I candidati di quasi tutti gli schieramenti politici fanno a gara a fare promesse roboanti che poi difficilmente si concretizzeranno in fatti reali
Se questi aspiranti consiglieri regionali, sono stati cosi' attenti e premurosi ai problemi quotidiani dei cittadini di questa nostra provincia, come mai c'e' stato un astensionismo di oltre dieci punti superiore, rispetto alle scorse consultazioni elettorali, si chiede Antonio Politano?
Redazione
Una riflessione sul recente voto per il rinnovo del presidente e del Consiglio regionale della Campania, ci giunge da Antonio Politano.
"Gentilissimo direttore - ci scrive - le chiedo di concedermi un po' di spazio sul suo giornale, adesso a bocce ferme, vorrei fare qualche semplice considerazione sulle elezioni regionali appena conclusesi.
Come sempre avviene da anni ormai, in occasione delle consultazioni elettorali, siano esse di caratura locale o nazionale, i candidati di quasi tutti gli schieramenti politici fanno a gara a fare promesse roboanti che poi difficilmente si concretizzeranno in fatti reali.
Anche in occasione di queste ultime elezioni regionali, la quasi totalità dei canditati, si è spesa come sempre, dicendo di voler farsi carico delle principali problematiche che purtroppo da lungo tempo attanagliano questa nostra provincia, la sanità, il lavoro che manca, la viabilità, i collegamenti stradali e ferroviari, la migrazione dei nostri giovani verso il nord o l'estero, portare il Sannio al centro della politica regionale e chi più ne ha più ne metta e per far ciò, di essere stati assiduamente tra la gente e con la gente, al fine di meglio intercettare i loro bisogni più imminenti.
Alla luce di questa breve ma doverosa premessa, arrivo alla mia semplice ed ovvia considerazione e cioè se questi aspiranti consiglieri regionali sono stati così attenti e premurosi ai problemi quotidiani dei cittadini di questa nostra provincia, come mai c'è stato un astensionismo di oltre dieci punti superiore, rispetto alle scorse consultazioni elettorali, attestando la partecipazione al voto a poco più del quaranta percento degli aventi diritto?
Ho l'impressione e mi corregga se sbaglio che il messaggio che è stato lanciato non è stato raccolto da chi purtroppo le problematiche le vive quotidianamente sulla propria pelle ed è talmente disamorato delle promesse di questa classe dirigente che preferisce starsene a casa, sbagliando ovviamente, perchè l'esercizio del voto è l'unica arma che abbiamo noi cittadini per cercare di cambiare le cose, chi non partecipa ha sempre torto e non può poi lamentarsi che le cose non vanno.
Concludo con questa mia convinzione, augurandomi vivamente di sbagliare e cioè che all'attuale classe dirigente vada bene così, in quanto, minore è la partecipazione popolare più possibiltà di successo c'è poiché ognuno mobilita e porta alle urne solo i propri fedeli sostenitori".
comunicato n.174617
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