Benevento, 19-12-2024 14:56 |
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Va all'Ospedale a causa di una caduta domestica in cui riporta traumi non gravi
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Redazione |
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Va all'Ospedale a causa di una caduta domestica in cui riporta traumi non gravi, ma tre giorni dopo, al culmine di una lunga odissea, il figlio lo ritrova esanime con costole rotte, un polmone perforato e un vasto ematoma al capo: morirà poche ore dopo.
La Procura di Benevento, riscontrando l'esposto presentato dai familiari della vittima, che si sono affidati a Studio3A, ha aperto un procedimento penale, affidato al pubblico ministero, Licia Fabrizi, per l'ipotesi di reato di omicidio colposo in ambito sanitario, al momento contro ignoti, per fare piena luce sul decesso di un 73enne di Montesarchio, avvenuto all'Ospedale "Rummo" di Benevento.
Il sostituto orocuratore ha altresì disposto un accertamento tecnico non ripetibile per chiarire le cause della morte incaricando a tal fine il medico legale, Massimo Esposito, che ha proceduto con l'autopsia e che avrà sessanta giorni di tempo per depositare la sua perizia che dovrebbe dare le prime risposte ai tanti interrogativi dei congiunti dell'anziano.
"La via crucis dell'anziano - si legge nella nota inviata alla Stampa dallo Studio 3A - inizia lo scorso 10 dicembre: alle 7.00 del mattino il figlio lo ritrova a terra in camera da letto in seguito ad una caduta dovuta.
Il padre è cosciente, ma presenta escoriazioni al naso e un profondo taglio al ginocchio destro.
Viene quindi allertato il 118 e il paziente viene trasportato in ambulanza al Pronto Soccorso del Fatebenefratelli, dove però, dopo gli accertamenti di rito protrattisi per l'intera giornata, alle 6.30 di mercoledì 11 dicembre i sanitari lo dimettono: gli esami non evidenziano problematiche, i parametri vitali sono nella norma, del resto l'uomo è sempre lucido, né lesioni particolari determinate dalla caduta se non un dito rotto e una possibile frattura al setto nasale, ma non disponendo nel nosocomio di un otorino, dal Fatebenefratelli ne dispongono in trasferimento al "Rummo" per una consulenza specifica.
Dopo lunghe ore passate su una barella, senza cibo né cure, al punto che il figlio minaccia di chiamare i Carabinieri la sera dello stesso 11 dicembre una dottoressa del "Rummo" lo informa che può riportare a casa il padre, che è "dimissibile": per i medici non è necessario intervenire neanche sulla lesione nasale.
Ma la notte seguente la situazione precipita; alle 1.00 di giovedì 12 dicembre il figlio trova il padre su un letto con le sbarre al Pronto Soccorso, attaccato all'ossigeno e con i monitor al cuore: lo stanno portando a fare una Tac.
Dopo l'esame chiede ai dottori cosa sia accaduto e questi gli rispondono che il padre aveva tre costole rotte, un polmone perforato e un vasto ematoma alla testa, ferite che potrebbe aver riportato con un'altra caduta, ma questa volta colpevolmente avvenuta in Ospedale dove il paziente sarebbe dovuto essere protetto e vigilato, anche in considerazione della sua patologia.
Alle 3.30 va in arresto cardiaco una prima volta: riescono a rianimarlo.
Ma nel pomeriggio, alle 17.20, i medici ne comunicano il decesso al figlio.
Il quale, sconcertato dall'operato dei sanitari che hanno avuto in cura il papà in quei tre giorni, nonostante l'enorme dolore, decide di fare chiarezza sui fatti.
Attraverso l'area manager per la Campania, Vincenzo Carotenuto, si rivolge a Studio3A-Valore, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, con la collaborazione dell'avvocato Vincenzo Cortellessa del foro di Santa Maria Capua Vetere, e presenta una denuncia querela ai Carabinieri chiedendo all'autorità giudiziaria di accertare le cause del decesso ed eventuali responsabilità da parte dei medici che hanno seguito il padre.
Richiesta ritenuta fondata e degna di accoglimento da parte della Procura beneventana, con la conseguente apertura di un fascicolo e i primi provvedimenti da parte del magistrato inquirente".
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