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Benevento, 08-05-2024 17:44 ____
Le traversie dei resti dell'antico ponte di epoca romana non trovano ancora un'azione capace di valorizzare quel poco rimasto
Uno dei blocchi in pietra e' ancora coperto dai residui delle piene che si sono susseguite negli anni nonostante la Soprintendenza ne abbia richiesto il recupero
di Giacomo De Angelis
  

Una recente iniziativa di trekking, organizzata dall'associazione "La dormiente Valle Vitulanese", ha interessato il nucleo urbano e storico di Ponte.
I numerosissimi partecipanti (oltre cento), grazie all'attenta e competente guida di Giuseppe Corbo, conoscitore ed autore di libri di storia locale, hanno avuto modo visitare e conoscere luoghi e testimonianze del paese e del suo passato.
Visitata la chiesa della Regina del Santissimo Rosario di Pompei (comunemente nota come la chiesa della Madonnella), il centro storico ed il castello, la storica Abbazia di Sant'Anastasia e l'area dell'antico ponte romano, ora ricordato e rappresentato da un blocco lapideo collocato in apposita area laterale.
Come noto, il nome del paese trae origine proprio da un nevralgico ponte in pietra con cui la via Francigena oltrepassava il torrente Alenta.
Ebbene, questa meta del tour pontese offre lo spunto per un aggiornamento sulle vicende che hanno interessato e continuano ad interessare una fondamentale testimonianza della storia locale: I resti dell’antico ponte romano.
Purtroppo, e non crediamo di esagerare, a tali tasselli di storia pontese non è stata riservata opportuna attenzione e custodia.
Decisioni non adeguatamente soppesate per interventi di consolidamento e pulizia degli argini del torrente Alenta, realizzati a fine anni novanta, avevano praticamente compromesso la stabilità dei blocchi in pietra che costituivano il basamento del ponte.
Le immancabili piene del torrente, infatti, li rimosse dal loro sito.
A seguito dell'intervento della competente Soprintendenza Archeologica tali pietre furono recuperate e provvisoriamente collocate su una sponda del torrente, in prossimità della sua foce nel fiume Calore, in attesa di essere collocate in apposito sito.
Tal proposito, proprio lo storico locale Giuseppe Corbo, all’epoca amministratore comunale, con una sua missiva del 16 febbraio 1998 indirizzata alla giunta comunale, propose di sistemarle sulla vicina area sita tra le vie Roma e Stazione, all'ingresso del centro urbano.
La proposta non ebbe seguito. E così successe l'irreparabile!
Nel 2002, in occasione dei lavori di urbanizzazione della strada soprastante il fiume Calore (via Stazione), tali reperti scomparvero.
I fatti svelarono che erano stati "miserevolmente" utilizzati come materiale di risulta.
Per fortuna, una provvidenziale piena del fiume Calore (quella del 25 gennaio 2003) ne riportò alla luce alcuni.
A seguito d'iniziative della minoranza consiliare, la competente Soprintendenza Archeologica effettuò un sopralluogo e confermò l'individuazione di due reperti intanto emersi dalle acque del fiume.
Nelle more del loro recupero, anche l'istituto comprensivo di Ponte, nell'ambito di un progetto scolastico, denominato "Il Museo all'aperto", chiese di procedere al loro recupero e alla loro "adozione".
Nessuna risposta da parte del Comune che solo nel novembre del 2003 recuperò i due blocchi lapidei per "parcheggiarli" sul soprastante marciapiede.
Nessuna opportuna iniziativa per individuarne altri, però. Purtroppo, nelle more della lunga attesa per una loro idonea sistemazione, nel mese di dicembre 2004 uno dei due fu addirittura trafugato!
Il superstite, fu poi, e finalmente, allocato nella vicina area a verde; quella suggerita nel 1998 da Giuseppe Corbo.
Fine della storia?
No! Purtroppo, o fortunatamente, no!
Infatti, nel settembre 2017, a conferma delle ipotesi da subito e da sempre manifestate in merito da chi, nonostante tutto, non si era arreso, in prossimità del luogo in cui erano stati individuati i due precedenti blocchi, ne è stato individuato un altro.
La competente Soprintendenza, prontamente interessata, con nota del 2 ottobre 2017 ha comunicato al Comune che "...sicuramente faceva parte del predetto ponte o addirittura di qualche fabbricato di notevole importanza di epoca antica" e che è necessario recuperarlo "affinché la sua conservazione unitamente ad altri reperti possa contribuire ad arricchire di testimonianze e di informazioni storiche, preziose per il territorio di Ponte e dell'area beneventana".
Ebbene, nonostante tale comunicazione e, ovviamente, i "solleciti locali" inoltrati e rappresentati in Comune, il blocco è ancora lì.
Intanto, le piene che si sono susseguite in questi anni di attesa lo hanno ricoperto.
E riscaviamolo, dunque! (nella seconda foto in basso).
Nel frattempo, prepariamogli un posto; semmai accanto a quello posizionato lì vicino.
Con l'occasione, si ripristinerà anche il cartello di presentazione, intanto... collassato!

 

 

comunicato n.163882



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