Benevento, 29-09-2024 13:14 |
____ |
|
Su piani diversi ma la vostra professione e' anch'essa rivolta a contrastare il male ha detto monsignor Impietro alla memoria dell'arcangelo Michele
|
|
|
Nostro servizio |
|
Monsignor Francesco Iampietro, vicario generale della Diocesi, ha concelebrato, con don Giancarlo D'Ambrosio (entrambi nella prima foto in basso), cappellano della Polizia di Stato, la Messa per la memoria liturgica di San Michele Arcangelo, patrono della Polizia di Stato, appunto.
Monsignor Iampietro ha voluto innanzitutto ringraziare per aver scelto questa chiesa per la celebrazione.
Questa è una basilica che venne eretta nel 1729 e voluta da Benedetto XIII, papa Orsini, per contenere le spoglie mortali di San Bartolomeo, uno dei 12 apostoli di Gesù.
Bartolomeo, ha proseguito il vicario all'Omelia, ha il privilegio di essere stato etichettato da Gesù come un israelita in cui non c'è falsità.
Il primo augurio, ha detto il sacerdote rivolto a tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato presenti in basilica, è che nel vostro ambiente portiate alto il valore della lealtà.
La sofferenza, al di là di quella inevitabile, talvolta ce la procuriamo noi stessi.
Poca lealtà nei rapporti e ci si sente vittime di tensioni e questo negli ambienti di lavoro soprattutto accade quasi sempre.
E' bello quando si ha a che fare con persone che non agiscono con un secondo scopo e che sono quindi leali.
In questo atteggiamento di slealtà da noi posto in essere, possiamo ingannare tutti eccetto noi stessi.
Ed allora sforziamoci di riconoscere se ciò che diciamo corrisponde veramente a ciò che pensiamo.
E su questo ricordiamo l'episodio occorso a San Bartolomeo.
Quando gli dissero che il Messia era nato a Narazeth egli ebbe a dire: Da Nazareth non può venire nulla di buono.
Il suo pregiudizio però Bartolomeo lo fece cadere quando incontrò Gesù.
Da qui la lealtà e l'onestà.
Oggi, ha ancor detto mons. Iampietrio, si celebra l'arcangelo Michele, scelto probabilmente come patrono della Polizia di Stato, per un motivo semplice ma bello.
Egli ha combattuto Satana ed è stato dunque chiamato a sconfiggere il male.
Su piani diversi ma la vostra professione è anch'essa rivolta a contrastare il male, ha proseguito il celebrante.
Non abbiamo ciò che ha un angelo che non deve dar conto della fragilità umana, ma dobbiamo essere capaci di avere una serenità interiore che è difficile da gestire ma che serve ad affrontare il male.
Michele ha sconfitto Satana ed il tutto sta nel suo nome, Michele, che vuol dire chi con la forza dell'umiltà non si è messo sullo stesso piano del Signore. Dio è Dio ed io sono un angelo...
Con la violenza, è andato a concludere mons. Iampietro, non si sconfigge il male ma lo si fa con l'umiltà.
Lucifero vuole essere come Dio mentre Michele accetta di essere quello che è.
Chi vuol essere primo si faccia servo di tutti, ha detto Gesù. Agite con umiltà, ha concluso mons, Iampietro rivolto ai presenti, nella certezza che essa sconfigge il male.
A questo punto c'è stata la recita della preghiera a San Michele Arcangelo (nella undicesima foto in basso).
Poi la parola è passata al questore Giovanni Trabunella (nella dodicesima foto in basso) che ha voluto innanzitutto ringraziare per la ospitalità della celebrazione del Santo patrono in questa Basilica.
Rivolto ai tutti i suoi colleghi e collaboratori presenti, ha sottolineato come essi siano un punto di riferimento per la collettività.
Un pensiero il questore lo ha rivolto anche alle famiglie delle vittime del dovere ed a chi ci ha preceduti, ai pensionati cioè, presenti con la loro Associazione ed ai Sindacati.
San Michele ci sostenga nella lotta contro il male, ha proseguito il questore e prevalgano sempre i valori etici e morali della verità, dell’umiltà e dell’umanità.
Poi, citando Corrado Alvaro, ha detto che la disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere nella rettitudine sia inutile.
Poi citando le quattro virtù cardinali, ha detto che la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza possano rimanere sempre in noi.
Ed infine con le parole di Tolstoy ha detto che se riesci a provare dolore, sei vivo ma se riesci a sentire quello degli altri, sei umano.
Ultimata la cerimonia religiosa con la consegna al questore Trabunella, da parte di mons. Iampietro, di una bella riproduzione del busto in argento di San Bartolomeo (nella foto di apertura), la giornata di sole ha favorito una passeggiata lungo corso Garibaldi che si è conclusa dinanzi ad una fumante tazza di caffé (nelle ultime due foto in basso).
Le foto sono di Antonio Caporaso
|
|
|