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Benevento, 08-05-2025 21:14 ____
Papa Leone XIV. Un nome impegnativo, una scelta coraggiosa. Il suo predecessore nel nome, Leone XIII, fu delegato apostolico di Benevento
Giunse nel capoluogo sannita mentre la citta' stava riprendendosi dall'epidemia di colera che l'aveva colpita nell'estate dell'anno precedente. Nacque cosi' l'idea di costruire il tempio della Madonna delle Grazie per il mancato dilagare dell'epidemia. Passo' alla storia per la "Rerum Novarum" con la quale la chiesa fondo' la sua moderna dottrina sociale
di Francesco Morante
  

Un nome importante, Leone XIV, per un papa, perché il primo Leone, detto anche Magno, fu uno dei più significativi della storia della Chiesa, capace di fermare addirittura Attila, salvando non solo Roma ma l’intera cristianità.
Si era nel V secolo dell'era cristiana.
Dopo di lui, diversi papi con lo stesso nome ebbero ruoli importanti. Ricordiamo giusto Leone X, al secolo Giovanni de' Medici, figlio di quel famoso Lorenzo il Magnifico che a Firenze lasciò un'eredità artistica senza eguali.
Il figlio, benché papa, non fu da meno del padre in quanto mecenate d'arte: basti ricordare l'intenso rapporto che ebbe sempre con Raffaello Sanzio, al punto che il grande artista urbinate, in una sala delle Stanze Vaticane, quella dell'Incendio di Borgo, narrò la grandezza di altri papi che avevano avuto il nome Leone.
Ma ora veniamo a noi e alle nostre piccole storie beneventane, perché il diretto predecessore del nuovo papa, il tredicesimo dei Leone (nella foto la statua dedicata a papa Leone XIII all'ingresso della Basilica della Madonna delle Grazie), ha avuto una sua storia "beneventana" e alla nostra città rimase sempre legato da un profondo affetto pastorale.
Il giovane Gioacchino Pecci, ad appena 28 anni, fu nominato da papa Gregorio XVI delegato apostolico di Benevento.
Quando giunse qui a Benevento, la città stava riprendendosi dall'epidemia di colera, che l'aveva colpita nell'estate dell’anno precedente.
La città, per adempiere un voto alla Madonna, che avrebbe salvato la città dal dilagare dell'epidemia, decise di costruire una nuova basilica per la Madonna delle Grazie, la cui statua era conservata nella chiesetta di San Lorenzo.
Nel 1839, esattamente il 20 maggio, giorno dedicato a san Bernardino da Siena, fu proprio Gioacchino Pecci a porre la prima pietra per la costruzione della grande chiesa.
La costruzione si prolungò per anni e si dovette attendere il nuovo secolo per la sua consacrazione, che avvenne il 16 giugno del 1901.
In quella data era papa proprio Gioacchino Pecci, che oltre sessant'anni prima, aveva posto la prima pietra del nuovo tempio.
La sua memoria è affidata ad una statua collocata in una nicchia sulla destra dell’ingresso principale della Basilica della Madonna delle Grazie (foto).
Pecci era stato eletto papa il 20 febbraio del 1878 e prese il nome di Leone XIII.
E' stato il primo papa ad essere eletto dopo l'annessione di Roma all'Italia, avvenuta nel 1870.
In pratica è stato il primo ad essere solo papa e non più re.
Il suo fu un lungo pontificato, durato ben 25 anni, essendo egli morto il 20 luglio del 1903.
Era un periodo difficile, visto che dopo oltre un millennio, era finito il potere temporale del papato. Ma era difficile anche per il profondo spirito anticlericale che pervadeva la penisola, e l’intera Europa, in quel XIX secolo.
Ma Leone XIII fu un papa attento ai suoi tempi, non a caso è passato alla storia soprattutto per la famosa enciclica Rerum novarum, emanata il 15 maggio del 1891, con la quale la chiesa fondò la sua moderna dottrina sociale, soprattutto prendendo posizione contro il dilagare dell’ateismo marxista.
Di certo la scelta da parte di un successore di Pietro del nome Leone, la dice lunga, soprattutto per l'eredità della Rerum novarum, che non è cosa di poco conto.
Ci dice che il papa sarà sicuramente attento alle questioni sociali e il fatto che venga dall'America è anche questo un fatto molto, ma molto significativo. Ma su questo le riflessioni degli esperti saranno sicuramente più illuminanti delle mie.
Un'altra curiosità, così a caldo, visto che sto scrivendo questo articolo dopo solo due ore dall’elezione del nuovo papa.
Solo sabato scorso, il 3 maggio, nel chiostro di San Francesco, parlavamo di America Latina e soprattutto del Perù, nazione natale dello scrittore Mario Vargas Llosa, e parlavamo dell'esperienza peruviana di Paul Gauguin e di sua nonna Flora Tristan, una delle prime femministe della storia europea.
E non è passato inosservato, a noi dell'Archeoclub che avevamo organizzato quella serata, che proprio dal Perù viene anche Robert Francis Prevost, ora papa Leone XIV, dove ha svolto nei decenni scorsi opera di missione e di apostolato.
Quella serata, prendendo a prestito il titolo di un libro di Vargas Llosa, era titolata "Il paradiso è altrove".
Nome quando mai profetico, perché da quell'altrove stava per venire il nuovo pastore della chiesa romana, al quale va il sentito e commosso augurio, anche da parte di noi dell'Archeoclub, di una efficace azione di elevazione sociale e di pacificazione universale, in un momento così particolare per l'umanità tutta.

comunicato n.170698




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