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Benevento, 25-12-2024 09:25 ____
Alcune persone somigliano ai libri. Alcuni ti ingannano con la copertina, altri ti sorprendono con il contenuto
Nella vita ho incontrato tante persone meravigliose, ma anche molti cattivi, privi di scrupoli e moralita', ingrati fino all'inverosimile. L'esperienza politica e' stata per me distruttiva, commenta Peppino De Lorenzo
Nostro servizio
  

Peppino De Lorenzo (foto di apertura), in occasione del Natale, non propone, come di consueto, la rievocazione di episodi significativi o di personaggi del nostro territorio, ma si sofferma su personali valutazioni frutto, queste ultime, del delicato momento che stiamo attraversando.
"Il Natale, malgrado l'attuale vissuto che, impietosamente, ha fatto smarrire tutti i valori, comunque, rimane la festa più sentita, se non l'unica, dell'intero anno.
In queste ore, emergono tanti ricordi che rendono l'uomo ricco.
Infatti, questi ultimi, serbano, gelosamente, quanto di più bello ci sia sulla terra.
Si avverte, più del solito, la mancanza delle persone care che non ci sono più rivolgendo, nel contempo, il pensiero a quanti soffrono. Ed anch'io, in questi giorni, come tanti, sono coinvolto, senza neanche accorgermene, in un attento esame di coscienza.
Se un giorno, lasciando l'esistenza terrena, incontrerò Iddio, anche se, mi si perdoni, nutro qualche dubbio, non avendo commesso in vita peccati gravi, spero di essere assolto a conclusione del suo giudizio. Se lo sarò, comunque, ciò avverrà per insufficienza di prove.
Ho raggiunto una discreta età. Quando ero ragazzo consideravo un uomo anziano al pari di me un vecchio bacucco.
Oggi, tuttavia, malgrado gli anni, non mi sento un vecchio bacucco.
Probabilmente, ciò dipende dal fatto che abbia lavorato tanto e continuo a lavorare senza sosta, da mattina a sera. Medico si rimane finché in noi ci sia un solo anelito di vita.
Proseguo nel mio quotidiano lavoro non già per mercimonio. Nel mio studio, frequentato, quotidianamente, da tantissime  persone, mai nessuno ha posto un solo onorario sulla scrivania.
Ciò considerando, ritengo di averla ben riempita la mia vita. Posso, quindi, accontentarmi e ritenermi fortunato anche se, ponendomi contro il sistema imperante, le vicissitudini incontrate non sono state poche.
Nel tempo in cui, a gran voce, evidenziavo le storture della sanità, che facevano ben intravedere gli attuali tempi difficili, fui ritenuto fuori dal mondo. Epperò il tempo rimane sempre un giudice imparziale e giusto.
Oggi, lo sfascio della sanità è sotto gli occhi di tutti e per praticare alcune indagini di laboratorio trascorrono mesi e mesi. Ciò vale, il che è gravissimo, anche per esami delicati, quali Tac, Risonanza Magnetica e giù di lì, che molte volte sono rivelatrici di patologie serie.
Il vissuto di quegli anni difficili mi ha, poi, insegnato a dosare tutto: Parole, amici e fiducia.
Infatti, alcune persone somigliano ai libri; alcuni ti ingannano con la copertina, altri ti sorprendono con il contenuto.
Il malcontento attuale nelle stanze dell'Asl è ben conosciuto. Qualche funzionario di specchiata preparazione sta scappando in questi giorni non sopportando quanto si verifica. Ed altri sono pronti a fuggire.
Nella vita ho incontrato tante persone meravigliose, ma anche molti cattivi, privi di scrupoli e moralità, ingrati fino all'inverosimile.
L'esperienza politica è stata per me distruttiva. I mastelliani, prima mi relegarono inoperoso, per un anno e mezzo, in un corridoio per cedere il mio posto alla ceppalonese di turno, poi, tentarono, in ultimo non riuscendoci, dopo mie sofferenze atroci, di farmi perdere il posto di lavoro; un avvocato, gratuitamente, difendendo l'Asl, mi ha definito "truffatore, falsificatore di bilanci, uso a frodi processuali, avanzo di galera" e la magistratura nostrana non mi ha difeso.
Incredibile!
Ho vissuto e vivo un'esperienza terrificante difficile ad essere raccontata. Mi sono rivolto, quale ultima spiaggia, al Consiglio Superiore della Magistratura. Non so se avrò giustizia.
Potrei parlare all'infinito, ma prima di lasciare la scena del mondo, quegli appellativi che, di certo, non si addicono a me dovranno essere chiariti. Spero di averne il tempo prima di chiudere gli occhi per sempre.
Il fatto più grave, e può capitare a tutti, è rappresentato dalla condizione che, quando ci si imbatte in queste realtà, l'indifeso cittadino non sa a chi rivolgersi.
Si rimane soli con se stessi non potendo reagire nella tema di pagare un prezzo ancora più alto.
Quando ci si trova impigliati nella rete della giustizia, segnatamente qui a Benevento, il galantuomo viene stritolato, mentre il delinquente riesce a lacerare la rete.
I vertici politici nazionali hanno almeno la possibilità di parlare e possono, a gran voce, criticare l'attuale operato della magistratura. Il semplice cittadino, invece, è costretto a tacere.
Chi come me ha vissuto la giovinezza negli anni della ripresa, oggi, non può che sentirsi smarrito.
Io sono stato abituato alla Procura della Repubblica retta da personaggi quali, ad esempio, don Ambrogio Romano e don Giovanni Filippella.
La magistratura necessita, senza ulteriori indugi, di una sostanziale riforma. I due casi di questi giorni, relativi a Salvini e Renzi, sono emblematici.
Senza ricordare, fra le tante, la triste vicenda del pastore sardo, Beniamino Zuncheddu (nella prima foto in basso con De Lorenzo), assolto, mesi fa, dopo 33 anni di ingiusta galera.
Bisogna, in ogni caso, ridimensionare l'onnipotenza dei giudici.
Ha ragione Raffaele Della Valle (nella seconda foto in basso con De Lorenzo), difensore di Enzo Tortora, quando afferma: "...chi tocca i fili della magistratura, muore..."
La mia mente è rimasta lucida come un tempo, ma spesso, volutamente, muta.
Ho vissuto e vivo ancora tanto intensamente che, in ultimo, mi sembra di avere attraversato più di una vita.
Mi sarebbe piaciuto essere credente, ma le cattiverie incontrate mi hanno, in ultimo, permesso di conoscere a fondo il mondo allontanandomi dalla fede. Mi sarebbe, comunque, piaciuto.
Non ho mai trovato giustifica alcuna alla sofferenza dei bambini. Se si entra in un centro oncologico pediatrico, quelle immagini non saranno più cancellate dalla mente. Mi si spieghi, allora, come tutto questo possa avvenire.
La sofferenza dei piccoli è illogica, innaturale, come difficilissimo è aiutare una mamma nel suo dolore, la mamma che, per il suo figlioletto, è la sola ad avere ogni diritto di azione.
Dostoevskij, non a torto, sosteneva che, fino a quando sulla terra vi sia un solo bambino che soffra, si abbia difficoltà a credere in Dio.
La mattina mi alzo, bevo il caffè e, poi, controllo quanto di grave abbia interessato l'Italia e l'intera umanità.
Se i miei nipotini, come spesso accade, hanno dormito da me, vado nell'ala della casa loro destinata e l'inizio della giornata, con il loro sorriso, assume un volto diverso.
Non mi stanco mai di essere grato a mia nuora, che rimane la figlia che non ho avuto, per averli invogliati a dedicare a me ogni momento lieto della loro vita.
Comprendo molto bene che mi avvio alla fine.
Invidio, mi si perdoni, Vincenzo De Luca, governatore della Campania, mio coetaneo, e Clemente Mastella, sindaco di Benevento, più anziano di me, che, con il loro quotidiano agire, ritengono di essere eterni.
Io, invece, guardo la realtà. Me ne andrò con la coscienza pulita, convinto di avere dato quanto possibile, di essere stato un buon padre.
Ora è solo il momento di vivere gli ultimi sogni e di concedere l'estremo atto di amore alle sole persone che hanno un forte valore per me, i miei familiari.
La mia grande ed unica ricchezza è la famiglia meravigliosa che il destino mi ha riservato.
Ho agito nell'ottica che i figli, nel mio caso ne ho avuto uno solo, non vadano protetti sempre e ad ogni costo.
Bisogna insegnare loro l'esperienza diretta della vita, in tutte le sue sfaccettature.
L'eccessiva protezione dai problemi rende i giovani fragili ed incapaci di affrontare le sfide dell'esistenza.
Il mondo d'oggi invita a conquistare ed ottenere tutto e subito. Solo attraverso gli errori, il confronto, le cadute, i ragazzi riescono a sviluppare la forza per affrontare, appunto, le sfide della vita.
Allo stato, la gioventù è pervasa da un forte malumore e alla base di quest'ultimo c'è il fatto che i genitori non sono più educatori come una volta, ma pensano solo a non fare mancare i beni materiali ai loro figli.
La colpa è, sì, proprio dei genitori.
Ho incontrato, non posso negarlo, ragazzi meravigliosi. Poi, la mancanza della famiglia tradizionale porta questi ultimi a non rispettare le regole, non si è puniti a sufficienza od almeno redarguiti se hanno un brutto voto a scuola.
La famiglia tradizionale che, un tempo, costituiva lo sfogo delle tensioni accumulate all'esterno è, oggi, divenuta essa stessa fonte di tensioni.
Ai ragazzi viene permesso tutto e quando un giorno si troveranno dinanzi ai problemi della vita non riusciranno a gestire fallimenti e frustrazioni.
Mi fermo qui. Il discorso, però, sarebbe lungo, molto lungo.
Viviamo almeno, spensieratamente, queste ore natalizie.
Rimaniamo convinti, purtroppo, che, passate le feste, tutto rimarrà come prima.
Impietosamente e con scarsa speranza, almeno al momento, di risalire la china".

 

comunicato n.168133



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