Con la candidatura di Benevento Citta' della Cultura pensiamo di attrarre turisti ma non e' cosi' perche' non abbiamo fatto nulla per meritarlo
Siamo ancora dipendenti dalla presenza fisica dei monumenti della nostra citta'. Di nostro ci mettiamo talmente poco che non viene proprio considerato. Siamo come dei parassiti della storia che ci e' stata consegnata, ha detto da Nico De Vincentiis alla presentazione del suo ultimo libro "La citta' del pensaci tu. Condominio Benevento nel tempo globale"
Nostro servizio
Sullo stile del personaggio, dell'autore, la presentazione del suo ultimo libro, "La città del pensaci tu - Condominio Benevento nel tempo globale" (Campus edizioni, 288 pagine), Nico De Vincentiis (nella foto di apertura) l'ha pensata e voluta senza la classica liturgia che vede la presenza del relatore, preceduto dai saluti istituzionali (più se ne mettono e più è importante il raduno, almeno così la pensano gli organizzatori), dall'accompagnatore del relatore e poi dell'autore che chiude e ringrazia.
De Vincentiis un po' di settimane fa radunò al Teatro San Marco un gruppo di amici a cui affidò il suo libro con l'impegno a leggerlo, anche oltre la metà delle pagine, come si dice in gergo, con l'impegno poi ad intervenire il giorno in cui ci sarebbe stata la presentazione esponendo le impressioni che ne aveva ricevuto.
E così si è fatto.
Il Teatro del Mulino Pacifico della Solot, ha visto dunque l'avvio della presentazione con l'intervento di Michelangelo Fetto (nella prima foto in basso) che assieme ad Antonio Intorcia hanno letto pagine del libro e Fetto si è anche divertito ad elencare quanto scritto da De Vincentiis a proposito della mancata beneventanità di larghissima e smisurata parte dei dirigenti di enti ed istituzioni del territorio.
Ho cercato di catalizzare tutte le energie e le espressioni.
Se andiamo a considerare le ipotesi di essere Capitale della Cultura in Italia, vuol dire che c'è un percorso, un cammino e probabilmente c'è.
Con l'incasso della vendita di questo libro, vogliamo sostenere dei ragazzi che avessero l'idea di studiare teatro e musica, ha detto De Vincentiis.
Abbiamo capito che la cultura è qualcosa di attrattivo e che non è vero che con essa non si mangia.
Abbiamo altresì coinvolto anche tante altre realtà.
Abbiamo l'obbligo di inseguire il creativo che contesta. Non va abbandonato ma inseguito.
E così per il cosiddetto scemo del villaggio, come lo considerevamo una volta. Esso va catturato chiedendogli la sua idea della vita e cosa potrebbe fare.
Così nascono le strutture che trasformano la cultura dell'economia nell'economia della cultura ed è un affronto alle cose che invece sistematicamente succedono ma bisogna farlo e far capire che oggi, la cultura è determinante.
Se un ragazzo su tre non comprende il testo che legge, qualche domanda ce la dobbiamo fare.
Se soltanto il 40% ha messo piede una volta in un Museo nelle nostre zone è un'altra cosa che ci interroga.
Se la Regione distribuisce per le sagre più estroverse, quella della polpetta, del pollo allo spiedo e dà 200 euro per ciascuna di esse per distribuire e non per scegliere, è un fatto importantissimo.
Se la Regione, parimenti, fa una legge speciale per istituire l'Albo della Majorette, o proporre il ragù come bene immateriale dell'umanità, questo sono le ultime cose fatte nei mesi scorsi dalla Giunta regionale, significa che da quelle parti non c'è molto aiuto ed allora bisogna costruirlo insieme dal basso.
Cerchiamo il massimo spendendo il minimo.
Cerchiamo il riconoscimento della città cultura con l'intento che possano aumentare i turisti, ma in realtà non facciamo niente per tutto questo.
Siamo ancora dipendenti dalla presenza fisica dei monumenti della nostre città.
Di nostro ci mettiamo talmente poco che non viene proprio considerato.
Siamo come dei parassiti della storia che ci è stata consegnata.
La nostra quota condominiale di impegno perché qualcosa cambi, non c'è. Non facciamo nulla per il turismo e ci accorgiamo che siamo l'ultima provincia in tema di presenze.
Sono convinto che il Piano Turistico del Comune di Benevento è ancora chiuso in un cassetto e deve andare ancora in Commissione.
A questo punto De Vincentiis ha spiegato al pubblico che non sarà lui a presentare il libro ma quelli che hanno raggiunto il quorum di lettura con il 50% e più, il che significa che questi, prima degli altri, dovrebbero portare il loro contributo.
Possono evitare ovviamente di fare una relazione ma rappresentare attraverso delle suggestioni quello che a loro appare meglio dire sul libro.
E così è stato.
Sono intervenuti a commento del libro, tra gli altri, Rito Martignetti, Susy Fiengo (nella seconda foto in basso), Maria Buonaguro, Guido Cataldo ed Anita Biondi.
comunicato n.173923
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