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Benevento, 19-05-2025 17:07 ____
Il tema della rigenerazione ha fatto passi in avanti ma sono stati necessari vent'anni perche' con la citta'-territorio divenissero cultura di governo
La vera svolta e' avvenuta con gli interventi di Renzo Piano che ha trattato la questione con l'espressione "rammendare i quartieri" e con gli interventi di Stefano Boeri che sul tema dei borghi evidenzio' come la diffusione del "lavoro a distanza" poteva concorrere a rigenerarli. Area Vasta e rigenerazione
Redazione
  

Vincenzo Carbone ci ha inviato delle considerazioni rispetto al tema del XXXII Congresso dell'Istituto Nazionale dell'Urbanistica (Inu) che si terrà a Roma dal 22 al 24 maggio prossimi alla casa dell'architettura.
Urbanisti, politici e istituzioni si confronteranno sulla necessità di una riforma nazionale e sulla funzione strategica del piano per città più vivibili, sane e sicure.
Il tema del congresso dell'Inu si aggancia con quello dell'Area Vasta della città di Benevento.
"Gentile direttore - scrive - l'iniziativa del sindaco Mastella, finalizzata all'Area Vasta della città e il tema della rigenerazione, offrono la possibilità di svolgere ulteriori riflessioni sul cambio di paradigma territoriale.
In questa riflessione, la gestione delle trasformazioni (dettate dalla rigenerazione) e il tema dell'Area Vasta, (sistema della città policentrica), sono considerati con la lente della dimensione delle città piccole o intermedie, dove in genere i progetti sono vicini all’identità e accoppiati alle aspirazioni della comunità.
I due temi coinvolgono, sinergicamente, socialità ambiente e qualità dove, l'aspetto sociale, è prioritario.
Perché la socialità ha la responsabilità di rafforzare il sano interclassismo, contrastare i cambiamenti radicali dei ceti che abitano nei centri storici, contrastare la migrazione dai territori rurali e la diminuzione della porosità.
Oggi, il tema della rigenerazione, ha fatto molti passi in avanti.
Tuttavia, sono stati necessari ben vent'anni perché la rigenerazione e la città-territorio divenissero diffusa cultura di governo.
I programmi comunitari (Urban 1 e 2) i Contratti di Quartiere e l’urbanistica riformista di Campos Venuti (con il Piano di Roma dei sindaci Rutelli e Veltroni), hanno spinto in direzione della rigenerazione e dell’urbanistica negoziata.
La vera svolta, tuttavia, è avvenuta con gli interventi di Renzo Piano che ha trattato la questione con l'espressione "rammendare i quartieri" e con gli interventi di Stefano Boeri che sul tema dei borghi evidenziò come la diffusione del "lavoro a distanza" poteva concorrere a rigenerarli.
Nacquero così le proposte legislative.
I due temi coniugano anche la nuova visione territoriale che sottende l'assetto della città allargata.
Tra l'altro i due temi, da tempo, sono oggetto di approfondimenti. All'attualità mi preme sottolineare due testi di differente approccio.
"L'Italia Policentrica", (a cura dell'associazione Mecenate 90) e "La gestione delle trasformazioni delle piccole città", dove gli autori (Gianfranco Buttarelli e Antonio Cappuccitti) analizzano gli schemi di piccole entità del Lazio: Cisterna di Latina, Aprilia e Velletri.
Nei casi analizzati dagli autori, gli schemi assumono ruolo di Masterplan, con riferimento di coordinamento e interrelazione per i quartieri e la città, nell'ottica di programmi complessi, riferibili alla rigenerazione urbana e territoriale.
La disamina della formazione dei quartieri, le dinamiche e i fiumi, inquadrano, invece, con maggiore risalto l’idea della Città policentrica (Giancarlo De Carlo e Carlo Aymonino, dell'Università di Urbino) e conseguentemente l'idea dello "schema-direttore" di assetto territoriale.
Infatti, nello schema dell'Area Vasta, i centri minori, reiterano il disegno del policentrismo urbano ma secondo la dimensione territoriale, implementando paesaggi, eccellenze rurali e gli elementi della testimonianza.
Oltre a ciò, lo schema si completa con le funzioni di rango elevato e che rappresentano il motore tra comuni, Città e le connessioni ambientali lineari, a cominciare dal tema della foresta urbana (ben definita, sotto molto aspetti, dal botanico Stefano Mancuso).
In questo doppio schema geometrico, convivono armonicamente dinamiche differenti.
Ciò è frutto delle interrelazioni, della complementarietà e competitività, del livello delle infrastrutture digitali e materiali e del livello di efficienza dei quartieri.
L'efficienza dei quartieri è legata al concetto della "prossimità" dei servizi di base (verde, parcheggi e istruzione del Decreto Ministeriale numero 1444/68).
Tempo fa, l'architetto colombiano Carlos Moreno, a supporto dell'attività urbanistica dell'amministrazione municipale di Parigi, coniò l'espressione "la Città dei 15 minuti".
Ovviamente, la città dei 15 minuti è quella che si riferisce al tempo necessario a raggiungere dalla propria abitazione i servizi di base come l'asilo, la scuola o il parco.
Fu un modo molto intelligente ed efficace da parte di Carlos Moreno di comunicare il tema della prossimità, e far comprendere ai parigini e all'amministrazione di Parigi l’importanza di avere i servizi di base molto vicini alle abitazioni.
Quindi, la città policentrica è la città in cui servizi di base sono localizzati in maniera funzionale nel rispettivo quartiere, rendendo più serena la condizione degli abitanti, oltre che diminuire inquinamento e traffico e aumentare il tempo libero.
Non di meno, la città dell’area vasta, con il doppio schema, può esaltare i benefici della prossimità, ottimizzando il rapporto con la natura, tutelando attivamente i beni vincolati, aumentando la produzione agricola, valorizzando l'archeologia, amplificando equilibrio, armonia e porosità.
Questa è la cornice dell'Area Vasta.
Essa è una svolta per il Sannio.
Tenendo presente gli esiti nel Sannio della riforma Delrio e la vita di Associazioni e/o Unioni di comuni.
A questa cornice vanno agganciati gli altri aspetti.
Quindi, oltre alla viabilità, la rete infrastrutturale, il ruolo delle funzioni territoriali è importante; come è, altresì, importante il tema della difesa del suolo e quello della rigenerazione rurale.
L'Area Vasta ha un ulteriore aggancio con il cambio di paradigma e con l'urbanistica riformista.
L'aggancio è rappresentato dal tema del XXXII congresso dell'Inu del prossimo fine maggio che si terrà a Roma.
Il congresso, discuterà sulla proposta del piano riformato.
Il piano riformato è stato definito dall'Inu "il Piano utile", a dimostrare che la pianificazione non è mai un ostacolo, ma è un'opportunità.
Il "piano utile" è, la risposta moderna alla "tigre di carta" che era il titolo della relazione di Giovanni Astengo (quando era presidente dell'Inu) che criticò fortemente i piani regolatori orientati alla speculazione edilizia che, esaurito il loro compito, si rompevano come banali fogli di carta.
Il piano utile contiene il passaggio dal concetto di conformità a quello della coerenza, fissando gli indicatori necessari.
Alcune Regioni, come le Marche e l’Emilia Romagna hanno già messo in campo leggi che contengono questa novità.
Anche la Regione Campania se nel Regolamento che si appresta ad emanare saranno sciolti i dubbi della legge del 2024 può essere annoverata tra quelle che realizzano questo passaggio.
Il piano riformato determina l'evoluzione formativa di tecnici, cittadini e portatori d'interessi, con la ricerca delle soluzioni performanti.
Proietta l'attenzione dei progetti edilizi e urbanistici sui risultati attesi decisi dall'Ente, su cosa s'intende per qualità edilizia ed urbanistica nella città e nell'Area Vasta".

comunicato n.170900




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