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Benevento, 09-10-2025 15:21 ____
Peppino De Lorenzo con tono deciso rivolge l'attenzione all'indagine in corso da parte della Procura sul riconoscimento delle invalidita' civili
Ho appreso con vivo interesse che, finalmente, gli organi inquirenti, pure se in ritardo, hanno scoperto il pentolone delle invalidita' civili, a seguito dell'attivita' investigativa condotta dalla Guardia di Finanza. Una vera e propria vendita all'asta con registi occulti che, con la complicita' di sodali privi di scrupoli, avrebbero permesso l'incredibile
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L'intervento odierno di Peppino De Lorenzo (foto), questa volta, è davvero forte ed invita non poco alla riflessione.
De Lorenzo, infatti, con tono deciso e fermo, rivolge l'attenzione all'indagine in corso da parte della Procura della Repubblica di Benevento in tema di riconoscimento delle invalidità civili di cui, in queste ore, tanto si discute in città.
"Dopo le reiterate rivendicazioni, segnatamente nel campo sanitario, portate avanti negli anni in cui ho fatto parte delle istituzioni locali, per le quali, in ultimo, ho pagato un prezzo altissimo, oramai sono giunto, da tempo, alla conclusione di tacere dinanzi alle storture, in verità non poche, cui la vita odierna permette a tutti noi di assistere, quotidianamente.
Oggi, però, mi vedo spinto ad operare una doverosa eccezione e ritornare, fors'anche per un attimo, ai tempi oramai lontani, conservati nel magazzino della memoria.
Non altro per difendere la quotidiana sofferenza umana, difesa in cui ho creduto per una vita intera.
Ho lavorato tanto, senza mai risparmiarmi, e, malgrado gli anni che avanzano spediti, continuo, riunendo tutte le forze residue.
Sarò, forse, il più mediocre sanitario dell'intero Paese, ma di un merito vado fiero ed è quello di essere uso a non percepire onorari.
Mai alcuno mi ha retribuito un solo certificato. Una vera follia, quest'ultima, per i tempi in cui viviamo.
Bene. Ciò precisato, devo ammettere di avere appreso con vivo interesse che, finalmente, gli organi inquirenti, pure se in ritardo, hanno scoperto il pentolone delle invalidità civili, a seguito dell'attività investigativa condotta dalla Guardia di Finanza.
Domani, venerdì 10 ottobre, il Riesame dovrà pronunciarsi dopo in no del gip Roberto Nuzzo alla richiesta iniziale del sostituto procuratore, Patrizia Filomena Rosa, che si era espressa per le misure cautelari.
Settanta gli indagati complessivi se si considerano anche i presunti beneficiari.
Lavorando ancora da mattina a sera per sola passione, ogni giorno, incontro tantissimi pazienti e ciò che ho avuto modo di apprendere e talvolta percepire, è stato allucinante.
Una vera e propria vendita all'asta con registi occulti che, con la complicità di sodali privi di scrupoli, avrebbero permesso l'incredibile.
Malati veri non riconosciuti invalidi, mentre, al contrario, i falsi invalidi sarebbero stati un numero enorme.
Tante volte sono stato sul punto di esplodere, ma, poi, la prudenza degli anni mi ha fermato rimanendo, comunque, con la speranza che qualcosa si muovesse.
Ritengo, mi sia concesso, che, in casi del genere, i processi servano a ben poco. Tutto, come sempre, potrebbe finire in una bolla di sapone. Tra eccezioni, rinvii e presunte malattie si arriverà all'archiviazione.
Agli organi inquirenti, con umiltà, suggerisco l'unica strada che possa offrire un deterrente sicuro ed efficiente. Strada da seguire, da subito, e senza indugio.
Dare inizio, seduta stante, a verifiche serrate delle invalidità concesse in questi ultimi anni attraverso un immediato ricambio delle Commissioni.
Lo so bene che queste ultime, senza dubbio, annoverano anche medici da bene, alcuni anche colleghi a me cari, che adempiono con scrupolo al delicato compito loro affidato, ma non è possibile operare una differenziazione che apparirebbe di difficile pratica.
Lo si faccia, ripeto, subito e senza indugi.
Si ponga fine alla mattanza durata anche troppo.
Qualcuno, ed a ragione, mi chiederà il motivo per cui non abbia parlato prima.
Della Procura di Benevento ho, mi sia permesso, non ho grandissima fiducia. Tempo fa ci si poteva fidare. Oggi, tutto è cambiato.
Per evitare il licenziamento, anni fa, nell'assordante silenzio di Benevento, fui difeso dalla Procura di Napoli, con l'ausilio delle intercettazioni.
Se non fosse intervenuto il procuratore della Repubblica di Napoli, appunto, sarei stato licenziato ed oggi non percepirei la pensione.
E, poi, dopo aver chiesto un modesto risarcimento all'Asl, un avvocato ha avuto l'ardire di definirmi "truffatore, avanzo di galera, falsificatore di bilanci". Una storia banalissima durata più di un decennio.
Non solo il Tribunale di Benevento non mi ha difeso da gratuite diffamazioni del genere, ma una magistrata, che mi doveva gratitudine eterna, mi ha condannato addirittura a tre mesi di reclusione accusandomi di avere risposto alle ingiurie di quell'avvocato con toni forti.
A quel legale avevo solo ribadito che quelle offese, sì gravi, in verità, fossero poco consone alla mia persona.
Mi sono rivolto al Consiglio Superiore della Magistratura senza, ad oggi, avere risposta.
Il tutto, nei successivi gradi di giudizio, si sta sciogliendo come neve al sole ed anche la ventilata galera è già svanita nel nulla.
Spero, prima di lasciare la scena del mondo, di guardare negli occhi quella magistrata che non solo, nel mio caso, doveva astenersi per i motivi che ella conosceva, ma che è stata dimentica di quanto da me aveva avuto per suoi problemi, quelli, sì, veramente gravi.
Mi fermo qui.
Se, poi, si desidera, scopriamo il pentolone. Non ho avuto paura di nulla in gioventù, figuriamoci oggi nella sera della vita".

comunicato n.173610




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