Mi preoccupo quando Mattarella finira'... Ci attende uno scenario preoccupante e non so dove si andra' a parare
E' opportuno mitigare i timori manifestati dall'arcivescovo Accrocca intorno al funzionamento dell'Ordinamento democratico quale regolato dalla Carta costituzionale del '48 che risulta in grado di generare e garantire quella che, un grande maestro del Diritto Costituzionale, Max Weber, definiva la continuita' sovrapersonale, per cui il potere dello Stato non risulta vincolato in modo esclusivo ad una determinata personalita', come accade invece nei regimi totalitari e non e' il nostro caso
di Vincenzo Baldini, docente di Diritto Costituzionale
Gentile direttore, in un articolo del 23 giugno comparso sul suo prestigioso giornale (nella foto un momento del convegno che ha fatto seguito alla inaugurazione di Parco "De Mita"), si legge una dichiarazione testualmente attribuita al capo della Curia vescovile della città, del seguente tenore: "Sono molto contento che ci si stato un secondo mandato per Mattarella alla presidenza della Repubblica. Mi preoccupo quando Matterella finirà. Non oso pensare come sarebbe andata a finire diversamente.
Ci attende uno scenario preoccupante e non so dove si andrà a parare".
Lontano dall'idea di confutare un tale assunto, rientra, infatti, nel legittimo esercizio della libertà di manifestazione del pensiero il diritto di formulare apprezzamenti e svolgere critiche, tanto più sull'operato di istituzioni dello Stato.
L'occasione però è propizia per provare a ribadire aspetti e mitigare timori intorno al funzionamento dell'ordinamento democratico quale regolato dalla Carta costituzionale del '48.
Al riguardo, è appena il caso di precisare come tale ordinamento risulti in grado di generare e garantire quella che, un grande maestro del Diritto Costituzionale definiva la continuità sovrapersonale, per cui il potere dello Stato non risulta vincolato in modo esclusivo ad una determinata personalità, come accade invece nei regimi totalitari basati, di regola, sul fondamento carismatico del potere, per dirla con le parole di Max Weber.
Inoltre, le norme costituzionali qualificano la nostra democrazia come una forma di razionalizzazione dei processi di decisione politica, definiti in forme e scanditi in fasi che prevedono il coinvolgimento di una pluralità di istituzioni democratiche, incluso il capo dello Stato.
Infine, propria della democrazia è una limitazione della forza statale imbrigliata nelle maglie strette della disciplina costituzionale in cui risalta, tra l’altro, la determinazione di un tempo limitato entro cui funzioni e poteri pubblici sono affidati ai singoli organi.
Sul piano del Diritto Costituzionale, dunque, si rinvengono dunque i presidi normativi fondamentali idonei a rassicurare circa la continuità di tenuta e di funzionamento dell’assetto istituzionale anche assistendo ad una successione nel tempo di personalità nella composizione dei ruoli istituzionali.
Ciò vale per gli organi chiamati ad assumere decisioni politiche, Parlamento e Governo, come anche per quelli titolari di poteri di garanzia costituzionale, presidente della Repubblica e Corte Costituzionale.
Va da sé che cultura e competenza delle singole personalità politico-istituzionali possano essere diverse generandosi, nel tempo e nella condizione concreta, una interpretazione un po' differente del ruolo assunto.
Soprattutto con riguardo ad organi monocratici, possono rendersi più o meno evidenti nell'esercizio delle relative attribuzioni attitudini e inflessioni culturali di chi di volta in volta è chiamato a ricoprirli.
Ma tanto, potrebbe dirsi, appartiene alla fisiologia specifica della democrazia costituzionale che nel corso della sua storia annovera la presenza e l'impegno di tante illustri personalità senza che la fine del mandato abbia generato crisi o un declino del modello istituzionale parlamentare.
La continuità sovrapersonale secondo le norme della Costituzione risale alla regolarità di funzionamento delle istituzioni attraverso l'attivazione dei meccanismi che regolano modi e tempi di esercizio delle singole funzioni, stabiliscono controlli e prevedono procedure per sanzionare eventuali patologiche distorsioni di sistema.
La fine del secondo mandato, una sorta di Grenzfall istituzionale, a leggere gli atti della Costituente, dell'attuale capo di Stato comporterà l'elezione di un nuovo presidente della Repubblica che, come i suoi predecessori, si atterrà a ruolo e funzioni che la Costituzione gli attribuisce.
Ciò tranquillizza ben oltre la prefigurazione di uno scenario preoccupante, come si è detto, anche perché il culto della personalità riflette solo scorie di un pensiero totalitario, non si addice invece ad uno Stato di democrazia parlamentare, come il nostro."
comunicato n.171734
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