Portale multimediale d'informazione di Gazzetta di Benevento

 

stampa

letto 1634 volte

Benevento, 05-05-2025 21:51 ____
I democristiani ci sono ancora e ci resteremo ma dal Centro, a seconda delle circostanze, dobbiamo guardare sia al fianco destro che a quello sinistro
Cosi' Roberto Costanzo alla presentazione del libro scritto con Antonio Coletta "50 anni di Democrazia Cristiana nel Sannio". Mastella ha ricordato di quando fece saltare la elezione di Aldo Moro alla presidenza del Consiglio nazionale. Zarro ha detto che il partito e' morto quando cesso' la sua funzione anticomunista
Nostro servizio
  

Il Teatro del Collegio de la Salle ha accolto, con una presenza massiccia di pubblico, la presentazione dell'ultimo libro di Roberto Costanzo, scritto con Antonio Coletta, "50 anni di Democrazia Cristiana nel Sannio".
Costanzo alla fine dell'incontro ha giurato solennemente: E' questo il mio ultimo libro. Non ne vedrete altri di miei. Voglio vedere voi quando arriverete a 96 anni come me se avrete ancora voglia di scrivere libri...
L'avvio della manifestazione letteraria, inserita nel programma del "Maggio dei Libri" voluto dall'assessore alla Cultura, Antonella Tartaglia Polcini (nella tredicesima foto in basso con il prorettore Marotta), è stata preceduta dalla messa in onda dell'inno della Democrazia Cristiana, "O bianco fiore", è stato dato dall'editore Maria Gabriella Fuccio, che ha subito detto che questo è il 183esimo volume del catalogo di "Realtà Sannita",
un catalogo fatto di storia locale, di uomini e donne che con il loro contributo hanno fatto crescere il nostro Paese.
La parola è quini passata al moderatore Tommaso Paolucci, ultimo segretario provinciale della Dc sannita, il quale ha ricordato che proprio in questo Teatro, nel maggio del 1945, nacque la Democrazia Cristiana per iniziativa di Giovanbattista Bosco Lucarelli dimostrando negli anni a venire una sua straordinaria e significativa presenza.
Come ultimo segretario della Dc debbo dire che non era semplice coordinare Zarro e Mastella ma solo fino a quando poi non suonava la campana per avvertire che la ricreazione era finita e che cominciava una nuova campagna elettorale.
Il lavoro fatto da Costanzo e Coletta è stato ponderoso e ricco di valutazioni dalle quali viene fuori il rendiconto della classe dirigente del territorio, un mondo fatto da sindaci, presidenti della Provincia, di segretari di sezione che affidava al nostro partito tanta responsabilità.
Il libro è una miniera di notizie, ha ancora detto Paolucci.
La sezione della Dc era quasi una parrocchia nei nostri paesi ma era già diverso in città.
L'ex segretario ha quindi parlato della coldirettizzazione della Dc e fu Mastella che nel 1967 si scagliò contro la classe provinciale del partito che era propagazione della Coldiretti.
Noi delle terza generazione democristiana fummo protagonisti della battaglia tra vetroniani e basisti.
Nel 1978 fu l'ultima volta di una maggioranza dorotea con Roberto Costanzo.
Paulucci ha quindi ricordato i collaboratrori e dirigenti della Dc e quindi ha citato Ettore De Nicola, Angelo Vitale (presente in sala, nella ventunesima foto in basso è a sinistra con il figlio), Mimmo Cusano e Diego De Lucia, il maresciallo.
A prendere la parola è quindi stato Clemente Mastella che non ha nascosto la sua emozione nel parlare in questo Teatro dove ci fu in pratica il suo esordio che avvenne alla presenza del padre che era nascosto dietro una colonna.
Gli avevo detto di non venire perché avrebbe ascoltato da me cose che difficilmente egli avrebbe potuto comprendere perché le mie erano tesi ardite.
Oramai siamo totalmente dispersi ma ricevo ancora inviti anche se la storia di questa Dc si è definitivamente conclusa.
Mastella ha quindi salutato la presenza nella sala del prefetto Raffaela Moscarella ma anche dell'ex prefetto di Benevento (nella decima foto in basso), oggi presidente dell'Anas, Giuseppe Pecoraro (che abbiamo molto volentieri salutato anche noi confermandogli la nostra immutata stima ndd).
Mastella (nella terz'ultima foto in basso è con Peppino De Lorenzo) parlando del libro ha detto che la sintesi è stata fatta in maniera intelligente, un libro di memoria incredibile.
Poi ha ricordato la lettera che Aldo Moro, parlando dal carcere delle Brigate Rosse, scrisse ai vertici della Dc all'interno della quale era anche detto di affidare a Mastella il futuro di questo partito.
Mastella ha ricordato quel periodo con Aldo Moro e di quando gli fu vietato di candidarsi alla Camera dei Deputati perché doveva rimanere tra i pigmei.
Poi negli anni si è verificato il paradosso.
Io della sinistra Dc sono passato con Berlusconi e Zarro del centro del partito con il Pd, a sinistra.
Riuscii comunque a prendere alla mia prima elezione nel 1976, 36mila voti a Benevento perché facevo 20 comizi al giorno al punto che Giorgio Napolitano, dirigente del Pci e poi del Pd disse: Ma Mastella con quelle cose che dice perché non viene con noi?
Io risposi che tra noi e loro la differenza la faceva la libertà.
Quindi ha raccontato di quando fece saltare la elezione di Aldo Moro alla presidenza del Consiglio nazionale del partito.
Sembrava fatta per acclamazione ma io chiesi che si andasse al voto.
Fanfani allora nominò gli scrutatori, compreso Mastella che non ci ha consentito di andare a Messa stamane, disse Fanfani.
E così i voti non furono più unanimi ma 74 a favore e 35 i contrari. Moro a quel punto non accettò l'incarico.
Il mercoledì successivo ci fu un nuovo voto ma io accettai un invito ed andai in Algeria.
Moro fu eletto.
Così iniziò il mio rapporto con lui con il quale mi rapportati poi, già eletto parlamentare, per spiegare la mia posizione.
Lo invitai a Benevento pur dicendogli che in quella città non avevo la maggioranza nel partito che era retto da un commissario, Nicola E. Di Lisa, molisano.
Egli decise comunque di venire ed il suo fu un discorso importante che tenne nel Teatro "Massimo".
Nel 1974 feci anche la battaglia a favore del divorzio (Benevento votò invece compatta contro il referendum ndr) pigliandomi il rimprovero del vescovo.
Poi Mastella ha parlato del rapporto che egli ha avuto con i giudici.
Sono uno dei due ministri, con Gui, ad essere stato fottuto dalla magistratura.
Non ho ricevuto poi, con l'assoluzione, nessun riconoscimento ma quando arrivano le sentenze di assoluzione è tardi.
Un conto è il rispetto che si deve alla magistratura, un conto è però piegare le ginocchia.
La questione che De Luca ha messo su, contro il suo partito, ai nostri tempi sarebbe finita innanzi ai Probiviri ma noi eravamo un partito con delle regole e degli organismi di gestione.
Oggi sono ectoplasma.
Eravamo talvolta anche distinti e cozzavamo ma avevamo un grande partito che era la Dc, ha concluso Mastella.
A seguire dopo Mastella ha preso la parola Giovanni Zarro (nella diciassettesima foto in basso una immagine che ricorda la storia della Dc sannita. Zarro, al centro, con a sinistra Giovanni Catalano ed a destra Giancarlo Francesca, i due suoi più stretti collaboratori), che ha sottolineatio come si stia parlando di una materia che non c'è più e che rappresenta il passato.
La pagina si è chiusa.
Questo peraltro non è un libro che si occupa dei 50 anni della Dc ma della storia del pensiero cattolico dal 1874 ad andare avanti fino ad agganciarsi poi ai 50 anni della Democrazia Cristiana e fino al 1994.
Zarro ha ricordato anche il non expedit imposto dal Papa ai cattolici quello cioè di non entrare in politica.
La politica con il suo aspetto sociale è venuta molto dopo, ha proseguito Zarro.
La Dc è stato un partito che ha spianato la strada e determinato il progresso.
Con la Cassa per il Mezzogiorno si ridusse il divario tra nord e sud ma poi la Casmez morì quando le funzioni passarono alle Regioni.
Poi Zarro ha parlato del rapporto tra la Dc ed il mondo cattolico. Fratellanza o subordinazione?
E dunque quale è stata la causa della morte della Dc?
La sua funzione anticomunista in pratica era venuta meno con il crollo del muro di Berlino nel 1989 e da quel momeno si caratterizzò solo per la gestione del potere. Per questo è morta la Dc.
Ci può essere una sua rinascita?
Credo di no, ha concluso Zarro. Ora bisogna lavorare intorno allo Stato rafforzandolo e facendo una nuova legge sui partiti ai sensi dell'art. 49 della Costituzione così come andrebbero riscritte le regole per i Sindacati.
Poi l'ex parlamentare si è chiesto: La Dc nel Sannio non ha fatto nulla?
Ed il Piano Industriale nato dal Piano Regolatore Genarale e l'Università?
Poi c'è stata la "Telesina" che ha cambiato la prospettiva di Beneventio grazie anche all'altro asse per Campobasso.
In realtà il nostro è stato un partito che ha rinnovato l'Italia dopo averla ereditata povera.
A questo punto ha preso la parola uno dei due autori, Antonio Coletta che ha parlato delle difficoltà riscontrate nel trovare delle fonti su questa storia della Dc, un partito che peraltro, anche nel Sannio, ha dato dignità anche a chi non ne aveva come i contadini che diventarono coltivatori diretti.
La Dc produce i cambiamenti ma non li capisce fino in fondo per attrezzarsi.
Sulla fine della Dc ci sono sfumature diverse tra me e Costanzo.
Il Pci però rinviene con il vecchio vizietto leninista e con l'dea di prendere il potere con trucchetti esterni e nella fattispecie lo tentò con "mani pulite".
A concludere è stato Costanzo che con una battuta ha detto: Nelle parti in cui si parla bene della Dc c'è la mano del comunista Coletta.
Quindi Costanzo ha voluto salutare la memoria di chi ha donato la sua vita alla Dc, Raffaele Delcogliano per il quale, assieme al suo autista Aldo Iermano, vittime dei terroristi, ha chiesto un minuto di raccoglimento (nelle prime due foto in basso).
Delcogliano era un mio fratello e venne scelto come mio successore al Consiglio regionale.
Fu colta così non solo la indicazione di Azione Sannita ma fu anche indicato un nuovo cammino della Dc.
Io personalmente mi sento di essere il figlio politico di Mario Vetrone che fu tollerante con me sopratutto quando commettevo errori.
Con Bosco Lucarelli questi i tre protaonisti che meriterebbero una ricerca universitaria.
Costanzo ha anche voluto ringraziare per l'allestimento della sala Umberto Rossi e la figlia Maria Francesca.
Tornando al racconto storico ha detto che nel 1972 Mastella propose al partito la sua candidatura (fu eletto, ma nel 1976 ndr).
Dei 4 posti disponibili due andavano alla maggioranza del partito, i dorotei ed altri due alla minoranza, uno ciascuno alla Sinistra di Base ed alla Terza Forza. E dunque un altro posto per Mastella non c'era.
Con Vetrone un giorno andammo a San Giovanni di Ceppaloni dove vedemmo arrivare un signore distinto che disse a Vetrone: Perché non avete voluto candidare mio figlio?
Era il padre di Mastella.
Non è un no, rispose Vetrone, ma una regola di partito.
E' la Sinistra di Base che il suo posto lo ha dato a Peppino Spada, candidandolo.
Il padre di Mastella lasciò la sala e disse: Comprendo e vi ringrazio.
Io ero al fianco di Vetrone, ha detto Costanzo con ilarità, e pensai: lo avrà spinto il figlio a fare questa domanda.
Zarro e Mastella sono stati due fiorenti rami della pianta Dc. Divergenti ma mai nemici.
Un albero con diversi rami. Ora la soddisfazione è di vederli fianco a fianco ed assieme a me.
Costanzo ha anche lodato lo stampatore, Grafiche Iuorio per il lavoro fatto.
Quindi in sala sono state distribuite le copie della lettera dell'archivio storico di "Gazzetta di Benevento" (nella nona e decima foto in basso), non citata, una lettera del 1979 che contestava a Zarro e Costanzo la inopportuna di querelle periodiche sui quotidiani e Costanzo, segretario provinciale del partito, che ironicamente scriveva: Vorrei saperne qualcosa anche io...
Infine, l'autore del libro ha detto del suo coautore, Coletta: Ha parlato bene della Dc adesso ma è stato ed è un comunista antidemocristiano.
Sono oramai 30 anni dal suo scioglimento e non si può dire se e quando potrà tornare una nuova Dc ma noi democristiani ci siamo ancora e ci saremo restando al centro, un centro che però non ha solo lo sguardo da una parte e per dirla tutta che non guardi solo a Sinistra.
A seconda delle circostanze il Centro deve guardare al fianco destro quanto al fianco sinistro.
Infine, riguardo la Dc, quello che si è seminato si può ancora raccogliere.

Le foto sono di Antonio Caporaso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.170630




Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it - partita Iva 01051510624
Pagine visitate 675643697 / Informativa Privacy