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Benevento, 20-11-2023 09:11 ____
Assassinio di Giulia. L'Italia e' sconvolta per questa ennesima tragica vicenda. E' turbata anche la nostra citta'
Se la responsabilita' penale e' solo di una persona, quella civica verosimilmente e' di tanti. Di tutti coloro che sono rimasti indifferenti ad importanti campanelli di allarme. Piu' che aprire la bocca dopo, si dovrebbe iniziare con l'aprire gli occhi prima, commenta Domenico Russo, papa' di tre figlie...
Nostro servizio
  

Caro direttore, ci scrive Domenico Russo (foto), avvocato, di ieri mattina la notizia dell'arresto in Germania di Filippo Turetta.
L'Italia è sconvolta per questa ennesima tragica vicenda. E' turbata anche la nostra città.
Da padre di tre figlie e da cittadino credo che si dovrebbe avere la lucidità di andare oltre la solita inutile retorica a buon mercato.
Una società che non riconosce i gravi problemi psichici di un ragazzo e non interviene per prestare aiuto dimostra di essere quantomeno superficiale, ma una società che percepisce addirittura come "bravo ragazzo" chi si sta tramutando in un lucido e spietato assassino probabilmente versa in una condizione patologica.
Siamo al cospetto di un'ipotesi abbastanza evidente di omicidio premeditato. Il massimo della gravità sul piano penale.
Sostenere diversamente mi sembra molto difficile. Non si diventa assassini del genere nel volgere di poche ore.
Riprendendo quanto prima detto, in questa vicenda se la responsabilità penale è solo di una persona, quella civica verosimilmente è di tanti.
Di tutti coloro che sono rimasti indifferenti ad importanti campanelli di allarme.
Narcisismo, frustrazione, depressione, competizione, immaturità, incapacità nel gestire il rifiuto e tanto altro. Certamente.
Il problema che però dovremmo porci per provare seriamente a cambiare qualcosa dovrebbe essere quello di smetterla di soffermarci sull’assassino ma di analizzare noi stessi e la società nella quale viviamo.
Troppa ipocrisia, troppa superficialità, troppa irresponsabilità, troppa indifferenza.
Abbiamo smarrito il senso di comunità. Si gira troppo spesso lo sguardo dall’altra parte di fronte ai problemi del prossimo.
Prendiamo coscienza che in questo mondo che stiamo vivendo, dai valori evanescenti e dal futuro incerto, la psiche dei giovani è una polveriera, anche e sopratutto per colpa nostra.
Fare convegni, trasmissioni, articoli, libri, dove si continua a ripetere lo slogan del "no alla violenza contro le donne", "no al femminicidio" è oramai evidentemente insufficiente.
Bisogna andare oltre, bisogna andare molto più in profondità.
Aggravare le pene, ipotizzare altre fattispecie di reato non risolverà il problema.
Una persona che perde completamente la testa non si fermerà per lo slogan che ha ascoltato o per la pena inasprita. Bisogna prevenire.
Più che aprire la bocca dopo, si dovrebbe iniziare con l’aprire gli occhi prima. Abbiamo tanta strada da percorrere.
Però, a mio avviso, il problema più grande non è la tanta strada da percorrere bensì che stiamo procedendo nella direzione sbagliata.
Dovremmo impegnarci molto di più, sia con il cuore che con la mente, per intraprendere la giusta direzione.
Lo dobbiamo a Giulia e a tutte le altre ragazze e donne che hanno perso la vita per mano dei figli di una società malata.
Possiamo continuare a parlare quanto vogliamo, ma quella società siamo noi.
Limitarsi a raccontare solo che non si uccidono le donne e che non si usa violenza contro le donne non è più sufficiente!
Andiamo oltre, aggiungiamo altro, molto altro.
Nei convegni, nelle scuole, nelle famiglie, nella campagne informative, sui giornali si dovrebbe parlare molto di più degli strumenti da trasmettere ai ragazzi, e anche agli adulti, per vivere relazioni sentimentali sane, per gestire la propria emotività, per affrontare la conclusione di relazioni sentimentali e per aprirsi a nuovi percorsi, a nuove esperienze, alla meraviglia della vita. Inondiamo i social, pieni di futilità, con queste informazioni costruttive e con riferimenti pratici.
A chi potrebbe rivolgersi un ragazzo o un adulto in difficoltà, che si sente smarrito, che si sente in un baratro, chi si sente schiacciato da qualcosa più grande di lui?
A chi potrebbe rivolgersi una ragazza o una donna in difficoltà per un sostegno interdisciplinare rapido, serio ed efficace?
Un sostegno che dovrebbe arrivare prima che si verifichino fatti passibili di denuncia.
Sporgere denunce raccontando di un comportamento anomalo, possessivo, negativo, con numerose telefonate al giorno, senza ancora un fatto di evidente violenza, sul piano penale potrebbe non comportare una risposta rapida ed efficace.
Certamente denunciare sempre e denunciare tutto, ma abbiamo anche bisogno di un sostegno effettivo che possa essere efficace sin dai primi campanelli di allarme.
Un sostegno che serva a sollecitare un confronto ed un intervento finalizzato a prevenire che la possibile vittima diventi vittima e che il possibile carnefice diventi carnefice.
Ecco, cerchiamo di arricchire in tal senso i nostri messaggi e di arricchire in tal senso i servizi offerti nella nostra comunità.
Chi ha commesso un crimine atroce come quello in questione verrà giudicato e punito dalla giustizia terrena prima e da quella divina poi. Non spetta a noi giudicare e punire.
Evitiamo di spendere il nostro tempo a lavarci la coscienza così.
Anche concentrarsi solo sui nostri figli sperando così di proteggerli è un mero esercizio illusorio con cui illudiamo noi stessi.
La campana di vetro infrangibile non esiste nella vita reale. Dobbiamo recuperare il senso di comunità per salvaguardare il loro futuro e, quindi, giocare esclusivamente per noi stessi non ci porterà lontano.
Allora, proviamo ad offrire il nostro piccolo contributo per prevenire queste nefandezze, queste tragedie.
Che ciascuno di noi, nel proprio piccolo, faccia la propria parte per evitare l’auto distruzione di questa malandata società e per offrire un futuro migliore ai nostri figli.

comunicato n.160572



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