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Benevento, 17-07-2024 16:46 ____
Non partire dalle differenze, chierici, laici, ma da cio' che unisce tutti e da qui ricostruire forme nuove di Chiesa
Puntiamo sul battesimo, il che vuol dire considerare tutti, a partire da una fondamentale eguaglianza. E' questo, peraltro, il concetto che esprimeva gia' il Concilio Vaticano II. E' l'innovativo e non facile obiettivo della due giorni del Forum dei vescovi svoltosi al Centro "La Pace". Nella serata di ieri lunga passeggiata in citta'. Un momento di serenita' e di allegria che si e' concluso con la "mela stregata". Soddisfattissimo monsignor Accrocca di questa iniziativa che oramai ha messo radici
Nostrio servizio
  

Può ritenersi molto soddisfatto, in pratica lo è, monsignor Felice Accrocca, per la due giorni di lavori che ha visto convergere a Benevento oltre una trentina di vescovi (sono stati 37 quelli che si sono registrati alla partecipazione) ed i vertici della Conferenza Episcopale Italiana con in testa il cardinale Matteo Zuppi che quest'oggi non ha potuto prendere parte ai lavori conclusivi per via di altri impegni istituzionali.
All'uscita dall'Aula dei lavori, che si sono svolti a porte chiuse, abbiamo tentato di fare un consuntivo con l'arcivescovo di Benevento, vero motore di questa iniziativa che oramai comincia ad avere radici stabili nella Chiesa italiana.
Ha avuto gli elogi dal cardinale Zuppi, abbiamo esordito con l'arcivescovo, il quale ha detto che di fatto con l'attivismo e la passione di monsignor Accrocca è stata costituita una nuova Commissione, quella delle aree interne, nell'ambito della Cei.
Stiamo in realtà prospettando, ci ha risposto l'arcivescovo, anche con il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, di avviare una riflessione per produrre poi come Cei un pronunciamento sull'argomento, e questo è importante.
In questa due giorni di lavori abbiamo anche enucleato una bozza di idea per come procedere per il futuro.
Nei primi quattro anni del Forum, quella di oggi è una sintesi. Abbiamo completato un percorso ed adesso dobbiamo continuarlo ma su basi nuove.
Se con una caratteristica che dovrebbe essere tipica dei giornalisti, categoria a cui lei pure appartiene da oltre dieci anni, dal 2012, quella della sintesi, come descriverebbe i risultati di questa due giorni? Che cosa avete prodotto? abbiamo chisto a monsignor Accrocca.
In un messaggio è contenuta una sintesi di questi lavori (messaggio che noi pubblichiamo integralmente a fondo pagina).
Poi abbiamo prodotto la descrizione del cambiamento forte di un'epoca, anche se probabilmente però non si farà né nei prossimi due anni e né nei successivi due decenni. L'intento comunque è quello di guardare ad una Chiesa che punti sul battesimo, il che vuol dire considerare tutti, a partire da una fondamentale eguaglianza. E', questo, il concetto che esprimeva già il Concilio Vaticano II.
Non partire cioè dalle differenze, chierici, laici, ma da ciò che unisce tutti e da qui ricostruire forme nuove di Chiesa.
Questo è quello che è uscito da questo convegno.
Abbiamo infine chiesto a mons. Accrocca se anche da un punto di vista organizzativo, logistico, dell'accoglienza (gran parte di tutto ciò stato affidato alla competenza, alla passione ed alla capacità di don Teodoro Rapuano, responsabile della gestione del Centro "La Pace"), sia rimasto soddisfatto.
Sono soddisfattissimo, ci ha risposto.
Ieri sera siamo stati anche un po' in giro per la città ed abbiamo mangiato anche la mela stregata (che una volta, oggi un po' meno, era di indiscutibile tradizione durante l'estate beneventana ndr).
Abbiamo passato una serata in serenità ed in allegria e questo fa bene anche a noi.
Abbiamo bisogno di questi momenti (nella foto di apertura di oggi il momento prima dello sciogliete le righe).

Ecco il documento licenziato alla fine della due giorni del Forum dei vescovi sulle aree interne.

Riuniti a Benevento, com'è ormai tradizione, ringraziamo anzitutto Dio per il dono dell'esperienza che ci ha dato di vivere, fatta di comunione e sinodalità concreta: l'amicizia, lo scambio sereno e fecondo, i momenti di distesa fraternità condivisi sono il valore aggiunto, la cifra peculiare di questa esperienza che porteremo con noi. Giorni nei quali abbiamo sentito risuonare le parole rivolte al profeta: "Figlio dell'uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d'Israele" (Ez 33,7).
A spronarci sono state anche le parole di Papa Francesco, che il 20 gennaio di quest’anno, ricevendo l'Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, ha tra l’altro affermato: "I piccoli Comuni, soprattutto quelli che fanno parte delle cosiddette aree interne, e che sono la maggior parte, sono spesso trascurati e si trovano in condizione di marginalità.
I cittadini che li abitano, una porzione significativa della popolazione, scontano divari importanti in termini di opportunità, e questo resta una fonte di disuguaglianza".
Le Aree interne costituiscono la parte consistente e fragile di tutto il Paese (nord, centro, sud), pur custodendo esse potenzialità straordinarie.
In un tempo in cui la distanza relazionale crea vere e proprie disconnessioni umane e lo spazio, quello verde soprattutto, va rarefacendosi, queste vaste porzioni di territorio, dotate di paesaggio e di un ricco patrimonio storico-artistico ed enogastronomico, dove le relazioni umane sono vissute in modo autentico, si rivelano infatti di una ricchezza sorprendente anche allo sguardo più distratto. Sono questi i luoghi, come ha detto per tutti il nostro presidente, il cardinale Matteo Zuppi, "che hanno la forza di essere comunità, luoghi dove i legami si rinsaldano e ci si ritrova".
Perciò, ha detto ancora, "è necessario partire dalle “periferie”, espressione felice di papa Francesco, per capire anche tutto il resto. Il centro, infatti, si capisce dalle periferie".
Terreno fecondo per il futuro potrà essere anche una nuova pastorale rurale, capace di valorizzare il mondo dei lavoratori della terra.
E' compito primario della politica, con il concorso dei corpi intermedi, elaborare un piano globale per valorizzare tale risorsa: è stato in tal senso importante l'incontro che abbiamo avuto con l’Anci, nel quale abbiamo condiviso comuni obiettivi.
Peraltro, trascurare la questione delle Aree interne, che attraversa per intero il Paese, da nord a sud, rischia di ledere i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione e di allargare ulteriormente il fossato tra zone ricche e zone povere, fossato che in molte situazioni è vissuto già all’interno di una stessa regione. Mentre auspichiamo, come ha detto ancora il nostro presidente, "politiche serie e stabili a sostegno della natalità e della famiglia", riteniamo che "un’idea seria di accoglienza può dare futuro alle Aree interne e anche al nostro Paese".
Abbiamo in questi giorni riflettuto sul modo migliore per avviare una pastorale il più possibile idonea per le Aree interne, interrogandoci soprattutto sulla ministerialità che nasce dal battesimo; una ministerialità che coinvolge tutte le membra del Popolo di Dio e la molteplicità delle vocazioni, nella consapevolezza che non possiamo continuare a ripetere stereotipi ormai da tempo superati, quanto occorre piuttosto aprirsi alla voce dello Spirito, che non fa tanto cose nuove, ma fa nuove tutte le cose. 
E' necessario perciò superare l’ottica ristretta del campanile, per aprirci a forme nuove, capaci di valorizzare al meglio le risorse a nostra disposizione.
Esprimiamo viva e sincera gratitudine ai sacerdoti e agli operatori pastorali che con generosità lavorano nei territori interni affrontando non poche difficoltà: anche la formazione nei seminari dovrà tener conto di queste problematiche.
Ripetiamo quanto dicemmo due anni fa, chiudendo il nostro incontro: "C’impegniamo a restare! La Chiesa non vuole abbandonare questi territori, senza per questo irrigidirsi in forme, stili e abitudini che finirebbero per sclerotizzarla.
In tal senso c'impegniamo ad aiutare i nostri giovani che vogliono restare, cercando di offrire loro solidarietà concreta, e c’impegniamo ad accompagnare quelli che vogliono andare, con la speranza di vederli un giorno tornare arricchiti di competenze ed esperienze nuove".
In questi giorni abbiamo seminato, certi della Parola di Dio: "Guardate l’agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d'autunno e le piogge di primavera". (Gc 5,7).
Confidiamo che le nostre comunità siano quel terreno buono che, accogliendo il seme della Parola, la facciano crescere e fruttificare.
Vescovi delle Aree interne Riuniti a Benevento il 16 e 17 luglio 2024

comunicato n.165129



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