L'altra notte, imprevisto ed inatteso, mi sono imbattuto in un incontro con Clemente Mastella, racconta Peppino De Lorenzo
D'un tratto, mi sono ritrovato, molto nitido il sogno, nel corso di una gustosa cena con lui, noi due da soli, senza alcun interlocutore presente. La tavola imbandita era una di quelle d'uso nelle serate che io ero solito definire le nostre goliardate...
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Nel pieno di una difficile e complessa campagna elettorale, Peppino De Lorenzo fa delle sue personali riflessioni.
E' un racconto, il suo, che, malgrado possa essere condiviso o meno, comunque rimane oltremodo suggestivo.
Personaggio principale è Clemente Mastella.
"Negli anni della giovinezza e della prima maturità ho sempre sognato poco, molto poco.
Oggi, invece, andando avanti negli anni, mi capita di sognare spesso.
Disparati i temi ed i personaggi che molte volte mi accompagnano nel corso della notte.
Fors'anche per l'argomento, in queste ore, quotidianamente, escusso, che ha quale tema la campagna elettorale, l'altra notte, imprevisto ed inatteso, mi sono imbattuto in un incontro con Clemente Mastella(nella foto di aperura Clemente Mastella e Peppino De Lorenzo).
D'un tratto, mi sono ritrovato, molto nitido il sogno, nel corso di una gustosa cena con lui, noi due da soli, senza alcun interlocutore presente.
La tavola imbandita era una di quelle d'uso nelle serate che io ero solito definire le nostre goliardate, belle ed indimenticabili in verità se non fosse, poi, intervenuto lo squallore della politica che non poco ha inciso sulla mia vita.
Primo argomento della nostra discussione è stata la reazione di Antonia De Mita, figlia di Ciriaco (nella prima foto in basso), che, invece di ringraziare Mastella per avere quest'ultimo intitolato un Parco pubblico al padre, a più riprese, si è scagliata contro il sindaco di Benevento usando affermazioni irripetibili.
Un vero e proprio diluvio di improperie da diffamazione, concludendo di "essere testimone di fatti gravi, veramente gravi".
In casi del genere, non si fanno le minacce. Ci si reca, a passo spedito, in Procura. Questo De Mita lo dovrebbe sapere.
Se Mastella mi avesse ascoltato forse tutto questo spettacolo indecoroso si sarebbe potuto evitare.
Infatti, quando, solo qualche mese fa, gli avevo suggerito l'iter da seguire in tema di toponomastica, lui, in tutta risposta, invece di preferire, come doveroso, d'intitolare piazze e strade cittadine ai figli migliori del nostro territorio, ha proseguito scegliendo, segnatamente, i politici nazionali e, solo dopo tre giorni dal mio intervento, ha ricordato, appunto, De Mita (nella seconda foto in basso, il parco a lui intitolato).
Oggi, questo il risultato. Non so, in tutta sincerità, a cosa si riferisca Antonia De Mita, ma comunque, dal mio modesto angolo visuale, quando viene ricordato un genitore, non si reagisce affatto in questo modo.
Se fosse capitato per mio padre sarei rimasto grato a vita.
Nel corso del sogno, ricordo di avere detto a Mastella: "Nella tua lunga ed articolata militanza, hai sbagliato prediligendo quanti, poi, con estrema disinvoltura, ti hanno girato le spalle. Hai fatto diventare personaggi delle nullità assolute.
Del resto, anche alcuni candidati odierni hanno sfruttato te per costruire la propria forza politica.
Personalmente, non ho condiviso parte del tuo operato, ma, vivaddio, se dovessi votare per il tuo raggruppamento, gradirei, senza tema, scegliere la tua non perfetta politica, optando, comunque, sì facendo, per l'originale e non affidarmi alle tante fotocopie in giro di quello stesso tipo di politica, tra l'altro, molto sbiadite".
Mastella, sempre nel sogno, ha espresso il suo parere preferendo molto la similitudine delle fotocopie.
Di qui, gli argomenti del nostro discorrere sono stati tanti ed i più disparati. Il tutto in un clima di serenità.
Ad un tratto, avviandoci alla conclusione della cena, mentre, da goloso incarnito quale sono, mi accingevo a gustare una deliziosa torta, abbiamo escusso della recente esternazione che, giorni fa, un esponente politico testualmente, tra l'altro, ha dichiarato: "...il capolista del raggruppamento mastelliano fu fermato ubriaco alla guida, insultò gli agenti e, poi, chiese in diretta l'aiuto di Mastella...".
E' stato in quel momento che ho ripensato al mio libro "Ho trovato lo Stato" (nella terza foto in basso) in cui è narrata l'intera vicenda della programmazione del mio licenziamento dal posto di lavoro.
Ho ricordato a Mastella i nomi degli squallidi personaggi, quasi tutti uderrini, alcuni dei quali, oggi, avendo concluso la propria permanenza terrena, saranno stati, di certo, già sottoposti al giudizio divino per tutto il male procuratomi.
Mastella non ha mancato di offrire delle giustifiche che, mi si permetta, sono apparse illogiche e grottesche.
Ritengo, infatti, che, in alcune circostanze della vita, sia meglio ammettere le proprie colpe.
In proposito, gli ho ricordato se sia stato giusto relegare inoperoso, per un anno e mezzo, come nel mio caso, in un corridoio, un professionista per cedere il posto alla ceppalonese di turno.
Mastella ha taciuto mostrando, invece, interesse quando gli ho declamato il breve, ma significativo pezzo delle articolate intercettazioni, disposte, queste ultime, dal procuratore della Repubblica di Napoli, quello, nello specifico, che interessava un personaggio politico all'epoca, mastelliano doc e, oggi, candidato in altra lista.
I testi di quelle intercettazioni, passano gli anni, ma li conosco a memoria.
"...pur di ottenere, con una votazione plebiscitaria, il mio licenziamento - si legge - il direttore generale dell'Asl di Benevento, Bruno De Stefano, cerca di avere la sicurezza assoluta rivolgendosi anche ad amici fuori della ristretta cerchia cittadina.
Significativa, in proposito, è la conversazione intercettata che De Stefano ha con un mastelliano.
"Non ti scordare quel fatto - De Stefano gli rammenta - un dirigente che sta facendo lo scemo e non vuole convincersi a votare contro De Lorenzo".
Ed il politico lo rassicura: "Non ti preoccupare...non ti preoccupare".
Non so, in tutta onestà, se il mastelliano, al momento autorevole per la carica ricoperta, abbia davvero esercitato la sua pressione, ma, per l'affetto che a questi ho sempre riservato dalla prima giovinezza, sarebbe stato doveroso trovarsi dinanzi ad una risposta diversa dal "non ti preoccupare".
L'amicizia, quella vera, non può trovare scorciatoie in momenti difficili.
Del resto, lo stesso magistrato precisa: "...rispetto al politico non vi è prova che abbia davvero contattato il componente della Commissione disciplinare prescelto, è da dire, però, che il suo ruolo di rafforzatore dell'altrui volontà delittuosa è chiaro, così come emerge dalla conversazione intercettata".
Il nostro legame, amicale e non politico, imponeva una risposta diversa all'invito di De Stefano, il componente dell'Udeur non solo avrebbe dovuto respingere al mittente la richiesta, ma, senza esitare, era in dovere di contattarmi per rendermi edotto di quanto avveniva contro di me dietro le quinte.
Da parte mia, sono fedele all'amicizia anche se ho perso per strada tanti compagni di viaggio, costretto a negarli e dimenticarli.
E' il suo caso al quale sono stato legato per una vita intera.
Oggi, l'ignorarlo rappresenta la mia punizione per chi ha tradito la mia amicizia".
A questo punto il mio sogno si è interrotto all'improvviso. Mi sono svegliato con il cuore che mi batteva forte.
Ricordare il contenuto delle tante intercettazioni, mi ha fatto rivivere le innumerevoli vicissitudini subite. Vicissitudini che non poco hanno inciso sulla mia vita futura. Minacce condite con parole da trivio profferite da autorevoli rappresentanti delle istituzioni.
Il testo di quelle intercettazioni rappresenta la vergogna della politica.
Oggi, un solo consiglio mi sento di rivolgere ad alcuni dei candidati del momento ed è quello di almeno tacere tenendo la bocca chiusa, ben chiusa".
comunicato n.174188
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