Avevo pronosticato che il nuovo papa sarebbe stato Robert Francis Prevost. C'era bisogno di un papa che conoscesse il grande continente americano
Un aneddoto raccontato da Stefano Ziantoni a cui e' stato conferito il Premio "Arco di Traiano", alla presentazione del suo libro "Ponti non muri", ha fatto capire anche lo spessore professionale di chi, da vaticanista e con una conoscenza cosi' vasta ed approfondita, e' stato in grado addirittura di anticipare di qualche ora il nome del nuovo pontefice. Nel volume tutto quello che non abbiamo mai saputo di papa Francesco. In questa epoca della velocita', c'e' il rischio di perdere alcuni elementi fondamentali del suo pontificato
Nostro servizio
Avevo pronosticato che il nuovo papa sarebbe stato Robert Francis Prevost.
C'era bisogno di un papa che conoscesse il grande continente americano.
Lo avevo detto a casa, a tavola.
Gli amici di mia figlia Benedetta, volevano scommettere su chi fosse stato il nuovo pontefice e così chiesero a lei: Tuo padre che dice, chi sarà?
Mia figlia rispose: Sarà Prevost.
I suoi amici puntarono dunque su di lui e vinsero 1.500 euro.
Chiesi dunque a mia figlia: E perché non hai giocato anche tu?
Perché ero in conflitto d'interesse...
E' terminata con questo aneddoto che ha fatto però capire anche lo spessore professionale di chi, da vaticanista e con una conoscenza così vasta ed approfondita, è stato in grado addirittura di anticipare di qualche ora il nome del nuovo pontefice, è terminata con questo aneddoto, dicevamo, la presentazione del volume "Ponti non muri. I 47 viaggi apostolici di papa Francesco", scritto da Stefano Ziantoni (nella seconda foto in basso e nelle altre) in collaborazione con Filippo Di Giacomo per Esti Italia e Rai Libri, un volume ponderoso di 366 pagine.
Ziantoni, oggi responsabile di Rai Vaticano, volto storico della televisione di Stato, è stato a Benevento per ricevere il "Premio Arco di Traiano" (nell'ultima foto in basso) della Pro loco "Samnium" presieduta da Pino Petito, una scultura realizzata da Mario Ferrante.
Ad aprire i lavori e poi a chiuderli, è stata la voce di Martina Scrocco (nella prima foto in basso e poi nella decima foto in basso assieme alla sua famiglia), diplomata quest'anno al Liceo Scientifico "Rummo", la stessa giovane che il sindaco di San Nicola Manfredi, Arturo Vernillo, propone sul palco ogni qualvolta nel territorio comunale ci sono concerti, anche con interpreti di fama, con l'intento proprio di valorizzare questi giovani interpreti della canzone.
Ad interrogare il giornalista Ziantoni, il giornalista (giornalista con giornalista) Stefano Girotti Zirotti (nella tredicesima foto in basso riceve dal presidente Petito una litografia autografata dall'autore), vice capo redattore di Rai Vaticano, il quale ha voluto subito manifestare la sua ammirazione per la nostra città che ha già visitato varie volte, e la amicizia storica con Ferdinando Creta (nella sedicesima foto in basso è a destra ed a sinistra è Girotti), presente all'evento dopo aver assaporato la prova vincente del Benevento calcio suscitando peraltro l'approvazione, per la "forzata assenza" all'inizio della manifestazione, anche di Ziantoni che ha sottolineato invece la vittoria della sua Roma nel derby con la Lazio, già direttore del Teatro Romano.
Vengo in questa città sempre con piacere perché è una città che ha una storia molto importante, dove c'è la cultura del sacro e del profano e dove ci sono luoghi che non si esprimono e non si compendiano solo nell'Arco di Traiano.
Nel libro, ha detto Girotti, c'è la visualizzazione di migliaia di chilometri di viaggi pontificali e quindi a Ziantoni ha chiesto di sottolineare le proprie emozioni vissute nella scrittura di questo libro.
E qui proponiamo la chiacchierata che abbiamo avuto con Ziantoni prima che la presentazione del suo libro avesse inizio anche perché domande e risposte dal palco, sono state molto simili a quelle che ci siamo scambiate noi in precedenza.
Già nella parola pontefice c'è proprio l'idea della costruzione di ponti, abbiamo esordito.
Oggi la vita ci impone di pensare che questi ponti debbano servire per raggiungere la pace tra i popoli, tra le nazioni in guerra, ma essi non servono solo a questo.
Probabilmente per le tragedie che avvengono quotidianamente siamo portati ad associare questa azione di "cucitura", con la pace, ma avremmo bisogno di gettare ponti anche per un ritorno deciso ai valori, alla famiglia, alla scuola.
Quando ci lamentiamo che taluni giovani compiono anche atti di violenza o di vandalismo spesso invochiamo la famiglia ed il suo ruolo, una famiglia che però va scomparendo nella sua funzione educatrice.
Oggi dunque siamo alla ricerca di costruzione di ponti per la pace, ma forse abbiamo perso del tempo prezioso anche qualche anno fa, quando occorrevano parimenti altri ponti, noi ci siamo distratti...
Ha detto bene lei, nel costruire ponti si uniscono due versanti, ci ha risposto Ziantoni, ed in questi due versanti possiamo elencare tantissimi soggetti e situazioni.
Costruire la pace non avviene in un giorno ma è una costruzione quotidiana e lunga.
E' come creare un'opera d'arte, un articolo giornalistico.
Ci vuole tempo e riflessione. E forse questo manca.
Abbiamo voluto scrivere questo libro perché proprio in questa epoca della velocità, c'è il rischio di perdere alcuni elementi fondamentali.
Ad esempio i telegiornali, i giornali, hanno sempre meno spazio per cui un viaggio apostolico riceve da un telegiornale lo spazio di 1 minuto, 1 minuto e mezzo. Al giornale magari all'ultimo minuto arriva un'altra notizia e quel poco spazio previsto salta pure.
E così in questo poco spazio ci si riduce a dire il papa ha detto, il papa ha fatto ma il vero significato per cui il papa è andato in quel determinato posto per costruire un ponte, non emerge.
Una volta, ha proseguito Ziantoni, mi chiesero: Ma come sceglie il Papa il Paese da visitare?
Un bambino mi disse: Gira il mappamondo e dove ferma il giro con un dito, là va?
Nessuno dice che invece c'è un disegno e che nulla è lasciato al caso.
Ecco perché questo libro che non è un romanzo, non è una inchiesta giornalistica e nemmeno, né io né mons. Di Giacomo, abbiamo avuto la pretesa con esso di spiegare il pensiero di Papa Francesco o di spiegare un viaggio apostolico.
L'intento è stato quello di offrire la possibilità al lettore di fermare alcune riflessioni che papa Francesco ha fatto.
Ad esempio sulla famiglia, sui giovani, sulla politica, sulla natura, sulla donna, sugli uomini, sulla violenza di genere.
Di tutto questo, onestamente, abbiamo detto al direttore Rai, non è arrivato molto all'opinione pubblica e da qui la necessità e l'utilità del suo libro...
Appunto, ci ha risposto Ziantoni.
C'è la necessità di fermare e di dare la possibilità ad ogni lettore di riflettere.
Le racconto un episodio.
Ho portato il libro al maestro di cerimonie del papa, mons Ravelli, la persona che sta sempre accanto al papa e che lo segue ovunque.
Io gliel'ho consegnato ed è stato un minuto in silenzio sfogliandolo; poi sono passati due minuti e continuava a sfogliarlo; poi tre minuti in silenzio ed io sudavo nell'attesa poi mi ha guardato, ha sorriso ed ha detto: Sono contento, che lei non abbia mai riportato le conferenze stampa che il papa faceva nel viaggio di ritorno proprio perché in esse si parlava di tutto e di più ma non di quello che era accaduto in quel viaggio.
Ed allora, secondo me questa è l'utilità di questo volume, che è poi un indedito perché è la prima volta che si raccolgono in un libro ben 47 viaggi apostolici.
Ricordo che da papa Paolo VI, che è stato il primo a fare un viaggio all'estero, (a Gerusalemme ndr), ha avuto un significato importante nel pontificato il viaggio del papa.
E' importante l'Angelus, parimenti lo è l'udienza del mercoledì ma in un viaggio apostolico, è proprio il pontefice, come ha detto lei, con questa parola che adesso stiamo riscoprendo, che è costruttore di ponti, che crea un ponte.
Quanti muri ha buttato giù papa Francesco quando è andato nella Terra Santa o in posti sperduti come la Mongolia? Poi c'è anche Giovanni Paolo II.
Ma se di un viaggio apostolico non riusciamo a coglierne l'essenza non riusciamo a capire un pontificato.
Il libro dunque non ha la presunzione di spiegare il pontificato di papa Francesco ma di dare la possibilità al lettore di farsi una idea sua su quel papa elencando tutti i concetti che lui ha espresso sui giovani, sulla famiglia.
Ecco perché sono entusiasta, perché innanzitutto ho imparato tanto io ma anche perché ho messo a fuoco tanti passaggi che si rischiava di perdere e che secondo me sono fondamentali.
Perché, come dice lei, nella famiglia, nei giovani, nella scuola, nella politica di una città, è lì che nasce la pace in quanto se in un centro, che sia Benevento o Parigi, tu crei rancore, non tolleranza, non crei ponti, non unisci le due sponde, al momento del ponte per la pace sono tutte chiacchiere.
Una ultima battuta, abbiamo rivolto a Ziantoni.
C'è già la possiilità non di un giudizio, troppo breve il tempo trascorso, ma di cogliere le differenze tra papa Francesco e Papa Leone?
A noi sembrano completamente diversi.
Ed è così, ci ha risposto Ziantoni, sono diversi.
Uno è gesuita mentre quest'altro è agostiniano ed i gesuiti sappiamo da che esperienza vengono.
Agostino pure sappiamo chi era.
Io sostengo che papa Francesco abbia fortificato alcuni ponti che in quel momento vacillavano e quindi è stato un muratore, ma è stato anche un architetto perché andando in Mogolia, a Timor Est lì ha progettato nuovi ponti e non è un caso che poi papa Leone, l'8 maggio scorso, appena eletto, affacciandosi dal balcone, ha parlato di ponti e in questi pochi mesi di pontificato lo ha poi ridetto continuamente.
Quindi le persone sono diverse, gli stili anche, ma Leone sta dimostrando di essere un agostiniano, riflessivo come Sant'Agostino che voleva un linguaggio semplice che arrivasse a tutti e la cultura.
Sono convinto che così ciome la storia ce lo dimostra, ogni pontefice sia stato indispensabile per quella determinata fase storica.
Dobbiamo solo impare a conoscerlo un po' meglio.
Francesco aveva uno stile; Leone ne ha un altro e non è un caso che nelle librerie si siano venduti moltissimi libri de "Le Confessioni" di Sant'Agostino perché attraverso questa lettura si comprende meglio il pontificato di Leone.
Entrambi però hanno avuto ed hanno questo dovere.
Costruire ponti ma attenzione, non è un compito che riguardi solo loro, ma anche i genitiori, i politici, i giornalisti, gli industriali anche essi debbono costruire ponti altrimenti se uno lo erige, un altro lo abbatte.
Sin qui la nostra chiacchierata.
Poi Ziantoni, anche su nostro invito per una foto di gruppo, si è portato presso i giovani studenti del Liceo "Rummo" (nella terza e quarta foto in basso) ed ha interloquito con loro partendo dal racconto di un episodio che gli è capitato.
Tempo fa stavo con il responsabile dell'archeologia di San Pietro e stavamo dinanzi alla Pietà di Michelangelo e c'era tanta gente che arrivava e faceva la foto.
Poi subito andava via ma la Pietà non l'aveva vista. Queste persone si erano preoccupate solo di farsi la foto e non di gustarsi la Pietà di Michelangelo con gli occhi, con uno sguardo che poi rimane nel cuore, sono ovviamente due cose diverse vedere da vicino questa opera d'arte che riguardarla sul telefonino, ti suscita una sensazione ammirarla dal vero.
Continuate, ha proseguito Ziantoni rivolgendosi ai giovani allievi, ad essere veloci, supertecnologici, ma abbiate un poco di spazio anche per togliere il cellulare e guardare, ammirare.
Voi siete fantastici, sono un vostro sponsor. Siete la finestra entro la quale il futuro entra nel mondo.
Il Giubileo dei Giovani ha dimostrato, peraltro, che non siete bamboccioni come qualcuno diceva (il ministro Tommaso Padoa-Schioppa, ndr).
Un milione di giovani al Giubileo di Roma è stata una grande presenza.
Non perdetevi la possibilità di vivere queste sensazioni guardando un albero o un tramonto.
Non state sempre attaccati ad un cellulare.
E' importante e non faccio il matusalemme nel dirvi questo, ma provate anche queste sensazioni.
Io ad esempio la Pietà di Michelangelo non l'ho mai fotografata o filmata.
Preferisco ricordarmela.
Quando è morto papa Francesco la gente è passata davanti alla sua salma facendosi i selfie.
Noi che avevamo per 24 ore al giorno le telecamere puntate, abbiamo visto scene imbarazzanti.
In tanti non si sono fermati nemmeno a farsi il segno della croce. Hanno pensato solo a farsi la foto.
E dunque aggiungete alle vostre grandi capacità anche questa e cioè quella di fermarvi un attimo, siete i numeri uno ed il mondo andarà sicuramente meglio con voi di come lo abbiamo costruito noi, ha concluso Ziantoni con i giovani, questo tutto prima che la presentazione del libro cominciasse.
Al termine di essa c'è stata anche un'altra breve interlocuzione con uno studente (nella sesta foto in basso) poi il vice presidente della ProLoco, Piera Salvatore, ha chiesto a Ziantoni di chiudere con una parola chiave da affidare a questi giovani quale compendio della serata.
E Ziantoni ha risposto: Nulla è impossibile ad un cuore coraggioso. E' questa la consegna e l'eredità lasciatami dal mio papà.
A questo punto il presidente Petito ha letto la motivazione del conferimento del Premio "Arco di Traiano" che non è stato stavolta consegnato da lui ma da tutti i ragazzi del Liceo Scientifico presenti all'evento (nella settima ed ottava foto in basso).
comunicato n.173290
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