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Benevento, 14-11-2024 15:32 ____
Il presidente di Gesesa, Domenico Russo, alza la voce e chiede rispetto per il territorio e la difesa dell'acqua derivante dalla diga di Campolattaro
Lo spettro e' quello di poter fare la fine dell'Irpinia, il bacino idrico piu' grande d'Europa che in base a vecchi accordi da' la sua acqua agli altri e non a se stessa. Il sindaco Mastella al convegno sulla sostenibilita' dei sistemi idrici, ha detto che nel diluvio delle difficolta', abbiamo comunque retto
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La problematica dell'approvvigionamento dell'acqua e della sua distribuzione sul territorio sannita ed in particolare su quello del capoluogo e dei Comuni serviti dal soggetto che è ancora il gestore del Servizio Idrico Integrato, Gesesa, è stata oggetto di un convegno sul tema: "Sostenibilità dei Sistemi Idrici", che ha visto la partecipazione di tutti i soggetti interessati alla vicenda.
Moderatore è stato Maurizio Giugni.
Per come è noto oramai a tutti, il Distretto Sannita dell'Ente Idrico Campano è uno dei pochissimi in Italia a non aver ancora assegnato, secondo la procedura di legge, la funzione di gestore.
Gesesa prosegue ma è in una lunga proroga che non le consente che operare nello stretto ordinario.
Questa mancanza ha fatto sì che il nostro territorio non potesse concorrere all'assegnazione dei fondi per i lavori di manutenzione straordinaria della propria rete colabrodo e questo pregiudica il presente ed il futuro della gestione di questo servizio che, anno dopo anno, assume sempre più una valenza ed uno spessore di vitale importanza per la popolazione.
Accanto a ciò c'è poi la questione legata alla gestione dell'immensa riserva idrica contenuta nella diga di Campolattaro, in territorio sannita, per la quale si è molto preoccupati del fatto che il Sannio e quindi Benevento, come Avellino e l'Irpinia, abbia a soffrire di mancanza di acqua pur avendone la smisurata risorsa sul proprio territorio perché per scelte politiche della Regione Campania, che gestisce la materia, la "nostra" acqua potrebbe essere dirottata altrove, prima che a noi.
Queste le problematiche sul tappeto, oltre alla realizzazione della chimera rappresentata dall'impianto di depurazione, che sono state affrontate nel corso dei lavori.
Con decisione i timori di un territorio, sono stati espressi dal presidente di Gesesa, Domenico Russo, che ha aperto la sequela dei saluti istituzionali.
Ed infatti, Russo ha esordito dicendo che la gara per l'attribuzione dell'incarico di gestore unico, una questione epocale nell'ambito della complessa materia, non può più essere procrastinata.
Non c'è più tempo a nostra disposizione.
Ci siamo trovati di fronte alla gestione di difficoltà, non poche, che provenivano dal passato.
In parte questi problemi li abbiamo affrontati e superati in sinergia con le altre Istituzioni.
Gesesa è riuscita a far fronte a queste problematiche che si sono presentate copiose nel corso degli ultimi anni.
A marzo scorso abbiamo anche ottenuto il dissequestro di ben 12 impianti di depurazione delle acque che assieme agli altri 18 costituiscono un insieme di 30 depuratori che riusciamo a far funzionare al meglio.
Sono però oggettivamente troppo piccoli e non tecnologicamente avanzati così come parimenti è per la rete idrica che ha bisogno di essere ampliata.
Questo dimostra anche che il modello a maggioranza pubblica può funzionare tranquillamente e noi non vediamo l'ora di far crescere questa nostra struttura, ha ancora detto Russo.
Poi sono arrivate nel discorso del presidente altre problematiche di spessore.
Deve essere rispettato il territorio, ha detto e per questo deve essere garntito l'approvvigionamento idrico dalla diga di Campolattaro.
Avellino e quindi l'Irpinia sono depositari di uno dei più grandi bacini idrici d'Europa e tuttavia le loro comunità, come si legge nelle cronache quasi quotidiane dei giornali, soffrono per la mancanza di acqua perché in base a vecchi e superati accordi, l'acqua dell'Irpinia viene convogliata verso altre realtà e regioni prima ancora che per se stessa.
Sull'invaso di Campolattaro, ha detto Russo con ancora maggior decisione, pretendiamo rispetto sin da subito. Domani potrebbe essere troppo tardi e si potrebbe anche ripetere la triste storia dell'avellinese.
Ci deve essere garantita la riserva idrica anche per far fronte alle variabili che possono essere attivate.
Bisogna, nell'utilizzo di questa enorme risorsa idrica, anche a forme di ristoro importanti da devolvere al territorio.
Gestire il Servizio Idrico Integrato sarà molto costoso, ha proseguito Russo, per una serie di problematiche legate alle caratteristiche orografiche di un territorio che è peraltro scarsamente popolato e quindi appare evidente che occorre porre in essere un'azione perequativa per consentire una gestione finanziaria sana il che non sarà facile, ha concluso Russo.
A seguire ha preso la parola il rettore di Unisanniio, istituzione che ha collaborato alla organizzazione del convegno, Gerardo Canfora, che ha parlato di un tema che ha rilevanza a livello globale.
L'acqua potrebbe essere una delle cause anche di prossime guerre per la conquista di essa.
Bisogna, dunque, abituarsi a gestire quello che abbiamo in maniera efficiente.
Il problema che bisogna affrontare è quello della consapevolezza perché utilizziamo male questo bene primario trascinandoci dietro antiche e cattive abitudini, ha concluso Canfora.
Il sindaco Clemente Mastella, nel prendere la parola, ha subito dovuto evidenziare che l'impressione che appare in questi ultimi tempi è di una decellerazione su questi tempi.
L'Italia sembra essere capovolta e si ragiona con la testa che sta in giù ed i piedi in alto.
Paghiamo, peraltro, per responsabilità politiche e per errori che non sono i nostri.
Relativamente alla depurazione, i fondi ci sono ma nonostante ciò non si va avanti.
Questa è l'Italia che non ci piace.
In questo diluvio di difficoltà, ha proseguito Mastella, noi abbiamo comunque retto.
L'acqua oggi ci viene fornita dal Biferno nonostante la polemica forte che ho dovuto innescare con il sindaco di Campobasso.
Non vogliamo nella maniera più assoluta fare la fine dell'Alto Calore all'interno del quale ci sono anche 30 comuni sanniti.
Non so come ne uscirà questo Consorzio. Certo è che ci sono 108 milioni di debiti. Chi li caccia quei soldi?
Penso debba essere riscritto tutto anche perché peraltro non riusciamo a superare il contrasto tra le Istituzioni.
Al posto di colloquiare tra noi, ci si appella alla Corte dei Conti. Parlatevi prima, ha detto il sindaco con tono alto. Quello in uso è un linguaggio che porta alla incongruenza.
Ed allora andiamo tutti insieme alla Corte dei Conti e facciamoci dire da loro che dobbiamo fare e come dobbiamo agire.
Non lavoriamo per giungere a sanzioni rivolte a quello che facciamo.
Si tenga conto che il pubblico senza l'apporto dei privati da solo non ce la può fare. C'è bisogno di grandi investimenti che solo il privato può fare. Qui da noi, dove sin qui c'è stato un gestore gestito in maggiornza dalla parte privata, è stato stabilito che il capitale della nuova società debba essere per il 55% pubblico ed il restante privato. Mi sembra una partecipazione giusta e mi augurio che si faccia subito la gara per la individuazione del gestore del Servizio Idrico Integrato.
A prendere la parola è stato a questo punto il presidente della Provincia, Nino Lombardi, il quale ha sottolineato come in riferimento all'acqua, l'Alto Calore ne perde 250 litri al secondo mentre a noi ne giungeranno 100 metri cubi al secondo da Solopaca in caso di emergenza.
Non possiamo proseguire in questo modo e quindi l'auspicio è che si allontani la conflittualità e si utilizzi il fondo di coesione per risolvere la problematica della dispersione dell'acqua nelle condotte colabrodo.
Pretendiamo rispetto anche nella gestione dell'acqua dell'invaso di Campolattaro e che i primi interventi di adduzione da esso siano riservati a noi.
A rischio c'è anche l'economia di tutto il nostro territorio che perderebbe le due sue produzioni di punta: il vino e la zootecnia.
Salvatore Rubbo, amministratore delegato di Gesesa ha espresso soddisfazione per la organizzazione anche a Benevento una giornata di approfondimento su un tema di grande attualità e che caratterizzerà le nostre vite nei prossimi anni.
La grande partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni, dei media e di pubblico, tutti estremamente attenti di fronte ai temi trattati dai prestigiosi relatori intervenuti, ci ha dato la concreta consapevolezza di aver portato oggi un contributo di conoscenza di grande valore per la collettività ed il territorio sannita.
Parlare in modo chiaro e semplice di temi molto complessi ha consentito di evidenziare come il tema della sostenibilità dei sistemi idrici e, quindi, il tema della carenza idrica non si può affrontare con una logica campanilistica. Il Sannio, in merito al servizio idrico integrato, ha necessità estrema di recuperare il tempo perduto, di farlo rapidamente e di farlo insieme.
Luca Mascolo, infine, presidente dell’Ente Idrico Campano ha ribadito che con Gesesa e l'Università del Sannio è stata affrontata una sfida cruciale per il futuro del territorio.
La sostenibilità nella gestione delle risorse idriche rappresenta un impegno quotidiano che caratterizza ogni intervento dell'Ente Idrico Campano, dalla riqualificazione delle reti alla riduzione delle perdite idriche, passate dal 54% al 34% negli ultimi 7 anni.
Progetti ambiziosi come la Diga di Campolattaro, che ci proietterà la Regione Campania verso l'autonomia idrica con il recupero di 3.000 litri di acqua al secondo, rappresentano il cuore pulsante del nostro lavoro, di pari passo con il progetto regionale per gli invasi collinari e gli interventi in corso per contrastare la dispersione idrica, con i fondi intercettati dall'Ente Idrico Campano.
Nell'Ambito Distrettuale Sannita, intanto, siamo impegnati a costruire una governance unitaria per garantire una gestione integrata e coordinata della risorsa idrica, fondamentale per assicurare a tutti i cittadini campani un servizio efficiente, efficace ed economico. Continueremo a lavorare per valorizzare al massimo le risorse naturali del nostro territorio e tutelare il futuro dei nostri territori, in linea con la nostra visione di sviluppo sostenibile.

 

 
 

 

 

 

 

 

comunicato n.167295



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