Benevento, 19-11-2024 15:08 |
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Manifestazione di protesta ordinata e pacifica quella messa in essere dagli studenti del Liceo "Giannone" sotto la sede della Provincia
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Nostro servizio |
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Un nutrito gruppo di allievi del Liceo Classico "Giannone" ha dato vita ad una ordinata e pacifica manifestazione svoltasi dinanzi alla sede degli uffici tecnici della Provincia a largo Carducci.
Nonostante la pioggia che a tratti ha bagnato l'evento, gli studenti hanno avuto modo di rappresentare alla Stampa, unica presente tra gli estranei alla famiglia scolastica, tutte le problematiche che stanno vivendo a seguito dello sgombero dalla loro sede storica di piazza Risorgimento abbisognevole di radicali interventi di ristrutturazione.
Abbiamo chiesto se ci fossero tra i manifestanti anche i rappresentanti "anonimi" della nota inviata ieri ai giornali ma non abbiamo avuto risposta se non dagli stessi studenti presenti che hanno disconosciuto sia la sigla usata giannonestudenti per inviare il messaggio ai giornali, che la facoltà di intervenire a nome degli studenti visto che ci sono gli organi eletti per adempiere a questa azione di rappresentanza.
Noi abbiamo parlato dei motivi di questa manifestazione con due rappresentanti dell'Istituto del Liceo Classico "Pietro Giannone", Maria Carolina Russo e Chiara Conti.
Noi studenti, ci ha detto Russo, siamo venuti sotto il palazzo della Provincia per manifestare e per dare voce a tutti i disagi che stiamo vivendo da quando è cominciata la scuola.
Parliamo di disservizi generali.
Quest'anno siamo dislocati in più plessi, ben 4 edifici, ed alcuni di questi non stanno ricevendo la giusta attenzione.
Appreziamo molto che la Provincia si sia poi mossa sulla questione riscaldamenti nel plesso ex mensa.
Siamo contenti perché vuol dire che ci siamo mossi bene, ha proseguito Russo.
Ci sono stati giorni però, addirittura settimane, in cui più di 120 studenti, docenti e collaboratori scolastici, hanno dovuto svolgere le lezioni a temperature sotto i 12 gradi quando sappiamo che devono invece esserci tra i 18 ed i 22 gradi per poter utilmente far svolgere il lavoro scolastico.
La scuola sta subendo parecchi disagi. I ragazzi si lamentano e noi vogliamo che si risolvano i problemi manifestati, ha concluso Russo.
Chiara Conti ha detto che è anche giusto dire che oramai siamo arrivati ad un punto limite delle problematiche. Abbiamo subito i soprusi di un organismo, la Provincia, che per tanto tempo non ci ha ascoltati.
Sin dall'inizio dell'anno siamo stati abbandonati in quattro sedi quando la promessa era invece di una nostra collocazione in due plessi. Non ci è stato offerto un luogo per fare dibattito ed esercitare la democrazia studentesca nonosante ci siamo battuti anche per far questo.
La goccia poi che ha fatto traboccare il vaso, ha detto Conti, è stata proprio la mancanza del riscaldamento che non è stato attivato e molti studenti, come ha detto Russo, hanno vissuto in un ambiente che non registrava nemmeno i 12 gradi di temperatura.
Il nostro intervento è stato dunque inevitabile con l'intento di fare in modo che tutto ciò non si verifichi più e non ci sia bisogno di arrivare a questo punto per farsi sentire, ha concluso Conti.
Alle due rappresentanti d'Istituto abbiamo chiesto ancora se si sono interrogate sul perché la Provincia si sia comportata inverosimilmente in questo modo che appare fuori da ogni logica.
E' faciloneria, superficialità o cosa?
E' talmente ovvio che quando fa freddo bisogna accendere i riscaldamenti. Prende, la Provincia, dei giusti rimproveri per comportamente palesemente manchevoli...
Parlo da ragazza sedicenne, è intervenuta Cionti, e ritengo che la Provincia nell'ultimo anno si sia concentrata su altro e sulla spesa di altri fondi che sono arrivati dando sempre meno importanza agli studenti ed agli individui che essi stessi rappresentano e che poi subiscono le conseguenze di questa noncuranza.
Avete avuto un colloquio preventivo con i rappresentanti della Provincia, abbiamo ancora chiesto noi?
No, ci hanno risposto le due studentesse.
Ed è proprio questa la motivazione principale per la quale siamo venuti sotto il palazzo della Provincia, ci ha detto Russo.
C'è una mancata ogni comunicazione.
Non sappiamo a cosa stiamo andando incontro e non conosciamo le tempistiche né quando tempo manca al ritorno nel nostro Istituto.
Questa è la cosa che ci fa dispiacere di più in quanto ci sentiamo quasi abbandonati.
Ci auguriamo che la Provincia ci dia risposte adeguate, ha concluso Russo.
Un'utima domanda abbiamo rivolto alle due rappresentanti degli studenti.
Ai giornali è giunta ieri una nota da parte di cosiddetti "studenti del liceo Giannone". Siete voi?
No ci hanno risposto decise entrambe. Non ne sappiamo assolutamente nulla.
Ci è giunta anche a noi questa notizia dalla quale peraltro ci dissociamo.
Noi siamo i rappresentanti dell'Istituto ed assieme ai componenti del Comitato possiamo garantire che non ne sappiamo nulla.
Abbiamo provato ad informarci ed a chiedere ma nessuno sa nulla.
Ci auguriamo che questa identità venga scoperta.
E' giusto che ogni studente faccia sentire la propria voce, ha detto Conti, ma è nel momento in cui hanno espresso un voto, una preferenza, dobbiamo essere poi noi eletti a portare avanti le loro idee e soprattutto attraverso l'interfacciarci con il dirigente scolastico ed il corpo docente, capire il modo giusto per esercitare questa rappresentanza.
La protesta è legittima, abbiamo concluso noi, ma occorre che essa sia correttamente espressa e che ci sia un volto e dei nomi riguardo a chi la organizza.
Non bisogna abituarsi all'idea di agire nascondendosi dietro l'anonimato o peggio dietro qualche manina che probabilmente ha anche altri interessi.
Bisogna avere il senso della responsabilità.
E' proprio così, ci hanno risposto infine Russo e Conti. Noi di quella nota inviata alla Stampa non sappiamo assolutamente nulla. E' stato, con ogni probabilità, un intervento individuale.
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