Portale multimediale d'informazione di Gazzetta di Benevento

 

stampa

letto 5908 volte

Benevento, 26-11-2023 09:15 ____
Mons. Carlo Minchiatti trascorse gli ultimi giorni della sua vita nel Seminario di viale Atlantici che egli stesso aveva fermamente voluto realizzare
Suor Linda, invece, altro grande personaggio della Chiesa beneventana, negli anni Sessanta dette tutta se stessa alla nostra gente. Un'ala dell'Arcivescovado venne destinata ad una efficiente e funzionale infermeria a disposizione dell'intera citta' e lei la gestiva con dedizione ed amore, ricorda Peppino De Lorenzo
Nostro servizio
  

E' di due persone di Chiesa, questa settimana, si interessa Peppino De Lorenzo che, anche se con ruoli distinti, hanno lasciato dietro di sé una scia indelebile del passaggio terreno, principalmente, realizzato qui da noi.
Si tratta di suor Linda, infermiera e dell'arcivescovo Carlo Minchiatti (nella foto di apertura).
Anche nell'odierna occasione, De Lorenzo non manca di descrivere ricordi particolari loro legati.
"La presenza di suor Linda, negli anni Sessanta, Settanta, nella nostra comunità, non fu di secondo piano anche se, oggi, sia stato, veramente difficile recuperare almeno una foto che, alla visione, a distanza di tempo, potesse riverdirne, con facilità, il ricordo.
Eppure, lei dette tutta se stessa alla nostra gente ed è, per questo, non poco sorprendente che la sua immagine sia oramai tanto sbiadita.
Negli anni indicati, un'ala dell'Arcivescovado era destinata ad una efficiente e funzionale infermeria a disposizione dell'intera città.
A gestire quest'ultima vi erano destinate alcune suore che, per l'intera giornata, provvedevano a curare il servizio infermieristico, appunto, praticando flebo, iniezioni endovena ed intramuscolo, medicazioni, nonchè quanto altro potesse rendersi necessario.
Il ruolo esterno, quello domiciliare, era svolto da suor Linda.
La ricordo bella, molto bella, alta di statura, slanciata, di un garbo ed una finezza senza eguali.
Giunse qui da noi nel pieno della giovinezza, dopo avere preso i voti, e, se ricordo bene, era veneta di origine.
Percorreva la città in lungo e largo, quasi sempre a piedi, solo qualche volta faceva uso del servizio autobus.
In quegli anni, non saprei dire in quante case di beneventani sia entrata, offrendo il suo aiuto a pazienti allettati che si trovavano nella impossibilità ad uscire.
I tempi erano, decisamente, diversi da quelli attuali ed il servizio Assistenza Domiciliare Integrata (Adi) era impensabile.
L'infermiere, in caso di necessità, doveva essere trovato stabilendo, poi, un rapporto diretto.
Ecco perché suor Linda e le altre consorelle, con la propria opera quotidiana, per lungo tempo, coprirono una carenza nella giornaliera assistenza agli infermi.
Quando mio padre si ammalò di cancro, anche in quella dolorosa circostanza, eravamo alla fine del 1975, non mancò in casa nostra la presenza costante ed affettuosa di suor Linda.
Poco dopo, per ragioni che si ignorarono, malgrado la protesta della cittadinanza, quell'efficiente servizio infermieristico fu soppresso e le consorelle, suor Linda compresa, lasciarono la nostra città.
A quanto mi è dato sapere, quest'ultima si spense poco dopo, ancora in valida età, per carcinoma mammario.
Da suor Linda a Carlo Minchiatti.
Questi fu nominato arcivescovo di Benevento da Giovanni Paolo II che, con bolla del 6 agosto 1982, provvide a trasferirlo qui da noi dalla Diocesi di Sora, Aquino e Pontecorvo.
Quella nomina fu salutata quale segno del destino in quanto, prima di Minchiatti, nel 1936, già un altro arcivescovo aveva avuto la stessa provenienza. Si trattò di Agostino Mancinelli.
Il 17 ottobre 1982, Carlo Minchiatti, dinanzi ad una città plaudente (nella seconda foto in basso), fece il suo primo ingresso in Benevento, ricevuto per l'occasione, nella chiesa di Santa Sofia, dall'allora sindaco Antonio Pietrantonio (nella prima foto in basso).
Una decisa diversità caratteriale, da subito, emerse, che divideva il predecessore, Raffaele Calabria, più esuberante ed espansivo, da Carlo Minchiatti, chiuso e riservato.
Nei quattordici anni di permanenza, qui a Benevento, Carlo Minchiatti ebbe modo di farsi apprezzare non solo per il suo carattere riservato e chiuso, appunto, ma anche per una decisa fermezza nelle quotidiane decisioni che dettero un rinnovato impulso alla Chiesa sannita.
Era nato il 30 dicembre 1915 a Marsciano, in provincia di Perugia, da una modesta famiglia.
Sin da bambino manifestò la volontà di dedicarsi alle opere religiose arrivando a trascurare i giochi consoni all'età.
Fu monsignore Giovanni Battista Rosa, arcivescovo di Perugia, a concedergli l'ordinazione presbiteriale.
Di lì, poi, l'ascesa ai vertici della Chiesa lasciando ovunque un segno del suo passaggio.
Giunto a Benevento, numerose furono, l'una dopo l'altra, le sue iniziative, tra le quali, di sommo rilievo, la realizzazione del Seminario Arcivescovile, opera preannunciata dal suo predecessore.
Il 10 novembre 1985, alle ore 16.00, presente il cardinale Giuseppe Caprio, si tenne la cerimonia della posa della prima pietra (nella terza foto in basso).
L'opera venne realizzata in pochi anni ed il 2 luglio 1990 fu proprio papa Giovanni Paolo II ad inaugurare la struttura.
In quell'edificio, da lui, ardentemente, voluto, Carlo Minchiatti, lasciata, nel 1991, l'Arcidiocesi per raggiunti limiti di età, rifiutando un eventuale ritorno a Perugia, si ritirò trascorrendo l'ultimo periodo di vita.
Pian piano, con il trascorrere del tempo, le sue condizioni psico-organiche ebbero un severo declino al punto che quanti, amorevolmente, lo assistevano, decisero di chiedere il riconoscimento dell'indennità di accompagnamento onde sopperire, almeno in parte, alle non indifferenti spese per l'assistenza che, ad un tratto, si rese continuativa.
A stabilire se vi fossero gli elementi necessari per ottenere il beneficio, guarda caso, fui delegato io.
Con il dovuto garbo ed una mal celata timidezza, entrai nella stanza che accoglieva Minchiatti.
Non era più l'uomo conosciuto in precedenza e, con il quale, in svariate occasioni, avevo intessuto piacevoli discussioni che, per la sua grande apertura mentale, spaziavano su tematiche, le più disparate.
Mi giunse in soccorso, quasi senza volerlo, la memoria che me lo fece rivedere con il suo portamento, fine nell'approccio interpersonale, in definitiva, una bella figura di rappresentante della Chiesa.
Nella impossibilità di un colloquio, come ai tempi addientro, la mia visita fu solo intrisa di ricordi.
La sua intellegenza viva, aperta, pronta a concedere risposte esaurienti alle tante problematiche della Chiesa era oramai smarrita nel groviglio della mente umana.
Scesi le scale del seminario con immensa tristezza.
Per sua volontà, le spoglie mortali furono sepolte nella Basilica della Madonna delle Grazie, ove riposano (nell'ultima foto in basso)".

 

 

comunicato n.160727



Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it - partita Iva 01051510624
Pagine visitate 674555859 / Informativa Privacy