceppaloni, piccolo paese della nostra provincia, anche se con non poche difficoltà, oggi, lavora e raccoglie ripetuti successi internazionali negli Stati Uniti d'America.
E' superfluo ricordare che Onofrio Catalano, allo stato, sia titolare della cattedra alla Harvard Medical School e radiologo al Massachusetts General Hospital.
La premiazione odierna (nella prima foto in basso) è oltremodo meritata, ma, evitando volontari vuoti di memoria, a mio avviso, questa città, e l'Ospedale "Rummo" in particolare, quale primo atto, avrebbero dovuto rendere pubbliche scusa al nostro illustre conterraneo.
Onofrio Catalano iniziò la sua professione proprio al "Rummo" distinguendosi, fin dal primo momento, per le sue indiscutibili capacità professionali.
Nel momento in cui si ravvisò la possibilità di raggiungere, meritatamente, più alti ed ambiti traguardi, in collaborazione anche con lo stesso nosocomio cittadino, gli ostacoli che il giovane radiologo incontrò sul suo cammino furono innumerevoli.
Sarebbe oltremodo prolisso elencarli singolarmente, ma, da questa vicenda, emerge, ancora una volta, il deplorevole comportamento che il nostro territorio, come l'intera Italia, sia uso assumere nei riguardi dei suoi figli migliori.
Tutti fecero silenzio e, se la memoria non mi inganna, all'epoca, il solo ad assumere una posizione decisa e forte fu il consigliere regionale Luca Colasanto (nella seconda foto in basso), cui fece seguito un'altra, quella di Sandra Lonardo Mastella, allora presidente del Consiglio Regionale della Campania.
E' così che i cervelli migliori scappano via.
Nella dolorosa vicenda c'è anche qualche episodio sul quale preferisco tacere, ma che Catalano, di sicuro, ricorderà. Lui, infatti, da maestro, riuscì a porre una corretta e precisa diagnosi ad un paziente, ignorata e non formulata, purtroppo, da qualche altro. Ed anche in quella occasione, Catalano non fu capito. Anzi!
In questo momento, nel porgere i migliori auguri di buon lavoro al collega Onofrio Catalano, mi è gradito rivolgere un pensiero affettuoso al padre, Ennio.
Ricordo, come se fosse oggi, quando, questi, nel lontano 2019, in occasione di una dolorosissima circostanza, da galantuomo, avvertì l'obbligo morale di venire nel mio studio per ringraziarmi.
Parlammo a lungo entrambi con gli occhi colmi di lacrime.
La vicenda di Onofrio Catalano mi riporta ad un'altra simile che dimostra, qualora ce ne sia bisogno, che, qui da noi, nel silenzio voluto della politica, episodi del genere non siano mancati.
Mi riferisco ad Antonio Iavarone (nella terza foto in basso), scienziato di chiara fama.
Di quest'ultimo ebbi già modo di scrivere riportando un lungo e fraterno discorso avuto, una mattina, con il padre Annibale, noto pediatra, seduti nel corridoio del reparto di cardiologia del "Rummo" ove agonizzava Salvatore Lombardi.
Infatti, tra i due vi era un'amicizia solida, fraterna, sorta negli anni della prima giovinezza, che non era mai sminuita con il lento ed incessante trascorrere del tempo.
Fu proprio Annibale Iavarone (nella quarta foto in basso con Antonio piccolo), quella mattina, incontrandomi, casualmente, davanti al bar del "Rummo", che, conoscendo il mio legame con Lombardi, rendendosi conto che fossi all'oscuro di tutto, mi disse: "Salvatore, ricoverato nel suo reparto, sta morendo".
Proprio in cardiologia, lui si aprì narrandomi le vicissitudini che suo figlio Antonio aveva incontrato, qui da noi, avendo dovuto lasciare, per questo, definitivamente, l'Italia.
Era suo desiderio che Antonio fosse rimasto a Benevento e magari lavorare proprio al "Rummo".
Ed, infatti, per soddisfare il desiderio paterno, il giovane Antonio si presentò ad un concorso bandito presso il nosocomio cittadino, ma fu bocciato.
In qualsiasi ospedale d'Italia concorreva riusciva ad essere sempre vincitore.
Solo a Benevento, il rifiuto che, osservando la futura realtà, si è rivelato una fortuna.
Così, nel 1990, andò negli States, con il solo intento di perfezionare gli studi, ma, invece, rimase lì.
Né, successivamente, ipotizzando un rientro in Italia, andò in porto il programmato Mediterrean Institute of Bioyechnology (Mtb), una grande comunità scientifica che doveva sorgere a Pino Cappelle e che Antonio Iavarone avrebbe dovuto presiedere, con ospedali, ristoranti, laboratori scientifici e scuole di specializzazione, con la ipotizzara assunzione di seimila dipendenti.
Quando, poi, il contributo che gli studi sul cancro di Antonio Iavarone hanno, giorno dopo giorno, avuto vasta eco in tutto il mondo, i messaggi e gli interventi dei politici si sono sprecati e si sprecano ancora.
Per onore di verità, gli unici che, anche oggi, hanno il diritto di parlare rimangono Pasquale Viespoli e Carmine Nardone, i soli, all'epoca, ad essere stati lungimiranti.
Di tutto questo e di altro, nel corso di una intera mattinata, ebbi modo di parlare con Annibale Iavarone nel corridoio del reparto di cardiologia.
Per fortuna, non facendo parte delle consolidate spartizioni politiche, Antonio, all'epoca, non fu desiderato al "Rummo".
Sarebbe gradito, malgrado gli anni trascorsi, conoscere i nomi dei suoi esaminatori.
Meglio, comunque, che sia andata così.
Come, poi, si è verificato per Onofrio Catalano".
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