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Benevento, 29-01-2024 19:24 ____
Mi viene da fare l'elogio alla lentezza mentre invece si va verso la corsa all'informazione. La notizia va gustata ed occorre il tempo per elaborarla
L'arcivescovo Felice Accrocca a proposito della intelligenza artificiale propone una tecnica per "gestirla". Il vero grande problema non e' l'avanzata del progresso ma il fatto che siamo in mano a quattro persone che dominano questo mondo, ha detto il vescovo al convegno con la partecipazione di Stefano Pasta
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La sala della Biblioteca "Pacca" ha accolto un convegno sull'Intelligenza Artificiale e giornalismo organizzato dall'Ufficio delle Comunicazioni della Curia arcivescovile diretto da don Maurizio Sperandeo.
Ospite e relatore della serata è stato Stefano Pasta, docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano dove tiene diversi corsi tra i quali metodologia delle attività formative e speciali, didattica e tecnologie dell'Istruzione.
Con lui anche Nico De Vincentiis, giornalista e scrittore e l'arcivescovo monsignor Felice Accrocca.
Ad aprire i lavori è stato don Maurizio Sperandeo il quale ha sottolineato la necessità della Curia di non essere assente su problematiche così importanti quali è quella della Intelligenza Artificiale, si tratta di tecnologie interessanti così come dice papa Francesco.
Qui ci sono le opportunità da contemplare ma anche i pericoli che esse possono rappresentare.
I pericoli sono rappresentati dall'alterazione della realtà come si fa con le notizie false, fake news, e tra le opportunità la capacità di acquisire sempre nuovi dati.
Don Mario Iadanza, ha concluso don Maurizio Sperandeo, ha chiesto al riguardo la istituzione di un corso specifico per indagare anche la possibilità di sentirsi coinvolti in queste nuove tecnologie.
A questo punto la parola è passata a Stefano Pasta che ha introdotto l'argomento definendo cosa sia l'Intelligenza Artificiale, che peraltro non è una cosa inventata nel 2023, come può apparire, ma negli anni Cinquanta.
Non lo isoliamo come concetto ma come esito di ciò che ha fatto il sistema informativo.
Per Intelligenza Artificiale, ha proseguito il docente e giornalista, intendiamo l'abilità di una macchina di presentare capacità umane.
Essa permette ai sistemi di capire l'ambiente e di prevedere, quindi, anche la volontà degli utenti.
Oviamente il dispositivo funziona grazie ad una quantità di elementi raccolti tramite i suoi sensori.
L'Intelligenza Artificiale nasce nel 1956 e si organizza intorno a tre scorciatoie.
La prima è che non viene usata la logica ma la statistica.
La seconda è la necessità di poter ottenere tanti dati che le consentano di completare una frase da noi appena accennata come, per fare un esempio, chi non risica non... rosica, aggiungerà la macchina.
Per fare questo ed aggiungere le parole successive a frasi accennate e non complete, ha bisogno di un diluvio informativo che serva a far allenare la macchina.
Tutte informazioni, queste, che non sono prodotte dalla Intelligenza Artificiale ma da essa raccolte dalla rete.
La terza scorciatoia è rappresentata dalla ragione sulle necessità di capire cosa possa volere l'utente.
L'esempio fatto da Pasta è stato quello riferito al "mi piace" apposto magari su un messaggio di Forza Milan. Immediatamente si apriranno opportunità di visitare altri Forza Milan ma non certamente Forza Napoli.
Anche se non richieste, ma semplicemente osservando, l'Intelligenza previene le richieste e le aspettative e le soddisfa.
Pasta ha anche parlato del ruolo della Piattaformizzazione che è in mano a pochi privati, poche unità per tutto il mondo.
Sono persone che possono decidere per noi di cosa si possa parlare e di cosa no.
I media con il monopolio dell'accesso agli spazi dell'informazione, sono in pratica finiti.
Oggi sono capace di fare un video, di caricarlo su una piattaforma e di raggiungere uno spazio di pubblico significativo, ha concluso Pasta.
La parola è quindi passata a Nico De Vincentiis che ha parlato di mediamorfosi, usando le parole di Roger Fidier per sottolineare il processo di trasformazione mediale frutto della complessa interazione di bisogni percepiti dai soggetti, pressioni economico-politiche e innovazioni sociali e tecnologiche.
I social oggi sono diventati i nostri telegiornali ed a casa, tramite essi, portiamo solo ciò che ci ha emozionato tra le tante cose ascoltate.
E dunque l'azione stimola il pensiero.
Tutto questo non sarà attaccato dalle truppe dell'Intelligenza Artificiale.
I mezzi, ha concluso De Vincentiis, debbono rimanere tali e non devono diventare fini.
A chiudere i lavori è stato l'arcivescovo Accrocca che ha parlato della complessità dei problemi che maturiamo e questo non consente un approccio semplicistico.
Ci sono, peraltro, sempre stati e ci saranno, apocalittici ed integrati, proprio come avvenne quando nacque la televisione.
Bisogna essere prudenti ed aperti ma senza far mancare la vigilanza.
Il vero grande problema non è l'avanzata del progresso ma il fatto che siamo in mano a quattro persone che dominano questo mondo.
Non c'è stato mai dubbio che sia l'alta finanza a governare i Paesi e per certi versi anche la politica. E dunque bisogna aiutarla questa fase, essendo critici.
Ragionare e provocare anche momenti come quello che stiamo vivendo stasera è importante e fondamentale.
Pensare che altre persone possono decidere per me, è anche il crollo della democrazia.
A me, ha concluso l'arcivescovo Accrocca, viene da fare l'elogio alla lentezza mentre invece si va verso la corsa all'informazione.
La notizia invece va gustata e bisogna avere il tempo per elaborarla tra le tante che quotidianamente ci sommergono.

 

 

 

 

comunicato n.161962



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