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Benevento, 29-01-2024 09:10 ____
Nessuno ha detto al ministro Salvini che l'acqua potabile della Diga sara' destinata quasi totalmente fuori del Sannio
Il vice presidente del Consiglio ha detto che vorrebbe essere presente sull'invaso, nella prossima primavera, all'apertura del cantiere dei lavori di potabilizzazione ma dovrebbe andare altrove e non a Campolattaro per festeggiare l'inizio dei lavori...
di Roberto Costanzo
  

E' il caso di dire che le visite di Salvini (foto) e De Luca a Benevento e a Campolattaro alimentano promesse e distrazioni per i maxi lavori a valle della diga e sulla viabilità verso Roma e Napoli.
Appunto, gravi distrazioni a livello istituzionale e politico, in quanto si continua a pensare che quello che conta è l'assegnazione di copiosi finanziamenti (oltre 700 milioni di euro) a prescindere dalle opere previste, dalla localizzazione delle stesse e soprattutto dalle comunità locali che ne fruiranno.
Il ministro Salvini ha detto di "voler essere presente nella prossima primavera sulla diga all'apertura del cantiere dei lavori di potabilizzazione".
Non gli hanno detto che l'impianto di potabilizzazione non si farà a Campolattaro ma a Ponte, nel medio Calore e non nel medio Tammaro.
Né gli hanno detto che quell'acqua potabile sarà destinata quasi totalmente fuori del Sannio.
Pertanto, il ministro dovrebbe andare altrove e non a Campolattaro per festeggiare l'inizio dei lavori.
Da parte sua il presidente della Regione, De Luca, ha detto che "le opere a farsi consentiranno di irrigare 15mila ettari di terreni agrari".
Forse non sa, neanche lui, che il 75% di quei terreni irrigabili è situato in provincia di Caserta, e comunque tutti totalmente lontani dalla Valle del Tammaro, dove viene raccolta tutta quell'acqua, con non pochi costi di varia natura per quel territorio dell'alto Sannio.
Il commissario governativo per la diga, Toscano, ha assicurato che a San Salvatore Telesino sorgerà "un grande impianto di produzione idroelettrica, che a regime arriverà a circa 5.000 Mwh all'anno di elettricità".
La quale andrà ad aggiungersi all'immensa produzione eolica, già attiva lungo i colli del Sannio.
Saremo quindi sempre più un territorio di primaria produzione idrica ed elettrica, con una grande portata economica che comunque nasce qui nel Sannio e vola quasi totalmente verso altri lidi.
Eppure vi è ancora chi parla e chi scrive della povertà delle aree interne...
Una povertà che genera ricchezza, ma per altri territori.
De Luca e Salvini forse fanno il loro dovere quando richiamano l'attenzione sulle procedure tecnico-burocratiche che spesso rallentano l'esecuzione delle opere pubbliche.
Questo vale soprattutto per la realizzazione dei raddoppi stradali della Benevento-Telese-Caianello e della Benevento-Montesarchio-Napoli.
Non è tanto un problema di finanziamenti delle opere, ma di funzionamento delle procedure tecnico-amministrative.
Difatti il raddoppio del primo tronco della cosiddetta Telesina fu approvato e finanziato nel 1993, trentuno anni fa.
Quindi, i finanziamenti ci sono stati e anche la progettazione delle opere che non sono state mai cantierate a causa dei continui ricorsi e litigi che hanno bloccato varie volte l’indizione delle gare o l’assegnazione delle stesse.
Questo proprio a causa di quelle procedure burocratiche che appesantiscono il Codice degli Appalti, che secondo Salvini "occorre snellire".
Su questo ha certamente ragione Salvini.
Ritornando al convegno di Campolattaro, forse gli amministratori locali presenti, visto che tutta quell’acqua raccolta nell'invaso viene strategicamente destinata quasi totalmente fuori dal territorio sannita, avrebbero dovuto chiedere a Salvini, a De Luca e a Toscano, quali saranno i benefici ed i ristori per le comunità della valle e dei monti del Tammaro, anche perché corriamo il rischio di vederci addebitare tutti quei finanziamenti destinati a quelle opere a valle della diga: finanziamenti che ormai tendono verso i mille milioni di euro(!) Come se non bastassero i costi geoambientali, che il Sannio sta già pagando per la diga e per gli impianti eolici.
Quindi, in quel convegno di Campolattaro qualcuno avrebbe non solo dovuto dire grazie e chiedere scusa al Sannio, ma anche impegnarsi per congrui ristori.
Non vi sono dubbi che le risorse energetiche naturali non possono restare bloccate nei territori in cui vengono ricavate, tuttavia quei territori debbono partecipare alla ripartizione dei benefici e ricavi derivanti da quelle risorse energetiche, seguendo la cosiddetta logica Mattei, avviata settant'anni fa in Medio Oriente, dove il petrolio e il gas vengono estratti, ma adeguatamente pagati.
L'attuale grande ricchezza dei paesi del golfo Persico ha avuto inizio appunto con la regola introdotta da Enrico Mattei.
Di solito, i territori di produzione partecipano ai ricavi con il sistema delle royaltie; ed a proposito di royalty mi chiedo perché i nostri consiglieri regionali non vanno a vedere cosa ha fatto la Regione Basilicata per compensare i Comuni dei territori in cui sono estratti petrolio e gas?
Indubbiamente sto usando un tono polemico e provocatorio, ma lo faccio appunto per provocare qualche reazione in ambienti istituzionali, politici e scientifici.
Forse il presidente della Provincia, i consiglieri regionali e così pure gli illustri rettori degli Istituti universitari operanti nel Sannio, vorranno avviare qualche studio, ricerca, dibattito su questa tematica.
L'acqua del Tammaro e l'energia eolica dei monti del Sannio sono una fonte di ricchezza o una causa di disagi e povertà per la nostra provincia?

comunicato n.161946



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