La celebrazione del Corpus Domini torna nella sua tradizionale sede che era quella del Rione Liberta' e della chiesa di San Modesto
La processione guidata dall'arcivescovo Felica Accrocca parte dal Duomo per giungere fino al popoloso quartiere cittadino. Il monito del vescovo sul senso di questa celebrazione. Facciamoci noi stessi cibo per i nostri fratelli, lasciamoci mangiare attuando cosi' il senso profondo della spiritualita' eucaristica
Nostro servizio
La celebrazione del Corpus Domini torna, nel capoluogo, nella sua tradizionale sede che era quella del Rione Libertà ed in particolare della parrocchia di San Modesto.
Negli ultimi anni c'era stata una sorta di duplicazione dell'evento religioso che si teneva sia in Cattedrale, con successiva processione, che a San Modesto.
Quest'anno, in maniera più razionale, c'è stata la celebrazione eucaristica al Duomo e poi la processione si è portata fino al Rione Libertà per giungere alla chiesa di San Modesto dove sono stati allestiti anche i festeggiamenti civili.
Insomma si è tornati all'antico e quindi anche il Rione Libertà, lato destro, ha la sua festa da celebrare.
Date voi stessi da mangiare, ha detto l'arcivescovo Felice Accrocca all'Omelia, nutriteli attraverso la vostra persona, siate voi il loro cibo, come dire lasciatevi mangiare che il senso profondo della spiritualità eucaristica che non si sostanzia solo di adorazioni ma si realizza quando ciascuno di noi è disposto a lasciarsi mangiare e crede ed attua questo è il mio corpo dato per voi.
Se viceversa ciascuno mira a sigillare tutti i propri spazi per non essere inquietato dagli altri, potrebbe fare ore di adorazione tutti i giorni ma non vivrebbe la spiritualità eucaristica.
Noi spezziamo quel corpo di Cristo che siamo noi.
Se uno sputasse sull'ostia consacrata saremmo inorriditi. Perché non facciamo lo stesso quando si fa così con il corpo ecclesiale? Perché contribuiamo a metterci quel corpo sotto i piedi?
Facciamo così lo stesso di quelle bombe che distrussero il Crocifisso che è su questo altare.
L'arcivescovo ha quindi rivolto il suo pensiero a chi oggi il pane non ce l'ha mentre noi meditiamo sulla pagina del Vangelo che quel pane lo moltiplica e che sfama tutti, come non possiamo pensare a quei bimbi a cui il pane stesso è negato?
Ci aiuti il Signore a costruire quel mondo dominato dalla logica dell'amore e del servizio. L'unica logica che il Signore conosce e benedice.
Al termine della Messa la processione si è composta con il vescovo che ha portatro l'Ostia sacramentale nella teca e protetto dal tradizionale telo portato da otto volontari.
Così si è giunti da corso Garibaldi al Rione Libertà.
Le foto sono di Antonio Caporaso
comunicato n.171589
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