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Benevento, 03-09-2024 11:49 ____
Gesesa avrebbe potuto dire: "Campa cavallo...", ma non lo ha fatto consapevole come e' che deve "friggere il pesce con l'acqua"
E dunque per evitare il blocco, imminente, della centrale di Pezzapiana, si e' deciso di intervenirre e di svolgere quelle azioni di manutenzione straordinaria che per l'Ente Idrico Campano potrebbero essere inquadrate come investimenti e quindi vietati all'Azienda che non e' il gestore del Servizio Idrico Integrato ed agisce in regime di continua proroga dell'affidamento da parte del Comune di Benevento. Per 24 ore buona parte della citta' sara' senz'acqua
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Gesesa avrebbe potuto dire: Campa cavallo..., ma non lo ha fatto consapevole come è che deve friggere il pesce con l'acqua, non lo ha fatto anche perché alla fine è essa, con il suo apparato, che risponde, responsabile o no, all'utenza che chiede conto, in maniera anche decisa ed energica, delle fornitura di acqua potabile nelle case per l'intero arco della giornata e senza interruzioni.
E così, nonostante la lettera deprimente, così si è espresso l'amministratore delegato dell'Azienda, Salvatore Rubbo, nel corso della conferenza stampa, nonostante la lettera deprimente dell'Ente Idrico Campano che ha intimato all'Azienda di fare solo il minimo indispensabile trovandosi non solo in regime di proroga dell'affidamento del servizio idrico integrato dal Comune di Benevento, ma anche non essendo il gestore scaturito da una fantomatica, nel senso di mai realizzata ma solo più volte annunciata, diciamo noi, gara d'appalto che prima o poi si dovrà pur fare.
Dobbiamo friggere il pesce con l'acqua, dico spesso ai miei collaboratori in azienda, ha detto Rubbo.
Questo è il messaggio di responsabilità gestionale che i vertici di Gesesa, Domenico Russo, presidente e Salvatore Rubbo, amministratore delegato, hanno voluto rapporesentare ai giornalisti e quindi alla pubblica opinione, nel descrivere la interruzione del servizio che si avrà per una intera giornata dalle 6.00 del 5 settembre e riapertura della fornitura alla stessa ora del giorno successivo, il 6 settembre, in una parte considerevole della città.
L'impianto di Pezzapiana, che fornisce acqua a buona parte della parte "bassa" di Benevento, sarà fermato perché occorre porre in essere lavori importanti di manutenzione straordinaria, quello, appunto, che Gesesa avrebbe potuto non fare e tirare a campare fino a quando l'impianto non si sarebbe fermato completamente per il guasto dell'unica pompa oramai funzionante.
Ad aprire i lavori della conferenza stampa è stato il presidente Domenico Russo il quale ha parlato della necessità di dare una comunicazione all'utenza, tramite la Stampa, adeguata ed approfondita.
Non era e non è scontato che Gesesa dovesse intervenire al riguardo, stante le condizioni attuali (il concetto da noi già riportato nella introduzione) che non ci consentono di porre in essere questi importanti interventi che vengono classificati come investimenti, a noi preclusi.
Ma lo abbiamo fatto perché riteniamo che fosse giusto così.
Salvatore Rubbo, l'amministraore delegato, ha aggiunto della lettera deprimente dell'Eic, Ente che però, su sua sollecitazione, ha poi compreso e validato la sua decisione di intervenire.
A fine luglio abbiamo avvertito l'incubo che la centrale di Pezzapiana si bloccasse completamente e che quindi non potesse continuare a dare l'apporto dei suoi 135 litri al secondo al sistema acquedottistico della città.
Abbiamo dovuto indagare sull'accaduto a macchine spente e tra il 30 ed il 31 luglio, nella notte, abbiamo potuto stilare una diagnosi preoccupante e cioè che una delle due pompe era bruciata e che in funzione era solo una che sopportava già con affanno elettrico tutto il peso del lavoro che avrebbero dovuto porre in essere, alternandosi, due pompe.
E quindi è venuta fuori la necessità impellente di sostituire la pompa sommersa bruciata per evitare che da un momento all'altro potesse smettere di funzionare anche l'altra.
Ci si è accorti, ancora, che dovranno essere sostituiti anche centinaia di metri di cavo che mostrano tutta la loro vetustà.
Quando fare tutto questo, ha detto Rubbo?
L'Azienda ha recuperatro tutto il materiale occorrente ma chiudere l'impianto per 24 ore ad agosto, non era proprio il caso e così, prima che le scuole riaprano, era questa l'unica settimana in cui il disagio poteva essere ridotto al minimo.
L'intervento, del costo di circa 100mila euro, sarà affrontato con fondi esclusivamente di Gesesa escluso il costo dell'acqua potabile delle cinque autobotti e del personale di Gesesa. addetto a questo intervento.
La chiusura dunque dell'impiantistica di San Vitale, San Vito e Mura della Caccia, avverrà alle 6 del mattino del 5 settembre, giovedì prossimo, e così resterà fino alla stessa ora del giorno successivo.
Ovviamente, non si esclude di poter terminare prima i lavori e riaprire la fornitura.
Neanche per le autobotti c'era l'obbligo, ha proseguito Rubbo, un obbligo che scatta solo per una interruzione del servizio superiore alle 48 ore, ma abbiamo voluto lo stesso creare 5 presidi con acqua potabile e con un automezzo pronto per servire le utenze sensibili che, in quest'area servita dalla Centrale di Pezzapiana, sono rappresentate dall'Ospedale "Fatebenefratelli" e da qualche centro di dialisi.
Tra il 4 ed il 5 settembre poi, sarà chiuso, solo di notte, dalle 23.00 alle 5.30 del mattino successivo, anche il serbatoio dei Gesuiti relativo alla zona alta della città.
Poi dopo il 6 settembre non ci dovrebbero essere altre chiusure, almeno per qualche giorno.
Nello spazio riservato alle domande dei giornalisti, siamo tornati sulla questione della fornitura cosiddetta di riserva, prevista per Benevento, attingendo dal campo pozzi di Solopaca, località Lago dei Selci.
Gesesa in questa vicenda non è protagonista, nel senso che non assume alcuna decisione, esse sono tutte in capo alla Regione Campania, ma abbiamo chiesto alla disponibilità dei vertici dell'Azienda di farsi carico di interrogare la Regione se sono state fatte le opportiune prove di capacità nel momento in cui ci si predispona a mettere in funzione altri due pozzi da quel Campo di Solopaca.
Il rischio che si possa in qualche modo danneggiare o ridurre la falda di emungimento del pozzo Cabib, assegnato alla gestione di Gesesa con l'intero Acquedotto del Taburno che rifonisce tutta la Valle Vitulanese, potrebbe essere non solo una ipotesi.
Quel campo pozzi fu realizzato dalla Cassa per il Mezzogiorno negli anni Cinquanta e con la professionalità innegabile di qui tempi, si stimò anche la capacità di ciascuno di questi pozzi.
Il più importante dei cinque, venne stimato per una capacità di 100 litri al secondo.
Alla fine degli anni Ottanta il Consorzio Cabib, vincendo la "gara" con l'Alto Calore, grazie alla intercessione del prefetto Fusco, peraltro arianese, si vide assegnato con apposito verbale, poi trasmesso alla Regione che ratificò, proprio il più importante di quei cinque pozzi che oggi Gesesa utilizza con un emungimento di circa 50/60 litri al secondo giornalieri (sembra che stiamo intorno ai 70 litri al secondo ndr).
Gli altri quattro pozzi, di cui due furono affidati all'Alto Calore, anche per il loro posizionamento sulla bolla d'acqua, non avevano questa stima di capacità così importante come quello del Cabib.
La nostra domanda a Gesesa è stata proprio questa e cioè se risultasse loro di una nuova indagine della Regione per capire se vi fossero stati, in questi ultimi 35 anni circa, variazioni della falda acquifera e se effettivamente ci sia la posdsibilità di dirottare su Benevento 100 litri di acqua al secondo senza danneggiare lo spazio di emungimento del pozzo Cabib oggi Gesesa.
Il presidente Russo ci ha risposto che la Regione lo scorso 21 agosto ha inviato una lettera con la quale afferma che l'innesto della condotta su quella di Curti che porta l'acqua a Benevento, sarà concluso entro il 30 settembre.
Questo 30 settembre, abbiamo chiesto noi?
Sì, ci ha risposto Russo.
Al di là delle carte, noi restiamo increduli...
L'amministratore delegato Rubbo ci ha detto invece, rispondendo alla nostra speciica domanda, che in tutti questi anni la falda di Lago dei Selci di Solopaca non ha risentito di eventi tellurici, come gli abbiamo pure evidenziato, o franosi e che dunque può sopportare l'emungimento di acqua dall'altro pozzo.
Ma se i tre pozzi dovessero funzionare insieme, abbiamo chiesto ancora, sarebbe la stessa cosa. Si può fare?
La domanda, ci è stato detto, va girata alla Regione che ci ha anche dichiarato che tutta l'elettromeccanica occorrente è già a terra.
Insomma, diciamo noi, non c'è nessuna garanzia, ci par di capire, perché la Regione non ha fatto alcuna indagine preventiva prima di impegnarsi con il capoluogo del Sannio.
Sin qui le risultanze di questa conferenza stampa.
Ecco ora le zone interessate alla mancanza d'acqua tra il 5 ed il 6 settembre prossimi: Rione Libertà e Casale Maccabei, rione Ferrovia, rione Triggio, rione Santa Maria degli Angeli, corso Garibaldi e traverse (da piazza Orsini a salire) fino a piazza Guerrazzi, parte bassa del centro storico compresa via Torre della Catena con tutte le strade annesse, le contrade San Vito, Pezzapiana, San Marco, San Chirico, Acquafredda, Ripamorta, Ripazecca, Torre Alfieri, Epitaffio, Monte Pino, via Castelpoto, ed ancora le contrade Ciancelle, Serretelle, Gran Potenza, Madonna della Salute, Montecalvo, Pantano ad esclusione di Sant'Angelo a Piesco, via delle Puglie, da inizio incrocio rampa San Barbato compresa, via dei Mulini e contrada Piano Morra
Saranno poi predisposti cinque presidi fissi, a partire dalle 6.00 del 5 settembre e per tutta la durata dell'interruzione idrica, con autobotti omologate per la distribuzione di acqua potabile.
I presidi fissi saranno ubicati nei punti seguenti: rione Ferrovia, piazzale antistante il Pala Adua; rione Libertà, piazza San Modesto e via Vitelli (adiacente alla chiesa della Santissima Addolorata); centro storico a piazza Santa Maria e contrada Pezzapiana, a piazza Basile.

 

comunicato n.165868



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