Da stamane un tratto di strada di via Enzo Marmorale e' chiuso al traffico veicolare e pedonale. Comincia l'opera di abbattimento della "Nicola Sala"
Intanto nella di fronte ricostruzione della "Federico Torre" qualche problema e' sorto. Il terreno dove si stanno cavando le buche per i pali di fondazione, si e' rivelato in alcuni tratti molto duro e compatto, quasi da cemento armato e questo comporta tempi piu' lunghi per lo scavo. Forse le restanti ossature in ferro potrebbero essere ridotte nelle dimensioni della lunghezza
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Da stamane un tratto di strada di via Enzo Marmorale è chiuso al traffico veicolare e pedonale (foto).
Si tratta dello spazio che circonda l'edificio della scuola "Nicola Sala" che dovrà essere abbattuto così come lo è stato per il plesso principale della "Federico Torre" che è proprio di fronte ad esso.
Gli abitanti degli stabili sulla stessa via, posti proprio accanto alla scuola e che prima potevano raggiungere le proprie case attraverso il senso unico da via Nicola Sala, ora possono farlo da via Vetrone essendo stato cambiato il senso di marcia e quindi non è più vietato nella direzione di via Nicola Sala, fino alle abitazioni.
Del resto ci sono i segnali che lo consentono.
L'abbattimento della struttura, così come è capitato per la "Federico Torre", avverrà in varie fasi.
Si comincerà con il prelevamento delle tubazioni, di cavi, delle finestre e così via prima di abbattere l'edificio.
Intanto proseguono, non senza qualche problema, i lavori per la rinascita della "Federico Torre" che dovrebbe essere visibile già per la fine dell'anno.
Problemi sono stati riscontrati nel sottosuolo dove si stanno cavando le buche dentro le quali finiscono le ossature in ferro (sul camion prima di essere scaricate ed inserite nelle buche) che attualmente sono lunghe circa 30 metri, prima di essere riempite di cemento.
Le prove fatte negli spazi disponibili all'epoca, cioè nei cortili della scuola e non dove era posizionata ancora la struttura delle aule, avevano dato una friabilità del terreno che consentiva il posizionamento di questi pali.
Terreno sciolto tanto che quando venne realizzata la scuola, per le fondazioni si scese fino a 4 metri di profondità, distanza non usuale visto che si agiva con scavi molto meno profondi.
Ora all'atto pratico, in alcune zone, ci si è accorti che il terreno, dopo lo strato superficiale, è composto da uno fatto di pietre ed argilla (cretarossa che dà il nome alla vasta zona del rione Mellusi), conglomerato, che negli anni si è talmente solidificato da rivelarsi come un vero e proprio pezzo di cemento armato.
Questo è quanto emerge quando la trivella porta in superficie questi blocchi compatti.
Da una parte, diciamo, che tutto ciò è un bene perché è come si stesse edificando sulla roccia, ma dall'altra parte comporta tempi più lunghi per lo scavo di ogni singola buca.
I tecnici potrebbero valutare di diminuire la lunghezza dell'ossatura in ferro.
Complessivamente non ci dovrebbero essere problemi sulla data finale prevista per il compimento dei lavori.
comunicato n.174020
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