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Benevento, 17-11-2024 09:26 ____
Nicola Luisi comandante della Squadra Mobile di Benevento nel ricordo del figlio Fernando, medico beneventano a Luino
Peppino De Lorenzo ha stimolato la rievocazione di questo stimato funzionario nativo di Ponte Casalduni. Ha sempre lavorato nel capoluogo sannita fino a quando segui' il figlio dottore ad Udine
Nostro servizio
  

La scorsa settimana, Fernando Luisi, medico beneventano residente a Luino in provincia di Varese, ha collaborato con Peppino De Lorenzo nel rievocare la figura di Nicola Majatico, noto ed apprezzato sanitario del nostro territorio nel periodo del dopoguerra.
In quella circostanza, Luisi ha fatto cenno al padre, Nicola, che fu comandante della Squadra Mobile della Polizia di Benevento.
Oggi, De Lorenzo ha invitato il collega a ricordare lui stesso il genitore.
"Era il mattino del 10 giugno 2016. In quel periodo accenno estivo friulano, mentre seguivo le esequie di mio padre, morto due giorni prima, nel cimitero di San Vito a Udine, mi prese sottobraccio il professor Alberto Travain, esponente del civismo udinese, il quale mi disse: "Fernando, oggi il tuo dolore è immenso, ma più passerà il tempo e più lo ritroverai al tuo fianco. Il dolore verrà mitigato dal ricordo di quella bella persona che era tuo padre."
Ho sempre desiderato ricordare e scrivere di te, mio adorato padre.
Davanti alla tragica realtà della perdita solo attraverso un sovrappiù di lavoro di memoria sarà possibile transitare dalla sensazione di aver perso ciò che si aveva e quella di possedere ciò che è andato perduto.
Ed è meraviglioso farlo sul giornale della nostra terra, Gazzetta di Benevento, perché queste modeste parole e poche righe possano essere lette dalla nostra gente che ti ha conosciuto o che ha sentito parlare di te.
Mio padre, Nicola Luisi (foto di apertura), nacque a Ponte Casalduni il 1° marzo 1926.
Il papà, Costanzo, era ferroviere e la mamma, Raffaella Pennella, casalinga.
Aveva altri due fratelli, Antonio e Vittorio. Visse gli anni della sua vita giovanile nelle varie località dove il padre espletava la sua attività di casellante.
Due anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale conobbe Consiglia Fasano, una giovane telesina che si era trasferita con la famiglia ad Apice Scalo.
Dopo 10 anni di fidanzamento convolarono a nozze nel 1957 (nella quarta foto in basso per gentile concessione di Giuseppe Bonetti) nella chiesa del Collegio de la Salle (prima foto in basso, i coniugi Luisi) e l'anno seguente nacqui io.
Mio padre ha lavorato sempre nella Polizia di Stato e sempre nella città di Benevento, dopo l'iniziale parentesi alla scuola di Caserta (seconda foto in basso, Nicola Luisi con il collega ed amico Peppino D'Auria).
Cominciò il suo lavoro alla Polizia Ferroviaria. Dopodiché fu trasferito in Questura all'Ufficio Politico.
Proseguì il suo impegno lavorativo presso la Squadra Mobile, sicuramente la sua esperienza più importante.
Gli ultimi anni del suo lavoro alla Polizia di Stato furono condotti all'Ufficio Arruolamento.
Mio padre non amava molto parlare del suo lavoro a casa.
Non mi ha mai permesso di vedere la sua pistola. Sapevo, però, che la sua attività era stata costellata da tante soddisfazioni (terza foto in basso, nel corso di una operazione per il recupero di oggetti sacri).
Ho trovato, qualche anno fa, una cartella contenente fotografie con i suoi colleghi di lavoro sin dal 1961. Numerosi sono i documenti di elogi ed encomi, in particolare quando ha rivestito per diversi anni l'incarico di comandante della locale Squadra Mobile.
Una volta in pensione si trasferì, insieme alla mamma, a Udine, dove io facevo il medico.
Nella città friulana fece, prima di tutto, il nonno dei suoi splendidi nipoti: Chiara, Francesco e Nicola Simon.
Anche in Friuli si contraddistinse per l'attivismo, questa volta in campo sociale.
L'ispettore di Borgo Stazione (così veniva chiamato), restò sempre discreto e affabile.
Un sannita che s'integrò felicemente nella società civile di Udine e del Friuli, tra i fondatori del celeberrimo Coordinamento Civico Udinese "Borgo, non Stazione", nonché sodale e collaboratore dei vulcanici Circolo Universitario Friulano "Accademie del Friuli" e Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolar Civic".
"Pur se in pensione restava un uomo delle istituzioni, con una degna carriera in polizia, ma, animato da un valido spirito partenopeo, rifuggiva da certa retorica e risultava in ultima analisi innanzitutto fedele all'umanità, alla verità, alla giustizia intesa in senso etico", così lo ricorda il professore Alberto Travain, esponente del civismo udinese, che lo ha avuto al suo fianco per tanti anni nell'attività dei tre sodalizi.
L'8 giugno 2016, sempre ad Udine, mio padre, circondato dall'affetto dei suoi cari, si spense. Mia madre lo seguì tre anni dopo.
Le sue spoglie mortali e quelle della mamma riposano al cimitero di Apice, luogo dove amava passare le giornate di riposo con la sua famiglia".

 

 

comunicato n.167339



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