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Benevento, 30-11-2016 13:02 ____
Il Carcere non e' solo il luogo che sottrae alla societa' la persona che ha commesso un reato, ma anche uno spazio per rieducare
Cosi' la direttrice dell'Istituto di pena Maria Luisa Palma all'iniziativa "Bambinisenzasbarre" che ha lo scopo di mantenere vivo il contatto tra genitori detenuti e figli
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Nuova giornata di un percorso di rieducazione per i detenuti del carcere di contrada Capodimonte.
L'obiettivo era peraltro, proprio, quello di aprire idealmente le porte del carcere per cercare una re-integrazione nel contesto civile e sociale di quanti vi sono ristretti, utilizzando quale grimaldello quello della famiglia in prossimità delle festività natalizie.
Un ritrovarsi, quindi, con gli affetti più cari, i propri figli.
Si è svolto, questa mattina, un match di calcio per sostenere la Campagna sui diritti dei bambini figli di detenuti.
L'iniziativa giunta alla seconda edizione di "Bambinisenzasbarre".
I detenuti, con e senza figli, si sono sfidati per dare voce e visibilità ai bambini, oltre 100mila ogni anno in Italia, che hanno un genitore recluso, per sensibilizzare istituzioni, sistema carcerario, media ed opinione pubblica affinché non vengano emarginati solo perché figli di detenuti.
L'iniziativa, alla sua seconda edizione, lancia un messaggio ben preciso: gli errori dei genitori, infatti, non possono ricadere sulla vita dei propri figli.
"I diritti dei grandi iniziano, proprio, dai diritti dei bambini".
La "Partita di calcio Bambinisenzasbarre" fa parte delle iniziative all'interno della Campagna nazionale di sensibilizzazione "Non un mio crimine, ma una mia condanna. I diritti dei grandi iniziano dai diritti dei bambini", per promuovere dal 20 novembre al 20 dicembre la "Carta dei figli dei detenuti", rinnovata lo scorso settembre dal ministro della Giustizia Orlando, dalla Garante dell'Infanzia, Albano, e da Bambinisenzasbarre e per portare all'attenzione il tema dei 100mila bambini che entrano, ogni giorno, in carcere per mantenere il legame con i propri genitori e che oggi vedono riconosciuti i propri bisogni trasformati in diritti.
Le regole del calcio sono propedeutiche a quelle della vita.
Rispettarle vuole dire avviarsi verso un clima sociale sereno e tranquillo.
Da qui il commento unanime: "Queste iniziative dovrebbero avere continuità".
In particolare, per i detenuti della categoria "comuni", nella quale sono inseriti quanti hanno commesso reati di modesta gravità, l'occasione di un confronto con i valori della società civile è stata data dalla partita di calcio . La cosa importante era il valore simbolico dell'evento: riaprire le porte della Casa circondariale alla società civile e dare la possibilità di esprimere la propria capacità sportiva a quelle persone che normalmente non possono farlo.
La direttrice, Maria Luisa Palma, ha rimarcato: "Il carcere non è soltanto da intendersi come un luogo che sottrae alla società la persona che ha commesso un reato, ma anche e soprattutto uno spazio dove è curato il tempo della rieducazione.
L'intenzione dell’istituto penitenziario è quello di migliorare, in futuro, le condizioni logistiche dei posti dove i bambini aspettano ed i luoghi dove le famiglie fanno i colloqui.
Siamo in attesa di finanziamenti per realizzare questi progetti".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

comunicato n.97410




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