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Benevento, 02-10-2025 10:08 ____
Ripetendo un copione stantio non si sta facendo altro che parlare, con giudizi spesso anche frettolosi, del massacro avvenuto a Paupisi
Leggo ed ascolto che nel caso specifico si sia trattato di un grande lavoratore e quanti lo conoscevano sono rimasti stupiti di cio' che si e' verificato. Non sono affatto in accordo con questa tesi, l'episodio non e' affatto da ritenersi casuale. E' mancata ancora una volta la prevenzione, commenta Peppino De Lorenzo
Nostro servizio
  

Quanto si è verificato a Paupisi ha scosso l'intero Paese e l'episodio fa parte della vita d'oggi, tanto distratta e veloce.
In proposito, abbiamo chiesto un parere al nostro Peppino De Lorenzo che l'intera sua vita ha trascorso in un reparto psichiatrico.
"Ripetendo un copione stantio, in questi giorni, attraverso tutti i mezzi d'informazione nazionali della stampa scritta e parlata, non si sta facendo altro che parlare, con giudizi spesso anche frettolosi, del massacro avvenuto a Paupisi.
Ho trascorso la vita intera nel reparto ubicato, logisticamente, all'Ospedale "Rummo" e, per questo, avendole viste di tutti i colori, nulla più riesce a stupirmi.
In queste ore, leggo ed ascolto che, nel caso specifico, si sia trattato di un grande lavoratore e quanti lo conoscevano sono rimasti stupiti di ciò che si è verificato.
Non sono affatto in accordo con questa tesi perchè, dal mio modesto angolo visuale, l'episodio non è affatto da ritenersi casuale, privo di segni premonitori, fors'anche poco evidenti, e sia invece da attribuirsi ad una pura casualità.
No. Non è affatto così.
Ad una informazione più attenta si evince che quest'uomo, da tempo, avrebbe lanciato segnali, addirittura, tra questi, il denudarsi, d'improvviso, nella piazza del paese, segnali, quindi, chiari e precisi che alcuno ha ritenuto giusto raccogliere ed aiutare il malcapitato.
Malgrado l'odierno progresso, la malattia mentale è ancora ritenuta diversa da tutte le altre patologie e si è soliti girare lo sguardo da un'altra parte etichettando il malato mentale quale soggetto stambo lasciandolo, il più delle volte, al suo destino.
Poi, ci si imbatte in episodi simili a quello avvenuto a Paupisi, e così nasce un coro di domande che, il più delle volte, giungono sempre troppo tardi.
Anche in Ospedale noi medici della psichiatria eravamo ritenuti sanitari diversi da tutti gli altri.
Allora, l'odierna vicenda non è giunta all'improvviso in una piccola tranquilla comunità del Sannio per sconvolgere la quiete di quel territorio.
Il più delle volte, ancora oggi, il grido di allarme di tanti genitori non viene ascoltato e questi restano nel più assordante silenzio delle istituzioni che dovrebbero tendere una mano.
Tante sono le tragedie frutto di impenetrabili silenzi, di richieste di allarmi inascoltate, della consuetudine di preferire ignorare ciò che si ha sotto gli occhi.
Lo Stato, quello Stato che ogni volta si stupisce attraverso i suoi più autorevoli rappresentanti, ha l'obbligo di provvedere, da subito, a riorganizzare l'assistenza psichiatrica che, oggi, fa acqua da tutte le parti.
Le chiacchiere non servono affatto e, tra qualche giorno, come sempre, tutto sarà dimenticato, in attesa di un altro femminicidio.
Qui è mancata, ancora una volta, la prevenzione e smettiamola di parlare di follia improvvisa ed imprevedibile.
Quell'uomo, dinanzi ai segnali che aveva dato, è stato lasciato solo in balia di se stesso".

comunicato n.173486




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