Il Pronto Soccorso di Sant'Agata de' Goti, aperto dalle 8.00 alle 18.00, e' ridotto ad un Ufficio Postale
In attesa di una soluzione che appare sempre piu' urgente, i cittadini del territorio santagatese non possono far altro che "affidarsi a Sant'Alfonso" nelle ore notturne, sperando che le emergenze non si manifestino quando il sole tramonta, commenta Nicola Boccalone
Redazione
Nicola Boccalone, avvocato, già direttore generale dell’Ospedale "Rummo", denuncia che la situazione in cui versa il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Sant'Agata dei Goti, aperto dalle 8.00 alle 18.00, e ridotto, secondo lo stesso, ad un Ufficio Postale, mentre i pazienti della Valle Caudina cercano alternative.
"Il territorio santagatese e l'intera Valle Caudina - scrive - vivono una grave emergenza sanitaria che mette a rischio la sicurezza dei cittadini.
Il Presidio Ospedaliero "Sant'Alfonso Maria de' Liguori", un tempo punto di riferimento per l'area, da anni ha drasticamente ridotto i suoi servizi di emergenza, costringendo la popolazione a cercare assistenza altrove, spesso con gravi conseguenze per chi ha bisogno di soccorso immediato.
La situazione attuale dell'Ospedale santagatese si pone, senza mezzi termini, come un Pronto Soccorso che funziona come un Ufficio Postale.
Un’'ffesa alla dignità di un intero territorio.
Il Presidio, che dovrebbe garantire assistenza h24, opera di fatto solo nella fascia oraria 8.00-18.00, lasciando scoperto il territorio nelle ore notturne e nei weekend.
Particolarmente grave è il contrasto con quanto previsto dal Decreto Commissariale numero 41/19, a firma dell'attuale presidente De Luca e all’epoca commissario ad acta, un atto che da lunghi sei anni prevede la riconfigurazione di un Presidio Ospedaliero con Pronto Soccorso attivo 24 ore su 24 e 96 posti letto distribuiti tra diverse specialità.
Questi gli atti e i fatti che hanno preceduto il famigerato Decreto numero 41/2019 che aumentava finanche i posti letto del servizio ospedaliero per un numero complessivo di 46, assegnandone 4 alla cardiologia, 10 alla chirurgia generale, 12 alla medicina generale, 10 alla ortopedia e traumatologia, 4 alla terapia intensiva e 6 all’oncologia, oltre a veder confermati i 50 posti di recupero e riabilitazione e lungodegenza.
Un impegno rimasto sulla carta, anche nella programmazione dello stesso "Rummo" (basta leggerne gli atti dei bilanci 2023-2024 per rimanere basiti), che evidenzia la virtù organizzativa e gestionale dei servizi da parte del "governo regionale" (si fa per dire).
Effetto diretto di questa situazione è il crescente esodo di pazienti sanniti verso il Pronto Soccorso di San Felice a Cancello, in provincia di Caserta, con un incremento significativo degli accessi nelle ore notturne, proprio quando il Sant'Alfonso, per orari di ufficio, chiude i battenti.
Tra i pazienti che migrano verso il Casertano si registrano cittadini di Airola, Cervinara e altri Comuni della Valle Caudina, che in condizioni normali avrebbero fatto naturalmente riferimento all'Ospedale di Sant'Agata dei Goti.
Questa migrazione sanitaria non è solo un indicatore del disagio locale, ma rappresenta anche una inevitabile conseguenza per “scampare” al sovraffollamento cronico degli Ospedali "Rummo" di Benevento e "San Sebastiano" di Caserta.
Il Presidio Ospedaliero Sant’Alfonso era nella mente e nel cuore dei santagatesi e consentiva di avere risposte adeguate alle esigenza sanitarie del territorio, con l'effetto di non sovraccaricare i nosocomi maggiori.
La sua riduzione funzionale non ha solo impoverito l’offerta sanitaria locale, ma ha anche contribuito all’intasamento delle strutture limitrofe, creando un effetto domino negativo sull'intero sistema sanitario regionale.
La mancata riqualificazione del presidio santagatese crea una situazione di pericolo soprattutto per coloro che hanno l’esigenza di un soccorso immediato.
Pazienti con patologie cardiache, neurologiche e traumatologiche si trovano in una condizione di particolare vulnerabilità, costretti a percorrere chilometri aggiuntivi per raggiungere un Pronto Soccorso funzionante, perdendo tempo prezioso in situazioni dove ogni minuto può fare la differenza.
In attesa di una soluzione che appare sempre più urgente, i cittadini del territorio santagatese non possono far altro che "affidarsi a Sant'Alfonso" nelle ore notturne, sperando che le emergenze non si manifestino quando il sole tramonta".
comunicato n.173328
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