C'e' un gregge oltre che nella famiglia, anche in Ospedale dove ci sono tante persone bisognose d'amore. Chi le assiste esercita la funzione pastorale
Bisogna avere cura dei piu' deboli, anche di quelli che magari pur non essendo bisognosi da un punto di vista economico, non hanno un circuito familiare che li circondi d'affetto, ha detto l'arcivescovo Accrocca alla celebrazione della solennita' del Sacratissimo Cuore di Gesu', voluta dalla comunita' dell'Ospedale Fatebenefratelli. La ricorrenza sia per tutti noi e per la citta' una occasione di riflessione ha aggiunto il vice sindaco De Pierro
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La chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, con il parroco monsignor Pompilio Cristino ha accolto, come da tradizione, la celebrazione della solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, voluta dalla comunità dell'Ospedale Fatebenefratelli.
I festeggiamenti assumono un significato ancora più profondo, inserendosi nel contesto dell'Anno Giubilare (2023-2025) indetto per il 350° anniversario delle apparizioni del Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria.
La Santa Messa è stata presieduta da monsignor Felice Accrocca (nella foto di apertura riceve il saluto del prefetto Moscarella), arcivescovo, il quale in apertura ha voluto ricordare il mistero di Dio che è amore, quell'amore rispetto al quale risalta ancora maggiormente la nostra infedeltà.
Tutta la liturgia della parola, ha proseguito l'arcivescovo all'Omelia, è incentrata sulla figura del pastore che gioisce al ritrovamente dell'unica pecora, sulle cento che possedeva, che si era persa.
Gesù dice io sono il buon pastore, ha continuato l'arcivescovo, ed è questo il compito che egli assegna a ciascuno di noi, ad un padre, ad una mamma.
Ma c'è un gregge, oltre che nella famiglia, anche in Ospedale dove ci sono tante persone bisognose d'amore e chi sta con loro e le assiste esercita la funzione pastorale.
Bisogna avere cura dei più deboli, anche di quelli che magari pur non essendo bisognosi da un punto di vista economico, non hanno un circuito familiare che li circondi di affetto.
Chi è ammalato espone la sua gravità in tanti modi e lo stesso fa anche quello che si è perduto in tante altre situazioni.
Un pastore deve avere il suo sguardo rivolto su tutti, a partire dagli ultimi.
Se in una famiglia ci sono due figli che stanno bene in salute e che non hanno problemi di natura economica mentre il terzo sì, non è disdicevole che un padre presti la sua attenzione maggiormente a quest'ultimo e quindi che non faccia parti uguali.
L'importante è che alla legge della giustizia non si sostituisca la giustizia della legge, sottolineando così l'importanza di applicare le leggi in modo equo ed imparziale anche perché è ingiustizia fare parti uguali tra diseguali, diceva don Milani e prima ancora addirittura Totò.
Questo significa, allora, per me, per le pubbliche istituzioni, che ciascuno deve declinare secondo un modello ed il modello è quello di Dio che è disponibile anche a perdere la faccia come nella paraola del figliuol prodigo dove il padre perde la faccia.
Quello è Dio, Dio che si fa calpestare purché alla fine vinca l'amore.
Ci aiuti Dio, ha concluso l'arcivescovo Accrocca, a fare dell'amore la legge di Dio che ama cion gratuità. Che questo Dio sia il nostro Dio che ci ispira e determina la quotidianità della nostra vita.
Ultimata la Santa Messa, i cui tratti salienti sono stati sottolineati dal Coro del "Fatebenefratelli" (nelle foto dalla tre alla sei in basso), nella sala conferenze dell'Ospedale si è svolta la cerimonia di conferimento degli attestati ai dipendenti con oltre 25 anni di servizio.
A margine di questa cerimonia il vice sindaco Francesco De Pierro ci ha detto che la solennità del Sacratissimo Cuore di Cristo è un appuntamento di grande rilievo spirituale e di storica importanza religiosa per la nostra città.
Ho partecipato, in rappresentanza del sindaco e dell'amministrazione, alla cerimonia che è anche un momento per celebrare un presidio sanitario fondamentale della nostra città quale il "Fatebenefratelli".
La ricorrenza del Sacratissimo Cuore di Gesù sia per tutti noi e per la città una occasione di riflessione per riannodare i fili dei valori più autentici, a cominciare dalla famiglia e dagli affetti veri spesso piegati dai ritmi frenetici cui siamo costretti e inoltre ci solleciti a lottare con più efficacia contro tutte le forme di diseguaglianza, ha concluso De Pierro.
comunicato n.171688
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