Il prossimo 27 giugno, nell'ambito del Campania Teatro Festival 2025, al Mulino Pacifico, andra' in scena "Frida. Sulle mie rovine"
E' una produzione Solot Compagnia Stabile di Benevento
Redazione
Ritorna al Teatro Mulino Pacifico, ancora una volta, un appuntamento firmato Campania Teatro Festival edizione 2025, rassegna multidisciplinare di prestigio internazionale che è giunta alla sua XVIII edizione, che terminerà il prossimo 13 luglio.
Il Festival è diretto da Ruggero Cappuccio, organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, con il sostegno della Regione Campania e presenta un ricco programma di oltre 150 eventi, tra cui 70 prime nazionali e internazionali e numerose co-produzioni.
Il prossimo 27 giugno, nell'ambito del Campania Teatro Festival 2025, alle 21.00, sul palco del Mulino Pacifico, andrà in scena "Frida. Sulle mie rovine" (primo studio), per la regia di Noemi Francesca che sarà anche interprete, drammaturgia Riccardo Festa, musiche e soundscape Marco Vidino.
Una produzione Solot Compagnia Stabile di Benevento; Organizzazione generale Antonio Intorcia e Michelangelo Fetto; Amministrazione Paola Fetto; Ufficio Stampa Annalisa Ucci.
"Attraverso l'evocazione della figura della pittrice Frida Kahlo - si legge nella nota inviata alla Stampa - lo spettacolo si propone di dischiudere il tema dell’autoritratto come atto di memoria e di resistenza.
Cosa vuol dire ritrarsi in un’opera? Quale spettro è il soggetto dell'autoritratto? Chi viene dipinto e da chi? E perché?
C'è, in fondo, nell'autoritrarsi, l'espropriazione di uno sguardo, uno scambio di identità che, come nel gioco teatrale, non è mai la propria.
Partendo dall'iconico movimento di trasfigurazione del dolore messo in atto dall’artista messicana, davanti allo specchio del pubblico si dispiegano una serie di autoritratti in cui la pittrice si mette al posto dell’altro, di quell'altro che è il protagonista di una particolare vicenda, di una storia, di una tragedia per la quale diventa necessario tentare una forma di redenzione.
Ci si fa ascoltatori di una memoria collettiva, protesa ad intercettare temi che ricorrono nella vita dell'artista, dal dolore fisico all'impegno politico, dall'amore alla lotta di genere.
Nel rappresentare un segno, il tracciato di un'esperienza, qualcosa che chiama in causa la memoria e non la presenza, si risponde così ad un appello, quello di una rovina, intesa non come usura, invecchiamento, il morso del tempo, ma come ciò che è all'origine dell'opera. Rovina è l'autoritratto, il viso fissato come memoria di sé, ciò che resta o ritorna come uno spettro non appena al primo sguardo su di sé una raffigurazione si eclissa (...)
Come amare altra cosa della possibilità della rovina? Della totalità dell’impossibile? (Derrida)".
I biglietti dello spettacolo potranno essere acquistati sul sito campaniateatrofestival.it, nei punti vendita autorizzati o nei luoghi di spettacolo, previa disponibilità.
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