La prima volta della commemorazione della memoria liturgica di San Gennaro senza la regia, la partecipazione e la passione di monsignor Mainolfi
Eliminata la visita alla casa del martire che fu voluta da papa Bendetto XIII da arcivescovo di Benevento. Processione ridotta al "giro del caseggiato" e niente fuochi d'artificio. Non si poteva fare diversamente, ha detto l'amministratore della parrocchia monsignor Franco Iampietro. Quando si e' a lutto si va all'essenziale
Nostro servizio
Commemorare chi per tanti anni è stato pastore di questa comunità.
Quest'anno abbiamo fatto tutto in maniera sobria proprio per rispetto a lui.
Niente banda musicale, niente fuochi di artificio. E' come in una famiglia quando muore un padre o una madre non si fanno i festeggiamenti ma solo l'essenziale. E così abbiamo inteso fare.
Ora entriamo in chiesa dove sarà recitato un rosario proprio in suffragio di don Pasquale prima della Messa che sarà presieduta dall'arcivescovo.
Queste sono le parole pronunciate da monsignor Franco Impietro, amministratore della parrocchia di San Gennaro dalla morte del titolare, monsignor Pasquale Maria Mainolfi.
Questo è stato il primo anno in cui la celebrazione della memoria liturgica di San Gennaro, a cui è intitolata la chiesa della zona alta della città, si è svolta senza la regia e la partecipazione del parroco mons. Mainolfi.
Negli anni passati, il pomeriggio aveva inizio con la visita alla casa del Santo, nei pressi di piazza Santa Maria, dove monsignor Mainolfi ricordava la vita del Santo perpetuando peraltro la tradizione avviata e voluta da papa Orsini, da arcivescovo di Benevento, e poi deponeva un fascio di fiori dinanzi all'affresco che lo ricordava.
Il tutto con l'assistenza della Banda musicale.
Poi in corteo di auto le statue di San Gennaro e di San Pio, copatroni della parrocchia, percorrevano corso Garibaldi fino ad arrivare al Largo Carducci, dinanzi alla chiesa, dove si organizzava la processione che toccava tutte le zone della vasta parrocchia.
Al ritorno, sempre accompagnati dalle musiche della Banda, si entrava in chiesa dove l'arcivescovo Accrocca celebrava la santa Messa assieme a monsignor Mainolfi.
A seguire i fedeli assistevanmo allo spettacolo di fuochi pirotecnici e per qualche anno anche a spettacoli e ad assaggi di prodotti tipici locali.
Questa era la festa di San Gennaro ai tempi di monsignor Mainolfi.
Quanto alla partecipazione di fedeli essa era scarsa all'epoca come lo è stata oggi che la visita alla casa del Santo non c'è stata e la processione non ha coinvolto l'intera parrocchia ma si è limitata al "giro del fabbricato".
E così tutto il resto.
E la spiegazione di questa vistosa mancanza l'ha data, come abbiamo scritto, mons. Impietro prima di entrare in chiesa per la Messa.
Così è, anche se non è detto che si debba essere d'accordo.
Probabilmente onorare al meglio la memoria di don Pasquale sarebbe stato esaltare quanto aveva costruito e non sarebbe stata una offesa al lutto che la parrocchia ancora avverte nonostante la morte del sacerdote sia avvenuta oramai il 27 giugno scorso.
Tornando alla cronaca e lasciando che ciascuno si faccia un proprio convincimento della cosa, l'arcivescovo Accrocca ha ricordato la ricorrenza della memoria liturgica di San Gennaro e del suo martirio assieme ai Santi Festa e Desiderio celebrando così anche la memoria di monsignor Mainolfi.
Quindi all'Omelia monsignor Accrocca ha parlato delle anime dei giusti che sono nelle mani di Dio il quale ha detto che essi saranno perseguitati, proprio come è successo a me.
Come nella Colletta che si tiene, all'inizio della Messa, con il celebrante che chiede ai fedeli di pregare e che dopo la pausa raccoglie le preghiere in Colletta, appunto e le mette insieme.
Solo se si è veramente fedeli al Vangelo, la possibile persecuzione darà frutto spirituale.
Chi ci accusa di qualche peccato, ed il fatto che ci viene contestato è vero, non siamo in presenza di una persecuzione, ha detto monsignor Accrocca.
Essere fedeli al Vangelo significa agire come ha fatto Gesù.
Al tempo di Gennaro bastava la professione di fede per rischiare la vita.
Le prime persone cercate da Gesù sono stati i peccatori.
La Chiesa deve avere la misericordia di Gesù non di una scomunica.
Gesù mai si è chiuso alle necessità dei fratelli.
Le persecuzioni che ne deriveranno saranno benedizioni.
Se sarà il nostro un cristianesimo formale, di quello che vorrebbe ancora il Papa sulla sedia gestatoria e con il baldacchino, non è quello che ci indica il Vangelo.
Possa la nostra fede, ha concluso monsignor Accrocca, manifestare valori grandi e San Gennaro, fedele nel martirio, aiuti anche noi nella testimonianza quotidiana.
I passi salienti della celebrazione eucaristica sono stati sottolineati dal coro della parrocchia.
comunicato n.173253
Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it -
partita Iva 01051510624
Pagine visitate 708057700 / Informativa Privacy