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Benevento, 21-09-2025 09:43 ____
Gennaro Pennino seppe dare all'Ospedale "Rummo" una impronta che oggi non esiste piu' e tanti sono i ricordi che mi legano alla sua memoria
Negli anni Settanta, Ottanta e Novanta, quale direttore sanitario del "Rummo", fu una figura di spicco in citta'. Un personaggio anche per il suo carattere cordiale ed aperto, ricorda Peppino De Lorenzo
Nostro servizio
  

Peppino De Lorenzo, questa domenica, rinverdisce la memoria di Gennaro Pennino, scomparso alcune settimane fa.
Lo stesso, negli anni Settanta, Ottanta, Novanta, fu direttore sanitario del "Rummo" e, all'epoca, rappresentò una figura di spicco nel mondo sanitario del nostro territorio.
De Lorenzo, in quel tempo, quale medico del nosocomio cittadino, ebbe contatti quotidiani con lui.
Di seguito, il ricordo che, a distanza di anni, serba.
"Mi sia concesso, da subito, ribadire che, per sincerità, non abbia molto condiviso il silenzio degli organi d'informazione, tranne "Gazzetta", sempre attenti alle più banali e futili notizie, nel momento in cui Gennaro Pennino (nella foto di apertura), in piena calura ferragostana, ha chiuso i suoi giorni.
Eppure lui, negli anni Settanta, Ottanta, Novanta, quale direttore sanitario del "Rummo", fu una figura di spicco in città.
Un personaggio, direi, anche per il suo carattere cordiale ed aperto.
Si è spento a tarda età e, a quanto mi è dato sapere, ha trascorso gli ultimi anni della sua laboriosa esistenza con un declino cognitivo che gli aveva reciso i contatti con la realtà che lo circondava.
Questa è, purtroppo, la triste realtà della vita sulla quale tutti dovremmo riflettere.
Appare, infatti, assurdo ed inspiegabile che un uomo come lui, dotato di una sottile intelligenza, abbia potuto chiudere in questo modo i suoi giorni.
Se la memoria non mi inganna, era nato il 29 giugno 1930.
Ricordo questa data in quanto, per anni, era mia consuetudine che gli facessi gli auguri ad ogni compleanno.
Gennaro Pennino giunse qui da noi da un paese della provincia di Napoli e si radicò molto bene nel nostro territorio.
In quel tempo non esistevani le Usl, prima, e le Asl, poi.
Vi era, infatti, il direttore sanitario, nello specifico, Gennaro Pennino, appunto, e quello amministrativo, Giuseppe Caravelli.
La gestione di ogni nosocomio era affidata ad un consiglio di amministrazione che, in pratica, era composto dai rappresentanti politici in numero proporzionale alla forza elettorale di ciascuno.
In quegli anni, per un lungo periodo, presidente fu Mimì Grasso (nella prima foto in basso, di tanti anni fa, relativa all'inaugurazione, a Foglianise, della Banca del Lavoro e Piccolo Risparmio, da sinistra, Mimmo Grasso, Pasquale Columbro, Libero Grasso, un giovane Peppino De Lorenzo e Costantino De Maria).
Nel tempo in cui il direttore era Gennaro Pennino, diversamente da oggi, mi sia concesso, si viveva in una famiglia.
Quando sorgeva qualche problema, lui interveniva e, sempre ed in ogi occasione, smussava le controversie.
Suo uomo di fiducia era Giovanni Mariani (nella seconda foto in basso). Di questi, a me legatissimo, già ho avuto modo di scrivere.
Giovanni era l'ombra di Gennaro Pennino che, con il suo intuito, aveva bene compreso che di lui si potesse fidare.
Apparirei prolisso, in questo momento, ricordare la partecipazione di Giovanni Mariani alla mia prima campagna elettorale quando risultai il più votato in città.
Giovanni, ne serbo memoria, andò da Pennino e gli disse: "Quando intervengo io, i risultati si vedono".
In definitiva, Gennaro Pennino seppe dare all'ospedale "Rummo" una impronta che, oggi, non esiste più.
Tanti sono i ricordi che, oggi, mi legano alla sua memoria.
Degno di gratitudine, da parte mia, il suo contributo per la mia assunzione nella divisione di Neurologia con annesso pronto soccorso psichiatrico quando si liberarono due posti nel momento in cui, da subito, furono conosciuti i nomi dei futuri vincitori.
Pennino si schierò con Carmine Santanelli (nella terza foto in basso), componente il consiglio di amministrazione, che, memore del legame con mio padre, suo collega, quando il mio genitore era in vita, ed essendo stato io suo allievo al Liceo, con non poche difficoltà, difese i miei diritti.
Il mio legame con tutti loro era divenuto tale che spesso ero ospite a pranzo nella tenuta di Casaldianni (nella quarta foto in basso), ove, puntualmente ogni settimana, i membri del Consiglio di amministrazione del "Rummo" si riunivano dopo le sedute previste.
Spesso veniva anche Giovanni Mariani.
La tenuta agricola di Casaldianni, d'importante valore, con una larga estensione di ben 307 ettari, fu donata, in morte, all'allora Ospedale Civile, dal duca Di Somma.
Una lapide, a futuro ricordo, è posizionata all'ingresso della vecchia struttura ospedaliera.
Mi fermo qui.
Sarebbero ancora tanti e tanti ricordi di quegli anni, ma apparirei oltremodo prolisso.
Spero, almeno, di avere contribuito, con queste poche righe, per chi non abbia avuto la ventura di conoscerlo e dinanzi ad un silenzio imperdonabile, a ricordare un uomo, quale è stato Gennaro Pennino, che al "Rummo" ha dedicato l'intera vita in tempi ben diversi da quelli odierni.
Ciao, direttore! Io la ricorderò sempre, con affetto e gratitudine".

  

  

comunicato n.173277




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