Non vogliamo perdere la speranza che anche i potenti invece di propugnare una visione basata solo sulla forza si aprano alla Luce
Non possono bastare le relazioni virtuali o gli auguri mandati in serie magari a 1.500 persone contemporaneamente o il messaggino ad 8mila amici sparsi per il mondo e con cui non ho rapporti dimenticandoci magari di chi abbiamo accanto a noi, a due passi, ha detto l'arcivescovo Felice Accrocca alla Messa di Natale celebrata in Cattedrale
Nostro servizio
La Santa Messa del Natale celebrata dall'arcivescovo mons. Felice Accrocca in Cattedrale, assieme al rettore mons. Abramo Martignetti ed al parroco don Marco Capaldo, è stata molto partecipata nonostante non sia stata mai sua prerogativa l'affollamento proprio perché celebrata nelle prime ore della giornata e molti ancora sono a casa a "smaltire" i bagordi della vigilia.
L'arcivescovo Accrocca ha improntato tutta la sua Omelia al Vangelo, sulla Luce, su quella luce che splende nelle tenebre con il potere di infondere energia.
La potenza della luce la possiamo anche risontrare tra la Messa celebrata ieri, in una giornata buia, piovosa e quella di oggi in cui non c'è un sole splendente ma c'è la luce.
Possiamo dunque toccare con mano il potere, appunto, della luce e quello che potrebbe essere il mondo se si accogliesse la Luce e quindi si aprissero le porte al Verbo di Dio.
Se lo facesse l'uomo vedrebbe le cose del mondo in altro modo con la capacità di profondere uno sguardo benevolo.
Aprite, apriamo, dunque le porte alla luce.
Possa questa luce trovare aperte anche le porte dei potenti.
Non vogliamo perdere la speranza che anche loro invece di propugnare una visione basata solo sulla forza si aprano alla Luce.
Dobbiamo pregare affinché si duissolvano le tenebre che sembranop diffondersi sulla terra come quando il Cristo fu crocifissop.
Come disse papa Paolo VI, la pace la dobbiamo costruire giorno dopo giorno nel rispetto di un ordine voluto da Dio.
Possa questa Luce cambiarci sul luogo di lavoro, a scuola, in famiglia, nel condominio.
Poi l'arcivescovo, come spesso fa, ha sottolineato la inconsistenza delle relazioni sui social.
Non possono bastare le relazioni virtuali, ha detto, o gli auguri mandati in serie magari a 1.500 persone, contemporaneamente, o al messaggino ad 8mila amici sparsi per il mondo e con cui non ho rapporti dimenticandoci magari di chi abbiamo accanto a noi, a due passi.
Tutto questo ci porta fuori strada. La comunità è relazione d'amore.
Possa Dio trovare in me ed in noi persone disposte a fargli posto nella propria vita.
Viviamo questo Natale in semplicità, ha concluso mons. Accrocca, con la propria famiglia e l'apertura verso gli altri.
Sin qui l'Omelia.
Al termine della benedizione solenne c'è stato un grande applauso da parte dell'Assemblea dei fedeli rivolto al proprio vescovo.
Le parti più significative della celebrazione sono state sottolineate, con grande professionalità, dal Coro della Cattedrale con all'organo Davide Gagliardi.
comunicato n.175162
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