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Benevento, 25-09-2025 18:49 ____
Al Forum Aree Interne arriva Mogol il testimonial che ha affascinato intere generazioni di giovani. Venduti 533 milioni di dischi, terzo al mondo
Prima di lui in questa particolare graduatoria solo i Beatles ed Elvis Presley. In Umbria il suo Centro Europeo di Toscolano. Doveva essere solo una casa per me, ho realizzato un paese dove studiano tanti giovani. E' stato monsignor Accrocca ad invitare il paroliere dopo essere stato da lui contattato in qualita' di storico di San Francesco per completare i testi del musical sul poverello di Assisi scritto con Riccardo Cocciante
Nostro servizio
  

Il Complesso dell'ex Seminario Arcivescovile di viale degli Atlantici ha accolto la settima edizione del Forum Aree Interne 2025 dal titolo "La sfida della bellezza & il futuro creativo".
Non c'è dubbio alcuno che l'attenzione sia caduta tutta sul testimonial d'eccezione, Giulio Rapetti Mogol, un paroliere, come gli piace essere definito, che ha fatto la storia, senza tema di essere sorpassato da altri, della canzone italiana.
Nemmeno lui sa con precisione quanti testi abbia scritto e passati poi ai migliori musicisti del momento per il completamento della canzone (in verità lui dice che è il contrario perché nasce prima la musica e poi il testo ndr), certamente più di mille, forse addirittura millecinquecento.
Con ogni probabilità, lo ha detto lui, la prima canzone è stata "Briciole di baci" (1960) cantata da Mina per farmi un favore, ha detto.
La presenza di Mogol, bisogna dire, è dovuta tutta all'arcivescovo Felice Accrocca.
Il duo Mogol, testo e Riccardo Cocciante, musica, stavano per completare l'opera "Francesco", un musical sulla vita del Santo più conosciuto al mondo e patrono d'Italia, quando si sono posti il problema di verificare il testo da un punto di vista storiografico e teologico.
E così è stato contattato il nostro arcivescovo che, è noto, è uno dei maggiori storici, non solo italiani, di San Francesco.
L'occasione è stata colta da monsignor Accrocca per invitare Mogol a Benevento che ha accettato subito di interloquire con i giovani e così è stato.
Ora non si esclude che l'arcivescovo, quando andrà ad Assisi per assistere alla prima del musical, non possa invitare Riccardo Cocciante per la prossima edizione del Forum nel 2026, nell'ottocentesimo anniversario dalla morte del santo.
L'evento di stasera ha avuto inizio con la lettura da parte dell'arcivescovo del messaggio giuntogli dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (pubblicato integralmente in basso), che lo ha inviato al Forum, un messaggio non convenzionale, non di maniera e non scontato, ha detto l'arcivescovo. La posizione del presidente Mattarella è stata esposta con chiarezza ed in coincidenza di vedute con la lettera dell'episcopato, un documento che è nato in questa città e di cui ora prendono atto in tanti.
Poi, rivolto a Mogol, monsignor Accrocca ha sottolineato come la sua arte e poesia sia diffusa nel mondo.
La mia generazione è cresciuta con te e non solo noi ma anche le nuove generazioni conoscono i tuoi versi.
Come noi vivi da diversi anni in un'area interna dopo aver lasciato Milano e quindi conosci le problematiche e le ambasce di questi territori.
Nico De Vincentis, che ha condotto l'intervista, ha confermato per Mogol l'abbraccio di una intera città.
Se viene Mogol qui da noi, vuol dire che cresciamo ma anche che i territori si possono aiutare anche senza conoscerli.
Nell'oasi, quale è quella che Mogol si è costruita, il Centro Europeo di Toscolano (Cet) ad Avigliano Umbro, 120 ettari nel cuore dell'Umbria, si sta in relax ha chiesto De Vincentiis? Come è nata questa idea?
Ero a piazza San Babila a Milano, ha risposto l'artista, avevo 55 anni (il prossimo anno ne compie 90 ndr) e mi sono trovato in difficoltà con il respiro.
E così con una decisione improvvisa ed irremovibile, come sono solito fare e come ho scritto nel libro "Senza paura", proprio per descrivere le decisioni che assumo subuto e senza paura, sono andato via.
Trovai il posto che mi piaceva e dalla sola casa che avrei dovuto edificare, ho costruito un paese.
E lì ho creato una scuola che è la più importante nel suo genere che c'è in Europa.
Parlando poi di ciò che si insegna, appunto in questa scuola, Mogol ha detto di essere stato attaccato violentamente per aver detto di Giorgia che canta come 30 anni fa.
Avevo detto: Vorrei che mi venisse a trovare per dirle come si canta nel mondo comunicando in modo credibile ma questo mio tentativo, che era una carezza, fu travisato e fu trasformato in una guerra contro di me.
Malgioglio si mise al comando della truppa...
Ma poi è finita lì.
A proposito di San Francesco, ha ripreso De Vincentiis, l'ha ispirata la sua santità o cosa?
Quando ho scritto i testi dell'opera, ho interloquito con monsignor Accrocca, storico del santo, il quale mi ha detto che mancava nella narrazione l'argomento delle stigmate.
E così ho cominciato a fare delle ricerche ed ho visto che le stigmate di San Francesco non erano delle ferite che trapassavano le mani o i piedi, come a Gesù, ma erano delle escrescenze grandi come palline.
Allora ho rivisto il testo ed è stato messo in luce anche questo non trascurabile particolare.
L'opera la canterà tutta Riccardo Cocciante ad Assisi.
Nico De Vincentis ha quindi sottolineato anche il senso di solidarietà che caratterizza la vita di Mogol.
Sì, ha rispoto il paroliere. Nel 1991 un mio amico mi disse che delle due ambulanze in servizio, una si era completamente rotta e che occorreva magari l'incasso di un concerto per comprarne una nuova.
Su questo non posso servirti, risposi, però posso organizzare un incontro di calcio e così venne fondata la Nazionale Cantanti.
La mia attività di calciatore l'ho cominciata a 39 anni ed ho partecipato anche a campionati dilettanti.
Quella partita con i cantanti fu una comica.
Feci entrare Lucio Battisti come centravanti. Non aveva mai giocato al pallone al punto che tentò di arrivare ad un cross di trenta metri alzandosi semplicemente sulla punta dei piedi.
Insomma fu uno spasso però in 45 anni questa nazionale ha raccolto la bellezza di 145 milioni che sono stati spesi tutti per i bambini sofferenti.
Mia moglie, Daniela Gimmelli, (presente in sala e nella foto di apertura con Mogol ndr), è più impegnata di me nella carità.
Ripresa la parola De Vincentiis ha detto: Mogol non è solo Battisti ma tanto altro ed ha aiutato anche tanti cantanti a risorgere. Primo fra tutti, Gianni Morandi.
 E' vero, Morandi è molto generoso e lo racconta a tutti. Dalla Rca, la casa discografica dell'epoca, venne Mimma per dirmi di parlare con Morandi che non voleva cantare più.
Andai a casa sua e lo trovai al contrabasso (studiava al Conservatorio) ed il figlio al violino.
Gli ho detto che era tempo che tornasse a cantare, non facendolo dava un dolore a tutti gli italiani.
Mi rispose: E tu per me che fai?
Una canzone, gli risposi ed uno spettacolo.
E così nacque "Canzone stonata" che fu un successo. La scrissi di getto, ero ancora in pigiama a casa. Di questo mi è sempore stato grato Morandi.
E qui sono cominciate le domande da parte dei ragazzi presenti nella sala ma il primo "ragazzo" è stato proprio mons. Accrocca che per rompere il ghiaccio ha chiesto se per la nascita di una canzone venisse prima la musica e poi le parole o viceversa.
Mogol non ha tentennato: Viene prima la musica e quando dice la stessa cosa con le parole, produce emozioni.
Ai ragazzi dico che il Signore ha dato il talento a tutti ma bisogna studiare e dedicarsi completamente a ciò che si riesce meglio, per farlo emergere.
Poi a proposito di testi e musica che non muoiono mai, Mogol, per la prova del nove, ha solo accennato la canzone "Non sarà..." e subito in sala tutti, a cominciare dagli adolescenti, hanno proseguito "...un'avventura" individuando subito la canzone cantata da Battisti.
Un'altra domanda rivolta a Mogol è stata se ci fosse una formula magica per scrivere una canzone.
No ha detto Mogol al giovane che lo aveva interrogato. Ho creato una scuola, la più importante d'Europa e se ti interessa, ha detto al giovane, viene a fare il corso, il tipo giusto lo sei.
Mogol rispondendo ad altre domande (una ragazza ha detto che era salita sul palco solo per stringergli la mano...), ha detto che nella sua carriera ha venduto 533 milioni di dischi.
E' il terzo al mondo in questa graduatoria dopo i Beatles ed Elvis Presley. Tutto certificato dalla Siae.
Mi sento l'uomo più fortunato del mondo.
La interlocuzione si è chiusa con Mogol che ha detto che la vita ha uno scopo e peggio sarebbe l'immortalità.
Ricordatevi di perdonare gli altri, di fare del bene. Per questo non bisogna aspettare di morire perché esso arriva subito e così i suoi effetti.

Questo il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella
La questione dei cittadini che vivono nelle cosiddette aree interne del Paese e isole minori, è da tempo un grande argomento nazionale. Su quasi ottomila Comuni, oltre quattromila ricadono in esse.
E' un problema che riguarda un quarto dell’intera popolazione italiana.
E' un tema dei diritti dei cittadini che vi risiedono e un tema di sottoutilizzo delle risorse che quei territori hanno sempre espresso e possono esprimere.
Un patrimonio di persone e luoghi che non possiamo arrenderci a vedere deperire o, peggio, scomparire.
L’attenzione che il Forum da tempo porta a questa condizione e che la Chiesa cattolica ha sollecitato, anche recentemente, con la lettera aperta a Governo e Parlamento, è meritevole di ogni considerazione.
Nel processo di sviluppo indotto dalla Repubblica, grande rilevanza ebbe il programma diretto a colmare i divari, con la politica rivolta a sostegno delle aree depresse.
Si propone oggi una questione di analogo spessore: ogni regione si trova con realtà in cui la distanza di centri abitati da servizi come quelli sanitari e d'istruzione superiore, aggravata dalla carenza di trasporti pubblici adeguati, creano condizioni di progressivo spopolamento e abbandono che espongono i territori a ogni calamità.
La ricchezza di energie umane e il valore di risorse che, così, vengono meno, minacciano parte significativa dell’identità irrinunciabile di un Paese policentrico, in cui ciascun luogo testimonia cultura, materiale e immateriale, in cui ambiti preziosi verrebbero ineluttabilmente condannati all’oblio.
E' giunto il momento di una riflessione che faccia giustizia di quel luogo comune secondo il quale il diradarsi della popolazione comporta necessariamente rarefazioni di servizi e abbandono di infrastrutture come quelle delle ferrovie locali.
E' il contrario: il venir meno di supporti alla convivenza locale, nella sua dimensione civile ed economica, spinge e aggrava la marginalizzazione dei centri minori che, pure, durante la pandemia e in funzione del crescere della digitalizzazione, hanno potuto conoscere significative rivalse, a conferma del ruolo che posso svolgere.
Confidando che il dibattito rechi utili contributi  su questa grande sfida, invio auguri di buon lavoro.

Il dono del maestro Mimmo Paladino
S'intitola "Radici, diritto al futuro" l'opera che il maestro Mimmo Paladino ha donato al Forum delle Aree Interne (nell'ultima foto in basso) e presentata nel corso della sessione 2025 che si svolge nell'ex complesso del Seminario Arcivescovile.
Paladino offre il suo genio creativo nell'ambito di un percorso avviato sette anni fa in difesa e a salvaguardia dei tanti territori fragili, emarginati, ma non rassegnati, per i quali si punta a valorizzarne arte, cultura, identità con una crescita di partecipazione e di consapevolezza.
Il nostro dovere, sembra dire l'artista con la sua opera, è non staccarsi dalle radici e vivere questo tempo veloce riuscendo anche a rallentare ma guardando l'orizzonte senza farsi sconfiggere dalla tirannia del presente.
Il "segno" di Paladino è diventato manifesto della rassegna 2025 e accompagnerà il cammino dell'importante esperienza di dialogo anche per tutto il 2026 in cui saranno realizzate iniziative relative ai beni culturali e a difesa dell'ambiente e del pianeta, in collaborazione con numerose Soprintendenze d'Italia.

  

  

  

  

  

  

  

  

  

  

                                                          
 

comunicato n.173372




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