Grazie alla tecnologia di cui dispone l'elicottero dell'Arma e' stato possibile individuare l'auto dell'omicida ferma in una campagna isolata
Non c'erano cellulari a bordo e dunque farsi guidare da quei segnali non e' stato possibile. Ocone non ha opposto resistenza all'arresto. Due ore e' durato l'interrogatorio ed ha risposto alle domande del procuratore Gianfranco Scarfo'. E' parso lucido anche se una quindicina di anni fa era stato oggetto di un Trattamento Sanitario Obbligatorio. Gli elicotteristi sono stati quelli che lo hanno fermato, ha detto il colonnello Enrico Calandro alla Conferenza Stampa, dopo un atterraggio di emergenza
Nostro servizio
La tragedia di Paupisi che ha registrato l'uccisione di una donna, Elisa Polcino, 49 anni, ad opera del marito Salvatore Ocone, di 58 anni, che ha ammazzato anche il figlio di 15 anni e ridotta in fin di vita la sorella di quest'ultimo di 16 anni, ha un colpevole reo confesso.
E su questo non si discute, è un punto fermo.
Ma il reato penale, per il quale l'ipotesi di condanna è l'ergastolo, non tiene conto solo di ciò che appare ma deve curarsi anche del contesto e svolgere ogni proficua azione per fare in modo che non venga negata all'indagato una approfondita attività di indagine anche se si sa, per ammissione stessa del protagonista, chi sia stato a commettere il duplice omicidio.
Questo il senso ed il messaggio che il procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Benevento, Gianfranco Scarfò, ha detto nel corso di una affollatissima conferenza stampa tenuta peraltro in un ambiente ristretto e senza l'ausilio di un necessario impianto audio.
Al tavolo, oltre al procuratore Scarfò, il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Enrico Calandro, il maggiore dell'Arma, Emanuele Grio, ed il capitano Giuseppe Friscuolo (tutti nella prima foto in basso).
Elisa Polcino, ha detto Scarfò, è stata colpita alla testa con un oggetto, una pietra, che è stato poi rinvenuto nel luogo, una pietra che si ritiene sia stata presa dal giardino che circonda l'abitazione.
Assieme alla donna è stata poi rinvenuta l'assenza in casa del figlio e della figlia entrambi minorenni.
I segni mostrano che anche la ragazzina sia stata colpita nella sua camera da letto visto che sono state ritrovate sia tracce ematiche che di trascinamento del corpo fuori la causa per essere poi caricati nell'auto.
Sono quindi iniziate attività frenetiche per rintracciare questa persona e comprendere cosa fosse accaduto anche se al momento sono solo illazioni, ha detto Scarfò.
Grazie all'impegno ed all'intervento della polizia giudiziaria abbiamo catturato due immagini con il sistema video dell'elicottero nel territorio molisano.
Questo ha comportato l'intervento immediato dei Carabinieri che ringrazio.
Non avevamo altro elemento per sapere dove fossero con quell'auto visto che a bordo non c'era nessun cellulare che ci avrebbe facilitato la ricerca.
Grazie all'intervento, dunque, degli elicotteristi, nel pomeriggio è stata individuata quest'auto in sosta, sono intervenuti ed è stato trovato l'uomo con sul sedile posteriore dell'auto il corpo non più in vita del figlio e quello della ragazzina che era ed è ancora in vita dopo il delicato intervento chirurgico che ha subìto a Pozzillo, in provincia di Isernia.
Sulla scorta di questi elementi la Procura della Repubblica ha operato nelle successive ore relativamente alla ipotesi di reato del duplice omicidio aggravato con Ocone indiziato di delitto, che prevede la pena, in astratto, dell'ergastolo e poi per il tentato omicidio della giovane.
Il procuratore Scarfò ha voluto ringraziare sentitamente i Carabinieri del Comando provinciale di Campobasso. Senza di loro non avremmo ottenuto questi risultati, ha detto.
La Procura di Campobasso competente, dopo il fermo, ne ha chiesto la convalida al giudice competente sempre al Tribunale di Campobasso.
Nel rispetto della presunzione di innocenza, ha anche detto Scarfò, le notizie che stiamo dando in questa conferenza stampa, non possono scendere nei particolari.
Nell'interrogatorio (è assistito al momento da un avvocato d'ufficio) la persona indagata ha ammesso i fatti materiali avvenuti in casa.
La signora è stata colpita nel sonno ed anche la ragazzina.
Per come e dove abbia poi colpito il ragazzo, è ancora tutto da individuare.
Poi li ha trascinati in macchina ed è cominciato questo suo girovagare che è durato sei o sette ore prima di essere stato rintracciato in Molise, a Ferrazzano, in piena campagna.
Ha ammesso i fatti materiali ed il motivo del gesto, almeno per quanto riguarda la moglie, lo ha attribuito a dinamiche familiari particolarmente conflittuali con gesdti di aggressività nei suoi confronti da parte della moglie.
Sono affermazioni ovviamente tutte da verificare.
La presunzione di innocenza va considerata perché il processo penale non è solo chi ha fatto cosa.
E' anche il riconoscimento complessivo della responsabilità penale che è fatta anche della condotta che in questo caso è tendenzialmente accertata.
Questo non vuol dire che non si debba fare l'indagine in quanto bisogna accertare i profili che riguiardano il dolo e la verifica sulla capacità di intendere e di volere.
Su quest'ultimo aspetto allo stato posso solo dire che è certo che il soggetto abbia un vissuto psichiatrico, c'è una diagnosi che a lui è stata fatta da uno psichatra con riferimento ad una questione psicotica e c'è anche traccia di un Trattamento Sanitario Obbligatorio (Tso) che ha avuto nel 2011 ma per il resto non abbiamo nessun elemento di segnalazione, anche riguardo a precedenti penali, che riguardino questa famiglia e non c'è un vissuto di violenza da parte del presunto omicida.
Il colonnello Calandro nel prendere la parola ha detto che dopo l'intervento nell'abitazione dove si è verificato l'omicio, è stata da subito rilevata l'assenza del marito della donna uccisa e dei due figli.
Questo per noi sono stati elementi significativi che ci hanno portati ad avviare subito l'attività di ricerca.
Avevamo una scena del delitto che ci faceva presagire che anche i due ragazzi fossero stati colpiti nell'abitazione ma la nostra speranza è stata quella di trovarli comunque in vita. Così è stato ma solo per la ragazza.
Abbiamo attivato l'azione di ricerca incentrata dapprima su tutto il territorio provinciale, ha proseguito Calandro, ma subito dopo le ricerche sono state estese coinvolgendo tutti i reparti della regione Campania e di quelle limitrofe.
La ricerca è stato molto difficile perché è stata condotta al buio.
Il fuggitivo ed i ragazzi, infatti, non avevano con loro i telefoni cellulari e quindi è stato fondamentale l'attivazione di tutte le nostre Stazioni Carabinieri che hanno fatto un meticolosoa verifica dell'impianto di videosorveglianza sul territorio.
Lo stesso hanno fatto anche le Stazioni di Campobasso.
Una prima immagine l'abbiamo rilevata sul nostro territorio.
Non eravamo in possesso né della targa né del modello dell'auto usata per la fuga ma quella immagine ci è parsa essere compatibile con la macchina del fuggitivo.
Come direzione dunque poteva andare o verso Caianello o verso Campobasso e fortunatamente i militari della stazioni hanno individuato altri due fotogrammi.
L'elicottero del Nucleo di Pontecagnano dei Carabinieri era già in volo da poco ed orientato sulla provincia di Campobasso.
E' stato in volo per circa 12 ore ed ha avuto bisogno anche di atterrare e di rifornirsi di carburante.
Grazie agli strumenti di cui è dotato con telecamere ad alta risuluzione e grazie alla esperienza dei piloti è stata individuata poco dopo le ore 18.00 questa macchina ferma e quasi nascosta in un uliveto isolato e tra balle di paglia.
Siccome il territorio era impervio e per arrivare le auto avrebbero impiegato molto tempo, l'elicotterista ha trovato uno spazio di emergenza ed è atterrato in un'area pianeggiante poco distante dall'auto.
Così l'equipaggio composto da tre militari, un ufficiale e due marescialli ha provveduto ad immobilizzare l'uomo che non ha opposto resistenza e verificato da subito il decesso del ragazzo e prestato le prime cure alla ragazza ancora in vita.
Sono quindi state inviate le coordinate geografiche alla nostra centrale ed a quella di Campobasso che ha inviato subito le pattuglie e le ambulanze.
La ragazza in un primo momento è stata trasferita all'Ospedale "Cardarelli" di Campobasso e poi nella notte alla Clinica Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia, dove è stata sottoposta ad intervento chirurgico ed è in prognosi riservata, (in coma farrmacologico dove resterà per quattro o cinque giorni ndr), ha concluso il colonnello Calandro.
A questo punto sono cominciate le domande dei giornalisti.
Non c'è un nesso con nessun preventivo elemento di conoscenza, è stato detto, con il luogo dove è stata ritrovata l'auto ed il fuggitivo. E' stato un caso il fermarsi lì.
Non ha mai detenuto armi e non ne aveva nemmeno in questa circostanza.
L'arma del delitto si ritiene sia stata questo masso, questa grossa pietra, trovata nella abitazione.
E' stata ipotizzata una colluttazione nella casa durante il delitto?
Rispetto alla ragazza ed alla mamma si pensa proprio di no.
Sul ragazzino c'è bisogno di accertare e valutare le informazioni acquisite.
Il ragazzo non sembra presentare altre ferite ma ci sarà l'autopsia che dovrà confermarlo.
La suocera che viveva al piano terra nessuno ha sentito nulla? Come è possibile?
Quando è avvenuto il delito? Nelle prime ore della giornata è stato risposto, tra le 5 e le 6 del mattino e non ci sono testimoni oculari.
Ruguardo i ragazzi non si sa se tutti e due erano a letto al momento che sono stati colpiti.
La ragazzina certamente perché abbiamo trovato del sangue nel letto, il ragazzo sembra di no.
Saranno comunque fondamentali, per dare risposte a queste domande, l'esame degli elementi ritrovati nella casa e quegli autoptici sui cadaveri.
Al momento l'uomo guidava ed aveva la patente. Mai fatto gesti lesionistici nei suoi confronti o in quelli di terzi.
Era assistito ma non in Cura al Centro di Igiene Mentale
Il 19 ottobre la coppia avrebbe festeggiato i 25 anni di matrimonio. Già fissata la chiesa per la cerimonia religiosa ed il ristorante per la festa.
comunicato n.173473
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