Senza la caparbieta' di Peppino De Lorenzo le spoglie di Antonio Mellusi riposerebbero ancora nel Cimitero di Napoli...
Da giovane cronista il 13 febbraio 1975 rivolse un accorato appello al sindaco di Torrecuso, Angelo Rillo, paese natale del parlamentare, affinche' si permettesse la traslazione delle spoglie dell'avvocato
Nostro servizio
Ieri, 4 ottobre, è stato il centenario della morte di Antonio Mellusi, insigne avvocato ed apprezzato uomo politico che Benevento ricorda con uno dei più suggestivi viali della città a lui intitolato.
Si ricorda che fu Peppino De Lorenzo, nel 1975, ad adoperarsi al fine che le spoglie mortali di Mellusi fossero traslate da Napoli, ove si era spento, a Torrecuso, suo paese natale.
Probabilmente, senza la caparbietà del giovane De Lorenzo, Antonio Mellusi non sarebbe ritornato nella sua terra natale.
Di seguito, il ricordo che, a distanza di cinquantanni da quell'evento, De Lorenzo fa.
"E' con grande commozione che, oggi, nel centenario della morte, ricordo Antonio Mellusi (nella quarta foto in basso). Nato a Torrecuso il 25 novembre 1847, fu insigne avvocato ed apprezzato uomo politico, parlamentare per due legislature, per il Partito Repubblicano.
Divenne anche il primo dirigente all'Archivio Storico Provinciale di Benevento fondando, nel contempo, la "Rivista storica del Sannio " che poi, per ristrettezze economiche, chiuse le pubblicazioni nel 1924, con la stampa di un numero postumo ad un anno dalla scomparsa del fondatore.
In questa occasione, non bisogna dimenticare che Mellusi, in qualità di avvocato, non mancò di difendere, spesso gratuitamente, gli indigenti e quanti si trovavano nella impossibilità di sostenere le spese legali.
Bene. Negli anni oramai lontani, ero giovane ventenne, curavo la rubrica, "Uomini illustri del Sannio", sull'unico settimanale dell'epoca, "Messaggio d'Oggi" e fu così che, il 13 febbraio 1975, rivolsi un appello all'allora sindaco di Torrecuso, Angelo Rillo, al fine che si rendesse promotore di promuovere una raccolta di fondi tra i concittadini per affrontare le spese, nel cinquantenario della morte, onde permettere la traslazione delle spoglie di Antonio Mellusi da Napoli, ove era morto poverissimo, cinquantanni prima, il 4 ottobre 1925, a Torrecuso.
Il sindaco Rillo, con un comportamento ed una dedizione oggi in disuso, dette, da subito, risposta ad un giovane, quale io ero, ed il 19 giugno costituì un comitato promotore.
Oltre me, ne fecero parte Robero Costanzo, Gennaro Ricolo, Salvatore Basile e Vincenzo Fasani. Vi fu, inoltre, l'adesione di Mario Rotili, Ludovico Viglione ed Elio Galasso.
Non posso non ricordare, in questa circostanza, la figura indimentcabile di Vincenzo Fasani (nella prima foto in basso), maestro elementare del luogo che, in qualità di grande ammiratore di Mellusi, per decenni, si era prodigato, senza riuscirci, di realizzare la traslazione dei resti del noto compaesano.
Per questo, Fasani vide in me, malgrado fossi giovane, la strada per realizzare il suo incarnato desiderio.
Ci conoscemmo rimanendo legati fino alla sua morte, avvenuta due anni dopo, nel 1977, quasi che, realizzato il suo sogno, non vi fossero ulteriori motivazioni per vivere.
Spesso mi recavo a casa sua. Rivedo la sua meravigliosa biblioteca.
Di Fasani mi è rimasto un ricordo dolcissimo e appresi, successivamente, con piacere, che a lui fu intitolata la palestra scolastica di Torrecuso.
Reperire le spoglie mortali di Antonio Mellusi nel cimitero di Napoli fu impresa ardua. Tanti i viaggi, inizialmente, senza risultati, per riuscire nell'intento.
In ultimo, ci riuscimmo e fu così che, il 19 ottobre 1975, i resti mortali di Mellusi fecero ritorno a casa.
E' sempre vivo nella mia mente il ricordo di quella domenica quando il carro funebre fece il suo ingresso nella piazza di Torrecuso (nella terza foto in basso).
L'elogio funebre fu intessuto da Alfredo Zazo, noto storico sannita, che era stato il successore di Antonio Mellusi alla direzione dell'Archivio Storico della Provincia di Benevento (nella foto apertura, da sinistra, un giovane Peppino De Lorenzo, Alfredo Zazo, Libero Iannella e Vincenzo Fasani).
Quel giorno, con me, c'era mio padre che, proprio lì, in quella piazza, avvertì le prime avvisaglie del male che, di lì a due mesi, lo condusse a morte (nella seconda foto in basso, ancora Alfredo Zazo e Vincenzo Fasani, sullo sfondo, a destra, Giovanni De Lorenzo senior).
Ho descritto, in poche righe, una cerimonia che, malgrado gli anni trascorsi, mi è rimasta viva nella mente.
Una rievocazione storica di quell'evento, nel marzo 2017, fu voluta dall'allora sindaco di Torrecuso, Erasmo Cutillo, e si celebrò una lieta giornata ricca di incontri (nella quinta foto in basso, da sinistra, Giovanni De Lorenzo, Erasmo Cutillo e Peppino De Lorenzo); (nella sesta foto in basso, De Lorenzo mentre relaziona nel corso dell'incontro).
Le tappe di quella traslazione sono per me indimenticabili e fanno parte della mia giovinezza, intensamente vissuta.
Oggi, è vero, appare facile ricordare, ma, mi sia concesso ribadire, che senza la mia caparbietà, senza tema di smentite, Antonio Mellusi riposerebbe ancora, dimenticato, in uno degli ossari del Cimitero di Napoli.
La gioia del ricordo di quella traslazione, che rimane solo mia, è difficile da comprendere appieno ed alcuno potrà togliermela finché la vita duri.
Il resto è solo fumo".
comunicato n.173531
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